Maurizio De Giovanni pubblica un nuovo romanzo giallo: Dodici rose a Settembre. Nuova è anche la figura protagonista: si chiama Mina (o meglio, all’anagrafe, Gelsomina) Settembre, è assistente sociale nei Quartieri Spagnoli di Napoli, quarantenne separata dal marito Claudio, ha due problemi fondamentali: le sue giornate che sono GDM (comprensibile il significato sotteso) e la madre invalida, ma saccente, che le rimprovera continuamente di non avere un uomo che garantisca loro un alto tenore di vita. Contemporaneamente Napoli è sconvolta da parecchi omicidi, tutti preceduti dall’invio quotidiano di rose rosse. Omicidi nei quali “se è vero che sentiva forte e chiara la passione in ogni delitto, rabbia cieca, (…) era altrettanto vero che la pianificazione degli assassini era follemente lucida”.
Qual è il significato intrinseco e simbolico di queste rose?
La stessa Mina è in pericolo?
Chi la salverà?
Forse il bel ginecologo Domenico detto Mimmo?
Un giallo gradevole, un noir la cui investigazione non è al centro del romanzo: la narrazione infatti predilige la caratterizzazione dei personaggi e l’ambientazione in cui vivono. Un testo spesso ironico, al limite del cinismo, che coinvolge benevolmente il lettore.
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