Raccolte

UNA NOTTE SUL TRENO DELLA VIA LATTEA E ALTRI RACCONTI

Kenji Miyazawa

Descrizione: Sei fiabe in cui è raccolta tutta la poetica di Miyazawa Kenji, scienziato, buddista, agronomo e filosofo (1895-1993). Il racconto che dà il titolo alla raccolta ha ispirato numerose serie di telefilm, fumetti e cartoni animati di fantascienza.

Categoria: Raccolte

Editore: Marsilio

Collana:

Anno: 1994

ISBN: 9788831760331

Recensito da Stefania De Lucia

Le Vostre recensioni

Per chi come me ha trascorso la sua infanzia negli anni ‘80, la lettura di questa piccola raccolta di racconti brevi è stata come un piccolo tuffo nel passato. Poche pagine della storia che dà titolo al libro e, immediatamente, si è materializzato ai miei occhi il Galaxy Express 999, il treno che viaggiava nello spazio siderale del futuro per raggiungere il pianeta Andromeda. Lì, il giovane Masai, accompagnato dalla bellissima e triste Maisha, si recava alla ricerca del corpo meccanico che gli avrebbe consentito di sopravvivere alla distruzione del pianeta terra.

Non saprei dire con esattezza quanto il cartone animato si sia ispirato all’opera di Miyazawa Kenji per dare vita alla sua storia interstellare, ma è certo che Giovanni, il piccolo protagonista di Una notte sul treno della Via Lattea, dovrà compiere il suo viaggio nello spazio dei cieli più alti per capire, esattamente come Masai, di essere un privilegiato. In modo del tutto fortuito, la sera della Festa della Via Lattea, Giovanni si ritrova a bordo di un treno, con in tasca un biglietto assai prezioso che egli non ha mai acquistato:

Caspita,– griderà il cacciatore, compagno di scompartimento – è roba preziosa quella! Con un biglietto così si può arrivare nel più alto dei cieli! E non solo lassù. È un lasciapassare che permette di andare liberamente dappertutto. Con un biglietto del genere, potete arrivare dovunque senza limiti, su questo treno della Via Lattea, nello spazio fantastico e imperfetto a quattro dimensioni. Signori miei, tanto di cappello!

La locomotiva viaggia nello spazio, costeggiando galassie di astri e pianeti, superando di molto i confini del mondo a tre dimensioni, per dirigersi verso quella quarta dimensione alla quale agli uomini comuni è dato accedere solo nel momento del trapasso definitivo ad altra vita. Si tratta di un treno che, al pari della barca di Caronte nella Divina Commedia, è deputato a traghettare le anime di chi è in vita nel mondo dei morti. Novello Dante, a Giovanni sarà concesso di tornare sulla terra, dove tarderà poco a capire di essere già stato lo spettatore di un evento tragico e doloroso che sta per verificarsi nella vita del suo giovane amico Campanella.

Forse punta di diamante della raccolta, la fiaba di Giovanni si inserisce all’interno di un progetto narrativo più ampio, che nel suo complesso potremmo definire come un insieme di piccoli quadri di una falsa semplicità. Negli altri cinque dōwa (fiabe), che Giorgio Amitrano traduce con la sua consueta eleganza, il lettore- spettatore si muove in un mondo di rapporti umani, paesaggi lunari, marini e montani, sentimenti e introspezioni. Se da un lato, infatti, ci irretiscono le fitte conversazioni tra animali e piante parlanti, che hanno lo scopo di farci registrare il delicato equilibrio che si nasconde dietro l’apparente essenza inanimata delle cose, dall’altro, invece, ci si trova prigionieri in un mondo di cacciatori più o meno consapevoli del loro operato. Lo scopo è quello di spingerci a riflettere sulla natura dei rapporti di potere, dei meccanismi di prevaricazione sociale e culturale, del carattere illusorio di ogni azione e decisione dinnanzi alle leggi immutabili che regolano la nostra esistenza.

