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Racconti

Lunedì o martedì, un racconto di Virginia Woolf

a cura di Bruno Elpis

 

Quanti pensieri su un volo di airone.
O i nostri pensieri sono voli di airone?
Hanno le ali, risplendono e fiammeggiano con le scintille del camino.
Questo racconto è una tavolozza di colori: il bianco eburneo delle piume e dell’abisso, schizzi d’argento, l’oro della luce in scaglie, la nerezza delle tenebre e delle parole, il bagliore rosso del fuoco.
Pigro e indifferente l’airone ritorna; il cielo vela le sue stelle; poi le scopre.”
E la verità?, chiede Virginia Woolf, ce lo chiediamo noi inseguendo il volo dell’airone.

Bruno Elpis

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Lunedì o martedì

Pigro e indifferente, scrollando via lo spazio dalle ali con disinvoltura, sicuro della sua direzione, l’airone passa sopra la chiesa, sotto il cielo. Bianco e lontano, assorto in se stesso, senza posa copre e scopre il cielo, si muove e resta. Un lago? Cancellane le sue rive! Una montagna? Oh, perfetta – il sole è oro sulle sue pendici. Ora sparisce ed ecco le felci, o piume bianche, per sempre, per sempre.
Desiderare il vero, attenderlo, laboriosamente distillare poche parole, sempre desiderare – (si leva un grido a sinistra, un altro a destra. Ruote che tracciano strade divergenti. Omnibus che si ammassano in conflitto) – sempre desiderare – (l’orologio assicura con dodici colpi netti che è mezzogiorno; la luce sparge scaglie d’oro; i bambini sciamano) – sempre desiderare il vero. Rossa è la cupola; monete pendono dagli alberi; su dai comignoli si arrampica il fumo; abbaiare, vociare, un grido “ferro da vendere” – e la verità?
Convergenti verso un punto piedi di uomini e piedi di donne, incrostati di nero o d’oro – (tempo nebbioso – Zucchero? No, grazie – la repubblica del futuro) – il caminetto lancia dardi di luce e arrossa la stanza, ma non le figure scure con i loro occhi lucenti, mentre fuori un carro scarica, Miss Thingummy beve un tè al suo tavolo, e la vetrina protegge i mantelli di pelliccia.
Ondeggiante, leggera come una foglia, ammucchiata negli angoli, soffiati tra le ruote, schizzata d’argento, a casa o non a casa, raccolta, sparsa, frantumata in singole scaglie, spazzata su, giù, strappata, affondata, radunata – e la verità?
Ora accanto al fuoco ricordare sulla bianca tavola di marmo. Da abissi di avorio le parole sorgendo spargono la loro nerezza, sbocciano e penetrano. Caduto il libro; nella fiamma, nel fumo, nelle scintille improvvise – o viaggiando, la tavola di marmo sollevata in volo, e al di sotto minareti e mari dell’India, mentre lo spazio corre azzurro e le stelle splendono – la verità? o qui, nella prossimità appagante?
Pigro e indifferente l’airone ritorna; il cielo vela le sue stelle; poi le scopre.

Virginia Woolf, “Tutti i racconti”, La Tartaruga edizioni, pagg. 154-155

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