Narrativa

La musica provata

De Luca Erri

Descrizione: Erri De Luca e la scoperta della musica. La musica della scrittura, certo, ma anche la musica che si ascolta, che colma le nostre giornate, la musica che si canta. Questa "musica provata" comincia sui banchi del liceo con il celebre invito omerico alla musa "cantami o diva del pelide Achille", con la Napoli delle canzoni ottocentesche, con Ciccio Formaggio, con le incisioni beethoveniane di Arturo Toscanini, e prosegue dentro i canti di Pete Seeger negli anni Sessanta, Il disertore di Boris Vian, le canzoni scritte o rimaneggiate insieme all'amico Gian Maria Testa, l'armonica di Mauro Corona. Ci sono le bombe di Sarajevo e la memoria dei canti della fatica, quelli legati alla terra, quelli legati al lavoro operaio, c'è la musica di Stefano Di Battista e la voce di Nicky Nicolai. C'è il Mediterraneo. C'è tutta una vita che prova a intonare la voce.

Categoria: Narrativa

Editore: Feltrinelli

Collana: I Narratori

Anno: 2014

ISBN: 9788807031038

Recensito da Elpis Bruno

Le Vostre recensioni

La musica provata” di Erri De Luca rappresenta un esempio di come un argomento molto pop possa essere affrontato in modo originale e personale, traendo occasione per delineare un percorso autobiografico che sia non soltanto spunto di meditazione multipla, ma anche testimonianza di fasi ed epoche.

Al lettore risulta del tutto naturale apprendere che i cantanti si rivolgano allo scrittore-poeta per cantarne i versi: “Con queste righe rispondevo alla richiesta di Antonella Ruggiero… quelle parole mute sono diventate una canzone e hanno trovato ospitalità nelle corde vocali più cristalline della canzone italiana”. E ciò fornisce a Erri De Luca il destro per ripercorrere con la memoria un sentiero esistenziale che dalle origini  (“Vengo da questo arrangiamento musicale della mia superficie meridionale e terrestre”) passa attraverso l’epoca della protesta (musicalmente rappresentata da Bob Dylan: “La lettura di Kerouac, Sulla strada, aveva completato l’istigazione a scavalcare l’uscio della casa e a non tornarci”) per culminare in drammatiche esperienze di vita (in Tanzania “… i cori diventavano le cornamuse degli zampognari… in una radura vicino all’equatore, a occhi chiusi, venivo spostato nei mesi di dicembre dell’infanzia””) e di guerra (“Belgrado… sentivo battere la più potente grancassa della mia vita”).

Che la musica sia per tutti – scrittori compresi – momento di aggregazione (“Qualche sera nella stanza officina di Mauro Corona a Erto ho cantato al suono dell’armonica a fiato suonata da lui”) è un fatto risaputo, ma Erri De Luca concentra piuttosto la sua attenzione su una tesi affascinante: non soltanto l’uomo (“Il corpo è il più antico strumento musicale”), ma l’intero mondo può essere visto con logica musicale: “Sulle nostre alture si rizzano pale a vento per produrre elettricità. Ci starebbero bene anche un po’ di arpe eoliche per tradurre in musica il vento”.

L’opera, come sempre, si esprime nello stile poetico e aforismatico che fa di Erri De Luca un cantore ispirato del nostro tempo: “Un pezzo di ebano diventa clarinetto in sette anni, stagiona più del Brunello di Montalcino”…

Bruno Elpis

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