Saggi

L’ospite inquietante

Galimberti Umberto

Descrizione: Un libro sui giovani, perché i giovani, anche se non sempre lo sanno, stanno male. E non per le solite crisi esistenziali che costellano la giovinezza, ma perché un ospite inquietante, il nichilismo, si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive e orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui. Le famiglie si allarmano, la scuola non sa più cosa fare. Solo il mercato si interessa di loro per condurli sulle vie del divertimento e del consumo, dove ciò che si consuma è la loro stessa vita, che più non riesce a proiettarsi in un futuro capace di far intravedere una qualche promessa. Va da sé che, se il disagio non è del singolo individuo, l'origine non è psicologica ma culturale. Perciò inefficaci appaiono i rimedi elaborati dalla nostra cultura, sia in versione religiosa perché Dio è davvero morto, sia nella versione illuminista perché non sembra che la ragione sia oggi il regolatore dei rapporti tra gli uomini. Resta solo la 'ragione strumentale' che garantisce il progresso tecnico, ma non un ampliamento dell'orizzonte di senso per la latitanza del pensiero e l'aridità del sentimento. C'è una via d'uscita? Si può mettere alla porta l'ospite inquietante? Sì, se sapremo insegnare ai giovani l'arte del vivere, come dicevano i Greci, che consiste nel riconoscere le proprie capacità e nell'esplicitare e vederle fiorire secondo misura. Se proprio attraverso il nichilismo i giovani, adeguatamente sostenuti, sapessero compiere questo primo passo capace di farli incuriosire e innamorare di sé, l'ospite inquietante non sarebbe passato invano.

Categoria: Saggi

Editore: Feltrinelli

Collana: Serie bianca

Anno: 2007

ISBN: 9788807171437

Recensito da Elpis Bruno

Le Vostre recensioni

In relazione a un precedente articolo sul nichilismo (http://www.i-libri.com/fatti-e-libri/il-nichilismo/), ci è stato segnalato L’ospite inquietante di Umberto Galimberti come testo per approfondire l’argomento.

L’opera, come anticipato nell’introduzione, parte da una constatazione sulla condizione giovanile (“Un po’ di musica sparata nelle orecchie per cancellare tutte le parole, un po’ di droga per anestetizzare il dolore o per provare una qualche emozione…”) per dimostrare un assunto (“Il disagio non è più psicologico, ma culturale”) fondamentale per valutare i sintomi (“Il nichilismo… può segnalare che a giustificare l’esistenza non è tanto il reperimento di un senso vagheggiato più dal desiderio… che dalle nostre effettive capacità, quanto l’arte del vivere – téchne tou bìou – … che consiste nel riconoscere le proprie capacità … e nell’esplicitarle e vederle fiorire secondo misura – katà métron)” e le possibili reazioni (“Questo spostamento dalla cultura cristiana a quella greca potrebbe indurre nei giovani quella gioiosa curiosità di scoprire se stessi e trovar senso in questa scoperta…”).

Il piano dell’opera si snoda attraverso capitoli definitori (Il nichilismo e la svalutazione dei valori) e analitici (L’epoca delle passioni tristi: “In che cosa consiste questa crisi? In un cambiamento di segno del futuro: dal futuro-promessa al futuro minaccia”), ravvisando nella scuola (Il disinteresse della scuola) una concausa delle debolezze di una generazione (“Hanno smesso di dire «noi» come lo si diceva nel Sessantotto”) sempre più priva di riferimenti (“E di quella dimensione sociale che non ha più trovato dove esprimersi: né in chiesa, né a scuola, né nelle sezioni del partito, né sul posto di lavoro, è rimasto quel tratto primitivo o quel cascame che è la banda”), sempre meno educata (“Il loro fondo emotivo è stato sollecitato fin dalla più tenera età da un volume di sensazioni e impressioni eccessivo rispetto alle capacità di contenimento”) a contrastare la disgregazione:
“L’eccesso emozionale e la mancanza del raffreddamento riflessivo portano sostanzialmente a quattro possibili esiti: 1) lo stordimento dell’apparato emotivo… 2) il disinteresse per tutto… 3) il gesto violento… 4) la genialità creativa…”

