Ho intervistato GiØve, una cantautrice torinese classe 1999, all’anagrafe Giorgia Li Vecchi. Nonostante la giovane età, GiØve sembra mostrare maturità nella scrittura. Le influenze musicali strizzano chiaramente l’occhio alla musica elettronica e al contemporaneo indie-pop. Nei testi dalle tinte romantico-gotiche Giorgia si rifà anche alla letteratura da Wilde a Dante, che cita nel suo brano d’esordio Diablo.
Al primo singolo è seguito Porcellana e, in estate, potrebbe arrivare un feat. Anche in questo secondo brano troviamo riferimenti alla letteratura. Appassionata di Agatha Christie e di romanzi psicologici, la giovanissima è senza dubbio una “voce” originale o meglio un punto di vista che può arricchire la musica italiana.
Un’artista da monitorare sicuramente per la sua singolarità.
Qui di seguito la nostra intervista.
D – Come mai questo nome GiØve?
R – Non riuscivo a trovare qualcosa che mi convincesse; alla fine, dopo tanti tentativi, ho unito Gio di Giorgia e –ve di Li Vecchi, che è il mio cognome. Comunque era un nome che mi piaceva sotto tanti punti di vista, perché sono un’appassionata della mitologia greca, anche di astronomia, quindi mi piacevano i due significati. E mi piaceva anche l’idea di usare un nome che normalmente viene attribuito a un ragazzo, a un maschio.
D – Come nascono le tue canzoni?
R – Solitamente mi viene una melodia abbinata a un testo, che poi non è mai quello che tengo. Con parole un po’ “così”, tanto per avere la metrica. Poi – una volta che ho lo scheletro della canzone, almeno la strofa, magari in un secondo momento vado con il ritornello – inizio a scrivere il testo effettivo. Di solito riesco a scriverlo in poco tempo, più o meno una media di venti minuti. E poi – a volte, in pochi casi – è capitato che io sia partita proprio dal testo e da lì ho costruito intorno melodia e arrangiamenti.
D – A livello di influenze musicali che cosa ti stimola sia del passato sia della nuova scena musicale?
R – Sicuramente in primis il cantautorato italiano, perché sono cresciuta proprio ascoltando i cantautori grazie a mio padre, che li ha sempre seguiti. Quindi i miei riferimenti principali sono proprio Battisti e Mogol, sia musicalmente sia per la scrittura. Poi ovviamente vi sono anche tanti altri cantautori come Tenco, Gino Paoli, Endrigo. Sopratutto per quanto riguarda l’aspetto testuale. A livello di sonorità mi ispiro più alla musica estera contemporanea: molta musica elettronica, indie, indie pop. Ovviamente ci sono anche altri tipi di ascolti. Ho gusti molto vari. Anche i Beatles. Per quanto riguarda la musica straniera anche un po’ di vecchio stile.
D – Parliamo di collaborazioni: se tu dovessi chiudere gli occhi e dire “ok mi piacerebbe collaborare con…”
R – Allora sicuramente guarderei alla scena italiana contemporanea e quindi direi: Gazzelle, Gli Psicologi, Ariete, Franco 126. Sono quelli che ascolto di più al momento e quindi mi piacerebbe davvero molto collaborare con loro. Poi ho sempre avuto un sogno nel cassetto: non succederà mai, forse però… sarebbe un cantante inglese che amo davvero tantissimo: si chiama Tom Odell, è il mio preferito in assoluto.
D – Hai qualcosa in uscita prossimamente?
R – Si, anche se ancora non è stato stabilito nulla di preciso riguardo la data. Probabilmente uscirà un feat. con un artista emergente, verso la fine di giugno.
D – So che sei anche una lettrice. Cosa ti piace leggere solitamente?
R – Gialli e thriller psicologici, sono anche una fan accanita di Agatha Christie e poi, in generale, prediligo i romanzi che trattano di temi psicologici. Il mio preferito è un romanzo di Daniele Mencarelli, “Tutto chiede salvezza”, che ha vinto il Premio Strega Giovani l’anno scorso.
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