L’esordiente (almeno in campo letterario) Glenn Cooper ci narra tre storie che si svolgono in epoche molto distanti l’una dall’altra, ma che sono strettamente connesse.
Anno 777. Il settimo figlio di un maniscalco viene alla luce il settimo giorno del settimo mese. La tradizione vuole che il settimo figlio nato da un padre a sua volta nato come settimo sia portatore di cattivi auspici. Il ragazzo sin dall’inizio si comporta in modo bizzarro. Non comunica con gli altri ma, ancora bambino, inizia a scrivere un elenco di nomi con accanto una data (di nascita o di morte). Lo stesso faranno i suoi figli, e così i figli dei figli.
Anno 1947. Un archeologo con la sua squadra fa una scoperta eccezionale. Le autorità britanniche vengono coinvolte ma, incapaci di gestire la complessità delle verità venute a galla, decidono di scaricare il problema sul governo americano, che si fa carico della conservazione di questo incredibile segreto.
Oggi. Una cartolina con impressa una bara ed una data. Questo è il marchio di riconoscimento del serial killer Doomsday che ha iniziato a mietere vittime a New York City. Incaricato di investigare sul caso è l’agente speciale dell’FBI Will Piper, affiancato dalla collega Nancy.
La narrazione è molto chiara, nonostante l’intreccio complesso. Un buon libro di esordio, dunque, per un personaggio di successo che ha voluto dimostrare di essere anche in grado di scrivere un bestseller. E, che piaccia o meno questa sua prima opera, la diffusione avuta a livello mondiale rende palese come Cooper sia riuscito nel suo intento.
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