La condizione che ne deriva (L’analfabetismo emotivo: “Il tutto condito da un acritico consumismo, reso possibile da una società opulenta, dove le cose sono a disposizione prima ancora che sorga quell’emozione desiderante…”) è imparentata con la “psicopatia o sociopatia” e nasconde un’insidia terribile: “Una buona educazione… confeziona per ciascuno di questi ragazzi un abito di buone maniere, di stereotipi linguistici, di controllo dei sentimenti che, come una corazza, rende questi giovani impenetrabili e scarsamente leggibili a chi sta loro intorno”. E un’altra ancora: “La sessualità, quando c’è, è tecnica corporea”.

In questo clima, congiurano forme di difesa (La pubblicizzazione dell’intimità) corroborate da trasmissioni televisive come il Grande Fratello, che – realizzando la profezia dell’esistenzialismo (“Come ci ricorda Sartre, dallo sguardo degli altri siamo irrimediabilmente oggettivati”) – mercificano la persona (“Soffia il vento del nostro tempo, che vuole la pubblicizzazione dell’intimo, perché in una società consumistica, dove le merci per essere prese in considerazione devono essere pubblicizza… esistere solo se si mettono in mostra”), snaturano il concetto di vergogna (“Vergogna viene infatti da vereor gognam”) e spalancano le porte del paradiso artificiale (La seduzione della droga): qui le sostanze psicotrope agiscono sull’asse piacere-desiderio (“Non solo nel caso della droga, ma in genere, il piacere è negativo e il desiderio è insaziabile”), realizzando un paradosso (“uno stato insaturabile che si svuota man mano che cerchiamo di riempirlo, come la giara bucata, per stare alle immagini di Platone – ndr: nel Gorgia -, o come il piviere, che… mangia e nel contempo evacua”) e una finalità dannata (“Il piacere che ne segue è cessazione di questa pena”) secondo meccanismi propri della sostanza ingerita (eroina – ecstasy: “Il sollievo della tensione muscolare e… il dissolversi delle paure” – cocaina), in una religione che si celebra nei templi (“In questi santuari … un’altra trinità… techno sound, techno-droga e techno-party”) appositamente costruiti.

Le conseguenze (“Le conseguenze distruttive di quell’energia giovanile che le nostre società efficienti e avanzate non sanno come utilizzare”) nel mutato orizzonte (“La contrapposizione fra il permesso e il proibito… tramonta per far spazio a una contrapposizione ben più lacerante che è quella tra il possibile e l’impossibile”) sono tragiche: e sono Il gesto estremo (omicida e suicida) o I ragazzi del cavalcavia e l’insensatezza nichilista (“Nascono da qui gesti senza movente…”), uno dei capitoli più agghiaccianti (“Per loro che erano sul cavalcavia, quelle macchine erano macchine vuote”) perché scava nelle motivazioni (“E allora distruggiamole… tanto non contengono niente, men che meno l’amore che dovevano surrogare”) del risultato di questa cultura: Le generazioni nichiliste (“Qui si esprime il fondamentale dato di fatto dell’umano volere, il suo horror vacui. Quel volere ha bisogno di una meta. E preferisce volere il nulla, piuttosto che non volere” – F. Nietzsche, Genealogia della morale).

Cosa c’è Oltre il nichilismo?
La musica giovanile e il ritmo del cuore (“È il ritmo del nostro respiro, il ritmo del battito del nostro cuore, il ritmo sonno e veglia, il ritmo sazietà e fame, il ritmo del coito, il ritmo che nella vita intrauterina scandisce la prima figura del tempo”) sono l’espediente simbolico (“Nell’accezione greca di syn-ballein che significa mettere assieme”) per rappresentare la vistosa risposta dell’essere umano: “In questa operazione regressiva… si rivive, nel ventre della folla, quella prima esperienza nel ventre della madre, dove il battito del proprio cuore non si distingueva dal battito del cuore materno”…

Bruno Elpis

...

