
Gatti. L’arte delle lettere
Usher Shaun
Descrizione: Un fiore non è solo un fiore. Ogni petalo, ogni foglia, ogni bocciolo comunicano un’emozione diversa e parlano di noi, di quello che proviamo o di quello che vogliamo esprimere agli altri. Fiducia con la primula, amicizia con la fresia, dichiarazione d’amore con il tulipano, ma anche rabbia, con la peonia, oppure odio, con il basilico. Ogni fiore parla un linguaggio segreto, che trova le sue antiche radici nell’epoca vittoriana. Allora, come adesso, i fiori accompagnano ogni occasione della nostra vita. per una promessa di fedeltà, un augurio di pronta guarigione, un matrimonio, un regalo di benvenuto. Questo libro ti aiuterà a trovare il fiore giusto per te e i tuoi regali. Contiene un dizionario dei fiori e un dizionario di tutte le emozioni che possiamo esprimere attraverso di loro, un selezione di fiori scelti per il loro significato storico e letterario e infine tantissime idee per creare il bouquet perfetto e anche più originale in ogni occasione della tua vita. perché a volte ciò che non riusciamo a comunicare con le parole si può dire con un fiore. E dietro la spina di un cactus potrebbe nascondersi inaspettatamente una confessione di amore appassionato…
Categoria: Narrativa
Editore: Garzanti
Collana:
Anno: 2011
ISBN: 9788811683995
30 indimenticabili lettere sui gatti. T.S. Eliot che batte a macchina un invito per tutti i gatti di Jellicle a partecipare al compleanno del suo figlioccio di quattro anni. Ernest Hemingway che cataloga i suoi amici felini all'ex moglie. La madre di Jack Kerouac che piange il lutto del gatto di famiglia. Jack Lemmon che suggerisce con malizia a Walter Matthau di andare insieme ad aprire un rifugio per gatti in Messico. Questa raccolta offre uno sguardo affettuoso e gentile al luogo che occupano i gatti nei nostri cuori e nelle nostre vite. Queste trenta lettere catturano il profondo piacere di avere o di osservare un gatto, e rivelano la natura felina come la nostra.
Gatti. L’arte delle lettere
Usher Shaun
Colette ha sempre rifiutato di scrivere deliberatamente sulla sua vita, ma ne La stella del vespro, pubblicato per la prima volta nel 1946 l’esistenza della più grande scrittrice francese del ’900 si svela discretamente, lungo frammenti scritti con la cura e la sofisticatezza a cui ormai ha abituato i suoi lettori e di cui è diventata maestra. Si tratta di una sorta di cronologia frammentata che trascrive gli avvenimenti e le osservazioni della vita quotidiana: i capricci di primavera; i viavai del compagno Maurice Goderek; le visite che riceve – tra cui Truman Capote – le audizioni per la riduzione teatrale de La Seconde; l’impegno a raccogliere tutte le sue opere per il progetto OEuvre complete per l’editore Le Fleuron; l’Académie Française. Ormai immobilizzata dalla vecchiaia, dal peso e dall’artrosi, osserva il cielo, il succedersi al giorno della luna o del vespro nel quadrato ritagliato dalle finestre del suo grande appartamento a Palais–Royal. Leggiamo una Colette malinconica e meditativa, chiusa nel suo appartamento, in cui riceve, mangia, scrive e legge. In questo testo, evoca dei ricordi dai tempi della guerra, medita sulla sua condizione di invalidità e i suoi nuovi rapporti con il mondo da scrittrice “nota e riconosciuta” e, amabilmente, conversa con le sue care presenze, con gli esseri da lei sempre amati – appassionatamente o teneramente – come la madre Sido; la figlia di cui evoca il ricordo della nascita nel 1913; Missy (la contessa Mathilde de Morny); l’ex marito Henry de Jouvenel; Polaire; il migliore amico nonché terzo e ultimo marito Maurice Goderek; il giovane reporter che viene ad intervistarla; la prostituta Renée che le appare nel giardino innevato della sua casa, un giardino dalla cui descrizione si distingue a fatica da quello di Saint–Sauveur.
La stella del vespro
Colette
Piccolo blu e piccolo giallo adorano giocare insieme. Ma quando si abbracciano diventano tutti verdi.
Piccolo blu e piccolo giallo
Lionni Leo
Cartongesso è un'invettiva viscerale e drammatica contro il Veneto attuale e contro un intero paese, l'Italia tutta. Michele Tessari è un avvocato che avvocato non vuole essere, ex necroforo, affetto da un disturbo bipolare, intrappolato nella vita come una cavia isterica ma consenziente, persino complice. Un "complice debole" del mondo in cui è immerso. Il disfacimento della sua terra si rispecchia in quello della sua esistenza, inquinata da un odio "che cammina come l'infezione, dalle caviglie alla bocca", dove si trasforma in grido. Un grido che investe la classe politica, le carceri, la giustizia, il sistema universitario, giù giù fino ai singoli individui, fino al narratore stesso, imbibito degli stessi mali contro cui si scaglia. Non c'è consolazione in queste pagine, nessuna catarsi: solo letteratura. E, in letteratura, "coraggio" è soprattutto raccontare la verità.
Cartongesso di Francesco Maino
Maino Francesco
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