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Racconti

I delitti della Rue Morgue

a cura di Redazione i-LIBRI

I delitti della Rue Morgue – La graphic novel con disegni di Massimo Jatosti

I delitti della Rue Morgue di Edgar Allan Poe, primo racconto poliziesco della Storia, inizia di notte, nella Parigi ottocentesca.

Auguste C. Dupin, giovane gentiluomo di buona famiglia che ha perso quasi tutte le sue ricchezze – l’unico lusso che si concede sono i libri –, amante della “notte per amor della notte” per citare Poe, cammina nelle tenebre con un amico con cui vive, come i due fanno di solito. È così che vengono a conoscenza di un duplice delitto: madre e figlia uccise brutalmente nella strada del titolo.

A Madame L’Espanaye qualcuno, scopriremo poi con un rasoio, ha tagliato la gola. Quando cercano di sollevarla, come scrive l’autore, americano, il capo si stacca dal collo. La figlia è stata strangolata e messa nella canna fumaria a testa in giù. Porte e finestre sono chiuse dall’interno. La polizia non ha alcun indizio per fare luce su questi crimini.

Dupin ha molte caratteristiche di Poe, a partire dalle sue capacità analitiche. Con questo personaggio, di culto, lo scrittore crea un genere: l’investigatore che risolve casi apparentemente impossibili usando la testa e facendo ricerche sul campo, che trova le soluzioni anche con il corpo come direbbe Dupin.

Quando arrestano il dipendente di una banca, che in passato aveva aiutato il protagonista, Dupin si sente in dovere di occuparsi dei delitti della Rue Morgue e di dimostrare la sua innocenza. Conoscendo il prefetto della polizia di Parigi, ottiene il permesso di andare sul luogo del delitto, dove troverà, lui sì, le prove che renderanno meno misterioso, alla fine del testo, quello che è avvenuto in quella casa. Per evitare di dimostrare quello che non è e di negare quello che è.
Per amore della giustizia e per gratitudine verso chi non l’aveva abbandonato quando si era trovato in difficoltà.

Nella casa dell’orrore l’investigatore scopre, osservando le cose attentamente, usando, appunto, il cervello, che il colpevole è in realtà fuggito da una finestra, ma quanta forza ci vuole a fare quello che ha fatto? Una forza straordinaria, quasi soprannaturale, non umana. E perché i testimoni dicono di avere sentito due voci che discutevano, una di un uomo francese e l’altra in una lingua che nessuno ha saputo riconoscere? Di chi è quella voce strana, acuta, che emette suoni che non sembrano parole? Chi ha una simile agilità? Perché ha lasciato quattromila franchi, in oro, consegnati alle vittime dall’impiegato di banca, poi arrestato? Perché ha ucciso in questo modo, senza movente? Uno dei colpi di scena del racconto è quando Dupin fa vedere al suo amico dei capelli, stranissimi, non umani, raccolti sul luogo del delitto, e, sottolinea l’investigatore, oltre a tutte le considerazioni già fatte anche i segni sui corpi delle vittime non possono provenire da mani umane.

Grazie alla sua cultura – il potere dei libri! – a Dupin viene in mente il grande orangutan fulvo delle Indie Orientali: statura gigantesca, forza portentosa, agilità, “selvaggia ferocia” e la tendenza a imitare ciò che vede. E se l’assassino non fosse un essere umano? Il colpevole è un orangutan portato a Parigi da un marinaio di una nave maltese, che sperava di venderlo.

Per avere conferma della sua tesi Dupin mette un annuncio su un giornale, fingendo di avere trovato l’animale e di non sapere niente dei delitti. Il marinaio cade nella trappola e si presenta da Dupin, spiegando all’investigatore e al suo amico che l’orangutan lo aveva visto farsi la barba e una notte era fuggito con un rasoio in mano, era stato attirato dalle luci di una finestra di Madame L’Espanaye e di sua figlia e le aveva uccise prima che lui, che lo inseguiva, riuscisse a fermarlo. La discussione che i testimoni hanno riportato alla polizia era la loro, mentre scappavano da Rue Morgue.

Auguste C. Dupin ha finalmente tutte le informazioni per fare liberare la persona che era stata arrestata, mentre l’animale finisce comunque in uno zoo, catturato e poi venduto…

Una ricerca della verità appassionante che ci ricorda come bisogna guardare sempre la luna e non il dito, come bisogna prestare attenzione a ogni particolare, come bisogna rispettare gli animali, lasciandoli nel loro habitat…

Edgar Allan Poe (Boston, 19 gennaio 1809 – Baltimora, 7 ottobre 1849) è stato uno scrittore, poeta, critico letterario, giornalista ed editore americano. Una mente brillante, che l’ha portato fin da subito a emergere nella sua epoca, ma anche tormentata, in una esistenza controversa. Ha sposato una cugina tredicenne, dalla cui morte, poi, non si sarebbe più ripreso, e anche la sua scomparsa, come in suo racconto, è misteriosa, per quanto riguarda le circostanze e le cause. I delitti della Rue Morgue, disponibile in tante edizioni italiane, è stato pubblicato per la prima volta nel 1841.

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Il testo del racconto di Poe su liberliber

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