Narrativa

Nessuno può sfrattarci dalle stelle

Cugia Diego

Descrizione: La notte in cui in Sudafrica muore Mandela, Massimo Cruz è uno dei centoventi milioni di europei caduti in povertà. Dopo un passato come stella del varietà televisivo ha perso tutto. Ora è solo, in un casale nel bosco, con l’unica compagnia di due cani lupo e una pecora domestica, a aspettare che, all’alba, il padrone di casa e l’ufficiale giudiziario arrivino a rendere esecutivo lo sfratto. Scende le scale e trova un piccolo intruso. Sulle prime pensa a un ladruncolo. Ma chi è davvero quel bimbo che dice di chiamarsi come lui e sembra possedere una saggezza fuori dal comune? E quella del piccolo sosia non è che la prima delle imprevedibili visite che Massimo Cruz riceverà quella notte... Sospeso tra il Canto di Natale di Dickens e la magia del Piccolo Principe, Cugia scrive un libro meraviglioso e inatteso come il più bello dei regali. Una favola incantata che contiene una parte di confessione autobiografica e una riflessione sul destino.

Categoria: Narrativa

Editore: Mondadori

Collana: Omnibus

Anno: 2015

ISBN: 9788804655763

Recensito da Elpis Bruno

Le Vostre recensioni

Diego Cugia sceglie un titolo d’effetto, Nessuno può sfrattarci dalle stelle, per un’opera – un po’ fiaba e un po’ no – che i-libri indica ai suoi lettori come proposta per il periodo natalizio.

È notte (“Nel gran luccichio di pianto e stelle mi sentivo solo e senza patria”). Massimo Pietro Cruz è solo nel casolare (“Scoprirmi separato dal cielo, era questo l’apartheid che mi faceva maggiormente soffrire”). Attende di essere sfrattato dall’ufficiale giudiziario, la mattina. Ma in quell’ultima notte avviene una specie di miracolo. Compare un bambino (“Sembrava un bambino dipinto all’acquerello”): vivace nel comportamento (“Penne alle prugne – ha esultato. – Le ho inventate io!”), incisivo nelle affermazioni, curioso, creativo… al protagonista ricorda tanto qualcuno (“Ora era identico a mio padre a otto anni in una foto che tenevo in camera da letto sul comò”)… possibile che sia proprio lui?
Chi era veramente? Io stesso da piccolo? E com’era possibile che mi fossi sdoppiato…? O era il fantasma di Massimo, il mio fratellino…?”

La notte procede a colpi di sorprese, al punto che Massimo Pietro all’apice del dissesto finanziario pensa “che per tutti a questo mondo c’è una notte di riscossa”.
Intanto il casale si trasforma in una grande festa stile Folies Bergère: ce n’è per tutti i gusti (“Lo zio Paolo e lo zio Efisio… si erano accontentati di giocare a poker in modalità gratuita”) e la famiglia Cruz si ricompone in modo metafisico fin dai primordi.
Era lo show che avevo sempre desiderato scrivere”: con l’orchestra di Duke Ellington, Yves Montand come interprete d’eccezione, Astor Piazzolla a suonare Libertango, Louis Armstrong e Jim Morrison ad animare quello che ormai è divenuto un tangodromo.

Guizzante, commovente, questa riedizione riveduta, corretta e adattata del Piccolo Principe è un’opera destinata a colpire al cuore, tanto più in un periodo come questo, quando i giorni sanno essere magici, crudeli, agrodolci… un periodo nel quale “è inutile barricarsi alle periferie dell’esistenza, c’è sempre una notte in cui te stesso ti trova”.

“Straordinaria, la vita. Se non mi avesse tolto tutto, non avrei potuto ricevere in dono una notte come quella.”

Auguri!

Bruno Elpis

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