...

Leggi tutto

LEGGI COMMENTI ( Nessun commento )

Aggiungi un tuo commento

Scrivi la tua recensione

Devi effettuare il login per aggiungere un commento oppure registrati

Miyazawa

Kenji

Libri dallo stesso autore

Intervista a Kenji Miyazawa

Democrazia: il Dio che ha fallito

Hoppe Hans-Hermann

Una scia grigio verde dagli occhi

La letteratura americana negli ultimi anni ci ha abituato a serial killer colti e sofisticati, anime mostruose chiuse dentro involucri corporei insospettabili, addirittura eleganti. Ci ha abituato ad assassini capaci di dissertare sull'eterno conflitto tra Bene e Male e a vittime incapaci di far fronte al carnefice non solo sul piano fisico ma anche su quello metafisico. Cormac McCarthy ci sorprende ancora una volta raccontando con un sogghigno il trionfo assoluto del Male. Piú simile ai personaggi del Caldwell di La via del tabacco che non a quelli di Faulkner, Lester Ballard, il protagonista di questo romanzo, è uno dei tanti «poveri bianchi» che popolano le catapecchie e i cortili del Sud rurale, le campagne fuori del tempo dove la Storia è scandita dai linciaggi e dalle pubbliche impiccagioni, dove la promiscuità e l'incesto sono la regola, dove la miseria e l'abiezione rendono incongrua, quasi surreale, la sporadica comparsa di un'aula di tribunale o di una stanza di ospedale. Nello spazio di una breve gelida stagione, Ballard, il contadino solitario, amante della caccia e del whisky fatto in casa, si trasforma in un animale da preda: da feticista a stupratore, ad assassino, a necrofilo. Le scorribande sempre piú sanguinose di questo serial killer controcorrente hanno come cornice la natura violenta e il paesaggio incantato delle montagne del Tennessee, e a commentarle è un coro di personaggi che, come sempre, attinge a quel museo degli orrori che è l'immaginazione di uno scrittore peraltro capace di insospettate, improvvise delicatezze.

Figlio di Dio

McCarthy Cormac

C'è un patrimonio di inestimabile valore nascosto in una lussuosissima villa di Hollywood Heights. Si tratta di una collezione di vini tra i più pregiati e preziosi che si possano trovare sul mercato: Lafite Rothschild, Latour, Margaux, Figeac, Pétrus.Ogni bottiglia vale migliaia di dollari e Danny Roth, un ricco avvocato, le conserva gelosamente lontano da occhi indiscreti. Ma un giorno commette un errore e accetta di parlare dei suoi favolosi esemplari al «Los Angeles Times» per la pagina di enologia. Un peccato di vanità fatale, perché durante la notte di Capodanno qualcuno fa irruzione nella villa e i vini vengono rubati. Per indagare sul furto viene assoldato Sam Leavitt, un investigatore privato dal passato oscuro e rocambolesco: prima ladro-gentiluomo, poi avvocato. Sam è l'unico in grado di risolvere velocemente questa spinosa questione, proprio grazie ai suoi trascorsi non limpidissimi. Per localizzare una refurtiva così preziosa le prime ore sono fondamentali. Ecco perché Sam non perde tempo e inizia subito un viaggio che dai filari di viti della Califomia lo porta fino nei vigneti baciati dal caldo sole del Sud della Francia, a Bordeaux, la capitale mondiale del vino. Qui, aiutato dalla bellissima e misteriosa esperta di vini Sophie Costes, si mette sulle tracce di un ricco collezionista di Marsiglia, Monsieur Reboul. È solo un caso che l'uomo l'anno prima abbia tentato di comprare parecchi dei vini scomparsi? Per scoprirlo Sam e Sophie dovranno addentrarsi nei bui corridoi della cantina di Reboul, anche usando mezzi non del tutto leciti...

IL COLLEZIONISTA DI MARSIGLIA

Mayle Peter