Leggi tutto

LEGGI COMMENTI ( Nessun commento )

Aggiungi un tuo commento

Scrivi la tua recensione

Devi effettuare il login per aggiungere un commento oppure registrati

Umberto

Galimberti

Libri dallo stesso autore

Intervista a Galimberti Umberto

Una portinaia, all'apparenza sciatta, scorbutica e teledipendente, assiste allo scorrere della vita in un palazzo elegante abitato da famiglie dell'alta borghesia. Ma all'insaputa di tutti Renée è una coltissima autodidatta che incontrerà Paloma, una dodicenne geniale e brillante che stanca di vivere ha deciso di farla finita.

L’ELEGANZA DEL RICCIO

Barbery Muriel

Anna, una donna sensibile che ama il bello e ricerca i sapori autentici e indecifrabili della vita; Pietro, un nuovo collega arrivato da circa un anno nello studio di architetto dove entrambi lavorano. Tra loro due si sviluppa un complesso e inconfessato rapporto d'amicizia e d'attrazione. Anna e Pietro sono diventati due labirinti comunicanti così emozionanti e coinvolgenti da far paura, soprattutto a lui, già legato sentimentalmente a un'altra donna. Poi arriva l'estate e Anna si concede una lunga vacanza in un borgo di mare un po' aspro e selvaggio del Ponente ligure. Lì si nutre dei colori e della voce del mare e tesse una trama di rapporti delicati con altre persone. Tutto sembra procedere per il meglio fino a che una svolta dai contorni incerti e drammatici la strapperà da quei luoghi e da quei legami appena sbocciati. Senza una parola. In un allontanamento improvviso ingoiato da un temporale.

Nella spira di una conchiglia

Spes Ilaria

Sulla tua parola. Letture della messa per vivere la parola di Dio. Settembre-ottobre 2014

Torte di mele, brownies al cioccolato, muffin e tisane profumate... È questo il regno di Estelle, l’intraprendente proprietaria del Café Crumb. Ma gestire una piccola pasticceria non è facile: come allargare il giro di affari, spingendo nuovi clienti a varcare la soglia del delizioso caffè dalle tovaglie bianche e rosse? Rattristata dalla chiusura della libreria accanto al suo locale, Estelle, fervida lettrice, ha un’idea: perché non provare a risollevare le sorti del Café con un book club, affiancando ai dolci qualche buona lettura? La partenza non è delle migliori. Gli iscritti al club, oltre a Estelle, sono solo quattro: Gracie, giovane bibliotecaria femminista e fissata con la moda vintage; Rebecca, un’insegnante trentenne sposata da poco più di un anno; la neopensionata Sue, ansiosa di fuggire da casa e da un marito in pantofole, e il timidissimo Reggie, presente solo per fare ricerche per la propria tesi. Un piccolo gruppo fin troppo eterogeneo, con gusti che non potrebbero essere più diversi tra loro. Il primo libro preso in esame non scatena alcun dibattito. Estelle decide allora di giocare il tutto per tutto aggiungendo un pizzico di pepe agli incontri. La lettura successiva verterà sul bestseller del momento: una piccante storia d’amore e sesso, condita da sculacciate e frustini. Il successo è sfrenato, tanto che il book club decide di focalizzarsi solo sulla letteratura erotica. Libro dopo libro, spaziando dai classici ai casi editoriali più recenti e peccaminosi, Gracie, Rebecca, Sue, Reggie ed Estelle lasceranno da parte inibizioni e paure, dando un salutare scossone alle loro vite. Perché, come direbbe Mae West, che senso ha resistere a una tentazione, se tanto poi ce n’è subito un’altra?

Il club delle cattive ragazze

Hart Sophie