Saggi

Nei secoli corrotta

Iai Ivano

Descrizione: La corruzione è un male antico capace di infettare chiunque abbia tra le mani l'esercizio di un qualche potere, che contamina con la seduzione del denaro e del profitto e assedia con le armi della disonestà, dell'ingiustizia e del personalismo.

Categoria: Saggi

Editore: 13Lab

Collana:

Anno: 2017

ISBN: 9788899829230

Recensito da Redazione i-LIBRI

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Nei secoli corrotta. Saggio breve sul malcostume nella pubblica amministrazione di Ivano Iai13 Lab Edition

La corruzione è un male antico capace di infettare chiunque abbia tra le mani l’esercizio di un qualche potere, che contamina con la seduzione del denaro e del profitto e assedia con le armi della disonestà, dell’ingiustizia e del personalismo.

La pagina web dedicata all’opera nel sito della Casa Editrice 13 Lab Edition

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Ivano

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Intervista a Iai Ivano

All'era dei pirati della finanza e dell'industria, degli imperi economici costruiti sui campi di battaglia è succeduto lo scenario desolante degli anni Trenta: la borsa in caduta libera, la crisi, la disoccupazione, e "tutti quegli scandali ignobili, quei processi, quei tracolli privi di grandezza"... Come molti della sua generazione, Christophe Bohun non ha né ambizioni, né speranze, né desideri, né nostalgie. È un modesto impiegato nell'azienda che suo padre, il Bohun dell'acciaio, il Bohun del petrolio, è stato costretto, dopo un clamoroso fallimento, ad abbandonare nelle mani del socio. Si lascia svogliatamente amare da una moglie di irritante perfezione e da una cugina da sempre innamorata di lui. "È la pedina" annota la Némirovsky sulla minuta del romanzo "che viene manovrata sulla scacchiera, che per due o tremila franchi al mese sacrifica il suo tempo, la sua salute, la sua anima, la sua vita". Alla morte del padre, però, Christophe trova in un cassetto, bene in evidenza, una busta sigillata: dentro, un elenco di parlamentari, giornalisti, banchieri a cui, nel tentativo di evitare il crac, il vecchio Bohun aveva elargito somme ingenti affinché spingessero il governo ad accelerare i preparativi bellici. Riuscirà questo bruciante retaggio, questa potenziale arma di ricatto, e di riscatto, a scuotere Christophe dal suo "cupo torpore"? Difficile trovare un romanzo così puntualmente applicabile a temi e fatti di ottant'anni dopo.

Una pedina sulla scacchiera

Némirovsky Irène

Il naufragio dell’essere

Una nevicata senza precedenti, una coppia in crisi, una donna svanita nel nulla. Giornali e social media iniziano a parlare dell’impiegata quarantenne scomparsa senza lasciare una riga o un indizio. Edo e Guia sono sposati da quattro anni. D’inverno vivono a Roma, d’estate in Versilia, dove Edo gestisce lo stabilimento balneare dei suoceri. Guia è una scrittrice in cerca della consacrazione, e il loro sembra un matrimonio solido, di forte complicità. La coppia è però consumata dal desiderio di avere un figlio, che non arriva nonostante la fecondazione assistita, con le sue speranze e disillusioni. I due hanno deciso di non condividere con nessuno il calvario tra cliniche e ambulatori, e reclusi in questa bolla di intimità sembrano essere sempre più legati tra loro. Invece l’unione è destinata a sbriciolarsi: Edo deve trattenersi a Viareggio e attraversa un insolito periodo di separazione dalla moglie, assaporando la solitudine del mare d’inverno. Guia si immerge nella stesura del suo nuovo libro. Poi però Edo incontra Anna. Single quarantenne, Anna deve difendersi dall’invadenza, ai limiti dello stalking, del suo ex fidanzato Giangi, un comico che per breve tempo ha avuto successo in tv. Fin quando Anna sparisce misteriosamente, dopo un appassionato incontro clandestino con Edo. Da qui la vicenda si avvia verso la deflagrazione. Le indagini per la scomparsa della donna suscitano un circo mediatico fragoroso e invadente, che si insinua velenosamente nelle vite dei personaggi. Edo, timoroso di essere scoperto nella sua infedeltà e di trovarsi sospettato nel caso, vorrà cercare il colpevole che crede di vedere nell’ex fidanzato di Anna, principale accusato. Guia invece si lancia in una strenua difesa di Giangi, e in quella vita di provincia, vischiosa, ipocrita, velleitaria, una tessitura di piccole bugie farà nascere il male.

Cosa resta di noi

Simi Giampaolo

Siamo narcisi che palpitano al ritmo di like desiderando una sola cosa: essere visibili e ammirati. È finito il tempo in cui erano i sentimenti di colpa a influenzare i nostri comportamenti: a guidare molti di noi, adulti e adolescenti, ora sono il nostro bisogno di visibilità sociale, di notorietà, di ammirazione continua e la paura di finire in un cono d’ombra sociale. È questa uno delle conseguenze dell’individualismo, dell’enfasi sul Sé, che si traduce spesso nell’esibizione di doti inesistenti. Ma a condurre il gioco è un Sé fragile, terrorizzato di non essere all’altezza delle aspettative, che sprofonda facilmente nella paura della vergogna, la causa più diffusa di sofferenza mentale. In pochi anni e con un’accelerazione imprevedibile è successa una catastrofe: sono spariti il Patriarcato e il suo rappresentante più noto, il Padre. Il loro posto è stato occupato dal Sé, è lui che comanda e sancisce il giusto dall’ingiusto. L’individuo, insensibile alle regole e alle leggi e in assenza di grandi narrazioni condivise, pretende di realizzarsi e di ottenere con facilità ricchezza, benessere e potere sociale. Se nelle società del passato l’urgenza era quella di adeguarsi alle regole e alla legge del Padre, oggi il desiderio più profondo dei ragazzi – ma sempre di più anche degli adulti – è quello di suscitare ammirazione. E se non c’è l’ammirazione, c’è la vergogna: risulta intollerabile l’idea di essere considerati brutti, insignificanti, privi di fascino. Alla caduta dell’etica condivisa ha corrisposto l’enfasi sull’estetica, sul potere della seduzione, sull’esibizione spudorata di doti spesso inesistenti. Ecco perché oggi la paura di essere inadeguati, di non essere all’altezza delle aspettative, di non essere desiderabili, è divenuta la causa più diffusa di sofferenza mentale. A firma di uno dei più noti e stimati psicoanalisti italiani, l’analisi feroce di un malessere crescente.

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