
Quando lei era buona
Roth Philip
Descrizione: Marina ha vent'anni e una bellezza assoluta. È cresciuta inseguendo l'affetto di suo padre, perduto sulla strada dei casinò e delle belle donne, e di una madre troppo giovane e fragile. Per questo dalla vita pretende un risarcimento, che significa lasciare la Valle Cervo, andare in città e prendersi tutto: la fama, il denaro, avere il mondo ai suoi piedi. Un sogno da raggiungere subito e con ostinazione. La stessa ostinazione di Andrea, che lavora part time in una biblioteca e vive all’ombra del fratello emigrato in America, ma che ha un progetto folle e coraggioso in cui nessuno sembra disposto a credere, neppure suo padre, il granitico ex sindaco di Biella. Per lui la sfida è tornare dove ha cominciato il nonno tanti anni prima, risalire la montagna, ripartire dalle origini. Marina e Andrea si attraggono e respingono come magneti, bruciano di un amore che vuole essere per sempre. Marina ha la voce di una dea, canta e balla nei centri commerciali trasformandoli in discoteche, si muove davanti alle telecamere con destrezza animale. Andrea sceglie invece di lavorare con le mani, di vivere secondo i ritmi antichi delle stagioni. Loro due, insieme, sono la scintilla. Se con Acciaio Silvia Avallone aveva anticipato la fine di un benessere che credevamo inesauribile, con questo romanzo ci dice che il destino non è già segnato e che la vera rivoluzione sta nel rimanere, nel riappropriarci della nostra terra senza arretrare di un passo perché, anche se scalzi, furiosi e affamati, ce la faremo. Le regole del gioco sono cambiate quando i padri hanno divorato il futuro dei loro figli. Da oggi siamo tutti figli. Siamo tutti luci al neon e campi da arare. Siamo tutti Marina Bellezza.
Categoria: Narrativa
Editore: Rizzoli
Collana: Scala Italiani
Anno: 2013
ISBN: 9788817069755
Trama
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Da bambina Lucy Nelson vede il padre alcolista finire in galera. Da quel giorno ha cercato di redimere qualunque uomo le capitasse intorno, per la rovina sua e dei suoi amanti. Quando Roy e Lucy iniziano a uscire insieme, lui lo fa perché sta cercando se stesso, lei perché non sopporta più una madre remissiva e un padre ubriacone. Si innamorano, o cosi credono. Quando Lucy cede alle estenuanti insistenze, alle canzoni romantiche e alle parole rassicuranti di Roy e "va fino in fondo", rimane incinta. Da quel momento in avanti, come in una tragedia greca in cui, qualunque cosa si faccia, non si può sfuggire al destino, tutto precipita. Lucy non vuole ripercorrere le orme della madre, non vuole diventare la moglie di un uomo egoista, debole e fallito, ma si convince di essere già quel tipo di donna, trascinando il matrimonio - e se stessa - alla rovina. Uscito subito prima del Lamento dì Portnoy, questo terzo romanzo di Philip Roth contiene già tutto il sarcasmo, l'ironia tagliente, l'inquietudine morale delle opere della maturità. Ma possiede una caratteristica che lo rende una stella preziosa: è l'unico romanzo del maestro di Newark ad avere per protagonista una donna. Con Lucy, Roth consegna alla storia della letteratura un personaggio agghiacciante e commovente, incarnazione di una donna che lotta per non sprofondare nella propria follia.
Quando lei era buona
Roth Philip
Basato in parte su una storia autobiografica, questo libro mette in scena, in modo estremo, il muro che separa il mondo aspro della ribellione adolescenziale dalle regole della vita sociale degli adulti: è la cronaca dell'esistenza di una diciassettenne "ragazza perduta". Chloe viene strappata alla strada - dove si prostituisce, dopo essere scappata di casa a causa degli abusi sessuali del patrigno e della morte della sorella, che questi ha ucciso - e rinchiusa insieme a un manipolo di "ragazze sbandate" in un istituto per personalità autodistruttive. Qui, invece di redimersi, ingaggia ad armi pari una furiosa battaglia psicologica contro il suo terapeuta.
STORIA DI CHLOE
Phillips Suzanne
Una bella donna dalla condotta scandalosa approda sullo sgabello di un bar degli Champs-Élysées, con la testa confusa dall’alcol. Che cosa c’è dietro? Per lo meno una magistrale indagine nelle zone più remote e più torbide della psiche femminile.
BETTY
Simenon Georges
Una raccolta di poesie per addentrarsi nel roveto dell'esistenza contemporanea, laddove le certezze sono barbagli, riflessi impalpabili e ingannatori ai quali non è più possibile credere. La metafora della vita come viaggio, pur solida nella propria tradizione plurimillenaria, scricchiola qui sotto il peso del nonsenso odierno. Partire, restare, ostinarsi nel cammino sono forse cose vane; persino l'amore è defraudato dell'assoluto, è un soffione raggiunto dal vento e privato dei semi, una ruota impazzita che si incaglia tra i sassi e che non sa fermarsi. Ivanoe Privitera porta alle estreme conseguenze la lirica del secolo appena trascorso, rivelandosi attento osservatore dei nostri giorni e raffinato cantore del sentimento. Ed ecco che la muraglia di montaliana memoria si fa profilo seghettato di montagne che restituisce avaro l'eco di un vuoto esistenziale incolmabile, il passato è uno spettro di cui si perdono i contorni, il futuro un intrico di frasche che serra i polsi e nel quale ci ostiniamo a cercare il germoglio nuovo e fruttifero: anche il tempo, ormai crocifisso alla propria relatività, è pura illusione. Ma qualcosa è ancora possibile salvare: l'abbraccio di un fratello, la voglia del ritorno e l'ostinata guerra di ognuno di noi contro la solitudine; addirittura la morte, sempre uguale a se stessa, placida e rassicurante nella propria assolutezza.
L’istante violento
Privitera Ivanoe
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