Narrativa

Noi tre

Fortunato Mario

Descrizione: Gli anni Ottanta: la musica, i libri, le droghe, il sesso, l'amore, l'amicizia, la malattia, gli addii. "Avevano pochi mezzi, viaggiavano molto, se non altro con la fantasia, e consideravano la letteratura il proprio mondo, oltre che la principale ragion d'essere. E poiché avevano questo e quasi tutto in comune, si amarono come ci si ama da ragazzi, senza remore morali né pietà." Mario Fortunato, Pier Vittorio Tondelli, Filippo Betto. Gli anni Ottanta: la musica, i libri, le droghe, il sesso, l'amore, l'amicizia, la malattia, gli addii. "Compresi allora una cosa molto semplice e dolorosa: di tutti e tre, ero rimasto solo io, per compiere quel famoso passo verso il territorio sconosciuto del nostro passato. Pier e Filippo non c'erano più, dovevo accettarlo."

Categoria: Narrativa

Editore: Bompiani

Collana: Narratori italiani

Anno: 2016

ISBN: 9788845282171

Recensito da Elpis Bruno

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Noi tre di Mario Fortunato

Nel ricordo dell’amicizia con Pier Vittori Tondelli Tondelli e Filippo Betto, Mario Fortunato traccia un ideale parallelismo con un’altra triade di scrittori (“La nostra santissima trinità era composta da Christopher Isherwood, Wystan Auden e Stephen Spender, in quest’ordine di importanza. Nei loro libri, ancora a distanza di tanto tempo, ritrovo biglietti e cartoline sia di Pier sia di Filippo…”). Ma il tono letterario del parallelismo si stempera pagina dopo pagina, sopraffatto dal rimpianto per le assenze.

Noi tre – più che tratteggiare le personalità dei due amici tragicamente scomparsi (“Filippo era sfuggente, complicato, camaleontico”) – è la raffigurazione di un rapporto complesso (“Noi tre costituivamo in fondo una piccola società segreta, o no?”) e complice (“Era sempre sottointeso che quanto dicevamo e facevamo tra di noi dovesse rimanere ignoto a chiunque altro, amanti inclusi”) in un’epoca inquieta (“Se nel presente il desiderio è la normalità, noi eravamo diversi. E irregolari, e molto orgogliosi di esserlo”) e drammaticamente minacciata (“Un male misterioso e acronimo, che andava pazzo per i giovani di talento”).

Di Tondelli viene delineata una rapida scansione delle opere e del Progetto under 25. Ma i ricordi commossi del tempo trascorso con lui s’impongono sulla produzione letteraria: il culmine dell’intesa in una serata in via Abbadesse (la casa milanese di Tondelli), una vacanza a Myconos (“Mariolain, erano anni che non mi divertivo tanto”)…

La pulsione a scrivere quest’opera è dichiarata nell’incipit (“In ogni amicizia si nasconde un rimorso”) e viene confermata nel finale: “Io sto usando il mio senso di colpa per non aver capito che, di ritorno da New York, Pier era già ostaggio del famoso acronimo e che Filippo – il nostro infelice wrong blond – portava in sé i germi di un’inquietudine mortale, che non ho mai cercato di lenire.”

Bruno Elpis

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