Saggi

Mi avevano promesso il paradiso

Ağca Ali

Descrizione: A distanza di 32 anni da quel giorno, e dopo i processi che hanno visto il coinvolgimento di molti paesi (Polonia, Turchia, Bulgaria, Russia, Germania), finalmente Ali Agca vuota il sacco per dire quella verità che non è mai venuta fuori. Una rivelazione. E insieme ricostruire molte altri aspetti mai confessati o chiariti. Non è vero, per esempio, che Ali sparò solo due colpi per non uccidere il papa, la verità è che la pistola s'inceppò. L'autore, con l'aiuto di un giornalista che non ha voluto rendere pubblico il nome per paura di possibili ritorsioni e che ha potuto verificare l'attendibilità del racconto di Ali, rivela anche la sua vita di terrorista e di cecchino al servizio della causa islamica, fin dai tempi della sua adolescenza, in un crescendo fatto di fede disperata e voglia di riscatto. Il libro si legge come un romanzo, un memoir avvincente, e per questo si presta a una doppia lettura, in chiave giornalistica e narrativa, toccando tutti i punti che hanno reso l'attentato al papa, con il corollario della scomparsa di Emanuela Orlandi, uno dei gialli internazionali più clamorosi del secolo passato.

Categoria: Saggi

Editore: Chiare Lettere

Collana:

Anno: 2013

ISBN: 9788861904040

Recensito da Lucilla Parisi

Le Vostre recensioni

Sono cresciuto nell’odio. Nell’odio per l’Occidente, i cristiani, gli ebrei, gli Stati Uniti d’America. Sono cresciuto credendo che contasse soltanto imporsi, affermarsi, se necessario annientando i propri nemici. Nessuno mi ha mai detto che esisteva un’altra possibilità: porgere l’altra guancia, rispondere alla sete di potere e affermazione, di distruzione e odio, con la loro antitesi, l’amore. Sono passati parecchi anni dal 13 maggio 1981, giorno in cui ho sparato al Papa in piazza San Pietro. Trentadue per l’esattezza, trenta dei quali li ho trascorsi in carcere, fino al 2000 in Italia, a Roma, nelle prigioni di Rebibbia e Regina Coeli, poi ad Ascoli Piceno e ad Ancona. Nel 2000 ho ottenuto la grazia e, quindi, l’estradizione in Turchia. Ma anche lì ho dovuto saldare i conti con la giustizia, fino al 2010, l’anno della liberazione. Nel carcere di Istanbul ho scontato la pena per una sentenza del 1980 che mi riconosceva colpevole dell’assassinio di Abdi Pekçi, direttore del quotidiano liberale Milliyet , ucciso il 1° febbraio 1979. In realtà non ero stato io a sparare. Era stato il mio amico appartenente ai Lupi grigi, Oral Çelik. Io avevo fatto soltanto da palo.”

In questa frase è riassunto perfettamente tutto il testo scritto, o forse dettato, da Ali Ağca. Nonostante l’argomento sia importante e di spessore storico (il sottotitolo è La mia vita e la verità sull’attentato al papa), l’ex appartenente al gruppo destrorso-islamico dei Lupi Grigi forse avrebbe avuto bisogno di un aiuto di qualche giornalista per dare alla stampa un testo un po’ più significativo, meno ripetitivo e con un linguaggio più accattivante. Tante sono le ridondanze e le ovvietà che si potevano risparmiare al lettore.

Il libro verte su tre concetti fondamentali che come un’omelia poco riuscita o un loop salmodiato fino allo stremo vengono ripetuti continuamente: il povero Ali viene reclutato dai Lupi Grigi, Khomeini gli mostra la Via di Damasco che è rappresentata dall’attentato al papa, Ali capisce che sono stati tutti cattivi con lui, che il papa è buono e il cristianesimo la somma verità.

Il testo, se scritto meglio, sarebbe potuto risultare molto interessante, soprattutto la prima parte, quella che vede Ağca giovane sbalestrato nella Turchia degli anni ’70. L’arruolamento nei Lupi Grigi, i primi attentati, la descrizione delle metropoli anatoliche, i sentimenti di odio nei confronti delle forze di sinistra, i dettagli inerenti alla vita politica nazionale. Tutto viene risolto con una scrollata di spalle e con frasi ripetitive, come un mantra, che sembrano, fra le righe, chiedere il perdono per una vita sbandata e violenta. Pure l’attentato al papa, la sua preparazione, i complotti dei fantomatici servizi segreti bulgari, i movimenti di Ağca in Europa vengono relegati in secondo piano per dare spazio a follie deliranti che lasciano il tempo che trovano, inutili per uno studioso, uno storico o un giornalista che vogliano affrontare il testo in cerca di approfondimenti, inutili per un lettore comune, a meno che non si tratti di qualcuno interessato al mistero di Fatima e ad altre leggende rurali.

