Ho intervistato il cantautore milanese Daniele Isola che ci ha raccontato dell’ultimo singolo VodkaRedBull (LaPop) e della sua visone della musica in questo periodo particolare. Ci incontriamo vicino a un caffè in Via Paolo Sarpi a Milano, il clima è surreale, Daniele mi racconta di lui, così scopro dettagli interessanti che abbiamo riportato in questa intervista.
D – Chi è Daniele Isola?
R – Be’, siamo tutti alla perenne ricerca di noi stessi, no?

Sono una persona che, da bambino, quando ha incontrato la musica, se ne è innamorato e da adulto continua a rincorrere questa passione.
D – Ci parli del tuo ultimo singolo? Perché questo titolo?
R – L’ultimo singolo parla della linea che divide la vita dalla vita che facciamo sui social network. Dove finisce una cosa e comincia l’altra? Cosa c’è di vero in entrambe?
Non per demonizzare l’uso che ne facciamo, ma per cominciare a renderci conto di quanto le due cose ormai siano mischiate. Come in un cocktail, appunto! Tra due elementi che apparentemente non si mischierebbero: un super alcolico e una bevanda energetica!
D – Quasi fosse un paradosso, in quest’epoca frenetica adesso tutto rallenta. Tu come vivi questo periodo e come influisce sulla tua musica?
R – A dir la verità io non ho rallentato più di tanto! Di certo è cambiato il rapporto con la casa e le dinamiche che la regolavano. Però la conseguenza più grande di questo periodo è l’assenza dei live, del palco e di tutto quello che si genera attorno alla musica dal vivo. Sudore, viaggi, incontri… fatica, per carità, ma sempre ripagata dal bagaglio che ti riporti a casa. Per il momento è tutto in pausa.
D – Come nascono le tue canzoni?
R – “Le mie canzoni nascono da sole, vengono fuori già con le parole” cit.
D – Ultimamente hai collaborato con Enrico Cortellino. Ti va di raccontarci come è andata la collaborazione?
R – Era il primo lockdown (e già chiamarlo primo fa venire i brividi!): è stato un periodo in cui tra “colleghi” ci si è confrontati molto. Stavo lavorando a nuovi brani e, parlando con Enrico, gli ho consegnato un paio di pezzi nei quali sentivo che mancava qualcosa. A distanza, abbiamo lavorato al suo featuring. Devo dire che è stato divertente, ma soprattutto stimolante, in un momento in cui – come dicevamo prima – sono cambiati tempi e dinamiche nei rapporti. Questa è stata certamente una piacevole scoperta!
D – Con quali altri artisti ti piacerebbe realizzare un featuring?
R – Molti. Per non fare un elenco lunghissimo e scontato, ti cito Dardust (Dario Faini). Penso che i migliori risultati, nel panorama italiano degli ultimi tempi, abbiano il suo zampino.
D – Hai intenzione di pubblicare un disco o continuerai a proporre al tuo pubblico un brano per volta?
R – Data la mia età anagrafica, ho avuto e ho ancora un ottimo rapporto con il formato disco!

Diciamo che ora il mercato impone un’uscita costante e continua piuttosto che un album. Poi la verità è che, come al solito, non ci sono regole (vedi Bersani e Bianconi che hanno pubblicato due dischi). Quindi una risposta alla tua domanda ora non c’è!
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