La modella di Klimt di Gabriele Dadati, edito da Baldini & Castoldi, è un bel romanzo e una storia affascinante del capolavoro di Gustav Klimt “Ritratto di Signora”. Il protagonista però non è il famoso pittore, ma Anna, la donna che posò come modella nel ritratto, realizzato da Klimt in due versioni. Il libro conduce nell’intimo di una vicenda toccante, perché fornisce una visione umana del pittore ed intreccia magistralmente le vicende individuali dei personaggi alla storia del Novecento, fino ad arrivare al 2019.
Per la sua particolare “doppiezza”, il dipinto ha suscitato grande interesse ed è diventato un vero oggetto del desiderio: è anche per questo che la prima tela fu trafugata dal Museo di Piacenza nel 1996. Nel 2019 l’opera è stata ritrovata in un muro esterno del Museo da cui era stata sottratta. È tornata a casa o non si è mai allontanata?
Il romanzo di Dadati affronta in modo originale la rocambolesca vicenda, concentrando l’attenzione non sugli aspetti del giallo oggetto di tanti articoli di cronaca, ma sulla vera storia della donna che ispirò il dipinto, svelando le ragioni profonde dei fatti: Anna, una tessitrice scelta da Emilie Floge per un quadro da commissionare all’amico Klimt per il suo atelier di moda. Anna fu una modella fortuita che rappresentò una vera eccezione per Klimt, che amava lavorare con professioniste. La bellezza della ragazza era un po’ asciutta e trasandata, ma prometteva molto in potenza.
“Quando fu arrivata di fronte a lei, Emilie le sollevò delicatamente il mento con la destra per osservarne meglio i lineamenti, poi affondò entrambe le mani nei capelli neri acconciati sulla nuca. Li trovò ruvidi, e un poco intricati tra loro, ma erano queste le conseguenze dell’essere un’operaia. Di certo lavandoli nella maniera giusta, e soprattutto pettinandoli con pazienza, sarebbero divenuti belli come promettevano d’essere. Mentre invece non avevano certo bisogno di essere lavati, né pettinati, quei due occhi cilestrini che la luce del sole entrava a rendere quasi trasparenti, quando l’angolazione era quella giusta.“
Anna posò quindi solo una volta, ma questo evento cambiò la sua vita e colpì delicatamente il cuore del maestro: i due crearono una intimità non detta che attraverserà la loro esistenza e si protrarrà nei secoli anche grazie alle due tele del Ritratto.
Lungo un asse temporale che attraversa la seconda guerra mondiale e arriva ai giorni nostri, l’autore ci accompagna conducendoci per mano a conoscere questa donna silenziosa e intensa, ci affascina con la figura tratteggiata appena eppur così piena dell’artista, ci svela i loro segreti.
Dagli sguardi ritrosi del primo giorno, alle disgrazie della storia che li tocca, ai sentimenti manifestati e non detti, l’atelier di Klimt diventa un rifugio, una casa, un’alcova, un cuore pulsante, una testimonianza.
Dopo aver letto La modella di Klimt, si ammira il celebre quadro con occhi diversi, come se fosse una artistica istantanea di un momento fugace e reso eterno dalla pittura, che colpisce per la sua bellezza ma che trasuda anche empatia, dolore e dolcezza.
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