...

Leggi tutto

LEGGI COMMENTI ( Nessun commento )

Aggiungi un tuo commento

Scrivi la tua recensione

Devi effettuare il login per aggiungere un commento oppure registrati

Ali

Ağca

Libri dallo stesso autore

Intervista a Ağca Ali

Un solitario viaggiatore nel bel mezzo di un deserto, guidato da una dolce musica. Un incontro di pugilato la cui vittoria si snoda ben oltre i confini di un ring. Una simpatica amicizia tra l'oscurità e la stretta morsa del sottosuolo. Un gatto che si aggira tra le pareti di una scuola, cercando una bambina smarrita. Un negozio che offre un ultimo, invitante premio per chi ha patito troppa tristezza. La vita e la morte... da sempre legate, da sempre amate e odiate. La vita, la morte e cinque storie legate a una melanconica armonia di sospiri spezzati.

L’armonia dei sogni spezzati

Carollo Fabrizio

Una tranquilla notte parigina. Nulla traspare dalla classica e impenetrabile facciata del Louvre. Un dramma si sta consumando al suo interno, nella Grande Galleria. Il vecchio curatore Saunière, ferito a morte, si aggrappa con un ultimo gesto disperato a un dipinto del Caravaggio, fa scattare l'allarme e le grate di ferro all'entrata della sala scendono immediatamente, chiudendo fuori il suo inseguitore. A Saunière restano pochi minuti di vita. Si toglie i vestiti e si distende nella posizione dell'uomo di Vitruvio, il celebre disegno di Leonardo. Accanto a sé, scrive pochi numeri e un solo nome: Robert Langdon, uno studioso di simbologia. A lui toccherà scoprire il mistero che si cela dietro i capolavori di Leonardo. Chi era il pittore rinascimentale? Cosa nascondeva? E, soprattutto, quali enigmi sconvolgenti nascondevano le sue opere? L'America intera si è appassionata al thriller di Dan Brown, decretandolo scrittore dell'anno. Il suo romanzo ha spiegato a milioni di lettori perché, in definitiva, Monna Lisa sorride.

Il codice Da Vinci

Brown Dan

Nata per essere assediata. È così che si sente Amira, diciotto anni e un grande sogno da realizzare nella città di Sarajevo del '93, lacerata dalle rappresaglie fra serbi e bosniaci. Il cuore della suonatrice di cigar box guitar batte all'unisono con i colpi di mortaio e le raffiche di mitra, ma Amira canta la sopravvivenza, la speranza. Della band Senza Strumenti fanno parte anche il colonnello Mustafa Setka, mago del basso, e il gigantesco ballerino di kolo, Masne, alle percussioni. I due per tutto il giorno seguono Jack, meglio conosciuto come Mozambik l'irlandese, fidanzato di Amira, spacciatore. All'occorrenza, Jack si offre come guida agli inviati di guerra che affollano l'Holiday Inn semidistrutto. Così conosce Carlo e Oscar, due fotoreporter italiani che inseguono uno scoop davvero straordinario: intendono trovare una vacca indiana che si dice abbia poteri da chiromante. Sarà per caso la zebù gir che il vecchio Ivan nasconde nella corte interna del suo negozio di tabacchi, adattato a fumeria d'oppio dopo l'inizio del conflitto? Del resto, non è la sola ospite che il commerciante cela a sguardi e orecchie indiscrete. In uno sgabuzzino è segregato, infatti, un serbo fuori di testa che, dopo una scorpacciata di funghi allucinogeni, si è ritrovato al di là delle linee nemiche. Lo scopo di Ivan è rispedirlo al mittente in cambio di un riscatto, da chiedere a un oscuro cecchino dei servizi segreti serbi, che trova la concentrazione solo canticchiando le hit di Barbra Streisand...

Il muggito di Sarajevo di Lorenzo Mazzoni

Mazzoni Lorenzo

Che si tratti del sagrato di Santa Maria in Vado o dell'antica Biblioteca Ariostea, a Ferrara, la morte sa dove dare appuntamento senza risultare invadente. Probabilmente le dipartite letterarie sono le poche ad avere un senso: avviano il meccanismo di una trama e in qualche caso ne sono la soluzione ultima. Che siate accaniti lettori di noir o che questa sia la vostra prima volta, scoprirete che nella vita e nella morte c'è sempre un pizzico d'ironia che spesso risulta salvifica. Magari non per la vittima predestinata - dal fato e dall'autore - ma certamente per il lettore che, in quanto tale, deve ritenersi complice di ogni delitto qui narrato.

Lamé. Delitti in abito buono

Conventi Gaia