Il romanzo Le origini del potere narra la vita di Giuliano della Rovere, vissuto a cavallo tra il XV e il XVI secolo e salito al soglio pontificio nell’anno 1503, con il nome di Giulio II.
Il Papa, in quegli anni, esercitava un potere assoluto sui territori dello Stato Pontificio, allo stesso tempo influenzando in modo determinante le sorti delle altre monarchie cristiane europee.
Proprio questo immenso potere, accompagnato da altrettante grandi ricchezze, rendeva il soglio pontificio un obiettivo ambizioso e allettante ed era causa di acerbi conflitti tra le famiglie più influenti di Roma, con complotti e macchinazioni degni dei più creativi sceneggiatori di Hollywood.
È in questa Roma che Alessandra Selmi ambienta il suo romanzo, presentandoci Giuliano fin dai tempi in cui vi si trasferì per partecipare alla festa organizzata per l’elezione a pontefice dello zio Francesco della Rovere (Sisto IV).
Avendo vissuto la gran parte della propria vita in convento, Giuliano inizialmente era impreparato al genere di vita che lo avrebbe atteso a Roma, ma apprese in fretta la complessa arte della diplomazia e dell’intrigo (il titolo del romanzo, d’altronde, è evocativo), riuscendo a consolidare la propria posizione con la nomina a cardinale di San Pietro in Vincoli, titolo che in precedenza era stato dello zio pontefice.
Alcuni personaggi accompagnano più di altri la storia di Giuliano. Tra questi: Rodrigo Borgia: molto vicino allo zio di Giuliano ai tempi del suo arrivo a Roma, diventa poi il suo principale antagonista, alternando brevi alleanze a crudeli macchinazioni, e viene dipinto come il simbolo della decadenza morale della Roma di quegli anni. Completamente disinteressato (a differenza di Giuliano) alle questioni religiose, la sua vita è volta unicamente al raggiungimento del potere.
Lucrezia Normanni: giovane nobile appartenente a una famiglia ormai in difficoltà, Lucrezia è con Giuliano fin dalla sera che questi trascorre a Roma per le celebrazioni in onore dello zio e resta accanto a lui per tutta la vita.
Bernardino De Cupis: è l’uomo di fiducia di Giuliano che, al pari di Lucrezia, resta con lui per tutta la vita, cercando in ogni modo di proteggerlo e di aiutarlo.
Complessivamente l’autrice riesce a donarci un quadro ben disegnato della Roma rinascimentale, servendosi di un linguaggio semplice e gradevole. La narrazione è lineare e non stanca, per cui la storia scorre veloce e senza complessità, pur in presenza di un numero considerevole di personaggi, che avrebbe potuto rendere più faticosa la lettura.
Per chi non conoscesse l’autrice, Alessandra Selmi è una professionista del settore dell’editoria. Titolare di un’agenzia letteraria, cura inoltre una rubrica di critica letteraria e insegna scrittura editoriale.
Aggiungi un tuo commento
LEGGI COMMENTI ( Nessun commento )