
La comunista
Rea Ermanno
Descrizione: Rincasando dopo una cena con il commissario Ferrazza, l'ispettore Ceolin si trova di fronte a una scena raccapricciante: sua sorella Teresa è stata uccisa a coltellate e poi impiccata alla ringhiera di una scala a chiocciola. Teresa, che in passato aveva aderito a ideali di sinistra, negli ultimi anni era diventata militante di un movimento di estrema destra, Supremazia Italia. Ed è in questi ambienti che iniziano le indagini per individuare l'autore o l'autrice dell'atroce delitto. Al centro dell'accaduto pare ci sia la scomparsa di un malloppo di cinquecentomila euro, una somma considerevole che fa gola a tante persone, a qualunque schieramento politico appartengano. In una catena di ulteriori omicidi, di fughe e ritrovamenti, di tradimenti e di rimorsi, il coro degli innumerevoli personaggi del romanzo disegna un universo umano e sociale al limite della disgregazione, all'interno del quale i nostri investigatori si muoveranno con estrema difficoltà. Un mondo amorale e autocentrato, permeato di individualismo e di opportunismo, a stretto contatto con un'ondata migratoria che lentamente sta cambiando i connotati della città, provocando violente reazioni contrapposte. Saranno l'amore di Laura e una notizia inaspettata che consentiranno a Daniele Ferrazza di uscire dal caso senza grossi contraccolpi, mentre chi apparirà fortemente abbattuto sarà l'ispettore Ceolin, e non solo per la tragedia che l'ha indirettamente colpito. Con "Milano e i pensieri oscuri" Bastasi si sposta dal noir classico dei suoi precedenti romanzi all'esplorazione di altri territori, dove non esiste un'univoca soluzione del caso: perché qui l'ambito dell'indagine è soprattutto il lato oscuro acquattato nella mente di ciascuno di noi, che ci spinge ad azioni e comportamenti anche in netto contrasto con i nostri convincimenti razionali.
Categoria: Giallo - thriller - noir
Editore: Frilli
Collana: Supernoir
Anno: 2020
ISBN: 9788869434600
Napoli e la sua gente, il presente e il passato di una città e di un'intera nazione affamati di speranza e di futuro. Ermanno Rea torna con "La comunista" sui suoi passi, torna a "Mistero napoletano", ma il personaggio che ci presenta non è più, come in quel vecchio romanzo, una donna in carne e ossa bensì il suo fantasma, una creatura evanescente anche se, a momenti, terribilmente reale, capace di parlare, sorridere, piangere, come quando era viva e colmava ogni possibile vuoto con la sua incontenibile esuberanza. Anche adesso, benché fantasma, Francesca riempie di sé la scena del racconto, svelando pian piano la ragione del suo "ritorno" a Napoli. Testimone e messaggera, questa presunta donna-scandalo allude a una resurrezione ancora possibile della città, che può essere salvata - ella dice - soltanto dall'utopia, da un pensiero folle, da una passione, dalla capacità collettiva di credere nell'impossibile. Anche "L'occhio del Vesuvio" è una storia che ha, a sua volta, i colori e lo spessore dell'allucinazione. La trama è lineare, soltanto che è sovrastata dalla presenza minacciosa del Vesuvio, trasformato esso stesso in attore, personaggio neppure troppo secondario della vicenda. Distruggerà Napoli? La domanda è ripetutamente evocata, soprattutto dal co-protagonista del racconto, il grecista Lucio Ammenda, insaziabile e disordinato collezionista di libri, parte dei quali dedicati proprio al "formidabil monte" e ai suoi misteri.
La comunista
Rea Ermanno
Premio a Castel Govone
Quando una donna viene lasciata, tanto più se di punto in bianco, le ambasce del cuore possono travolgerla e spingerla a entrare nel tortuoso tunnel delle supposizioni, delle attese spasmodiche - più o meno sensate - di un segnale, magari nella speranza che non sia proprio l'ultimo e che lui ritorni. Ma così non va. C'è una cosa che le donne dovrebbero imparare dagli uomini, e cioè l'arte di dimenticare. Nessuno ci insegna come si fa ad amare, a evitare di essere infelici, a dimenticare, a spezzare le lancette dell'orologio dell'amore. Come si fa a non tormentarci, a lottare contro la tirannia delle piccole cose, a neutralizzare il complotto dei ricordi e ignorare un telefono che resta muto. Esiste qualcuno che, mentre siamo lì a singhiozzare per un torto d'amore, ci dice che un giorno rideremo di quella stessa cosa che oggi ci fa piangere? Attraverso le confidenze di amiche e conoscenti, proverbi e una ricchissima raccolta di aforismi di personaggi famosi - poeti, scrittori, filosofi arabi e non - questo libro è una sapiente e gustosa raccolta di pillole di saggezza per prendere le distanze da una storia finita e creare i presupposti per una nuova. Una meditazione piena di stile e ironia su come sopravvivere all'amore e ai suoi danni.
L’ARTE DI DIMENTICARE
Mosteghanemi Ahlam
«Lui non aveva paura della morte, non aveva paura di niente.» Lui è Willy l’Olandese, un vecchio killer implacabile. Un gigante silenzioso e in apparenza indifferente a tutto come un dio nordico. Quando arriva nella valle presso il grande lago del Norditalia che ogni anno è la sua meta estiva, in una pensione dove fa da cameriera la bella Adriana, non sa di avere appuntamento con il destino. Il telefono ha squillato in una casa a pochi chilometri da lì e un altro killer, un trentenne sfigurato al volto da un remoto incidente d’auto, ha ricevuto l’incarico di ucciderlo. Tutta la storia si svolge nell’arco di 24 ore, ma la tensione monta capitolo dopo capitolo nell’attesa del momento fatale: lo scontro fra due killer professionisti, due terribili macchine di morte. E tra loro l’inquietudine di Adriana, che senza saperlo ne deciderà le sorti. Tutt’intorno uno scenario affascinante: un piccolo paese rivierasco, le acque buie del grande lago, e una valle profonda, percorsa da un torrente gelido. Un paesaggio che sta per essere contaminato dall’approssimarsi del Male. Con rara potenza, Montanari ci restituisce il clima feroce e geometrico di Durrenmatt e del grande noir americano immergendoli nel contesto della provincia italiana, fino a creare un contrasto sorprendente e irresistibile.
La perfezione
Montanari Raul
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