
Il centenario che saltò dalla finistra e scomparve
Jonasson Jonas
Descrizione: Stefan Zweig scrisse Novella degli scacchi nel 1941, pochi mesi prima di suicidarsi, insieme con la seconda moglie, nella città brasiliana di Petropolis, il 22 febbraio 1942. La notizia della sua morte fu soffocata da quelle provenienti dai fronti di guerra e così anche la sua ultima, disperata protesta, non fu che un flebile grido, quasi inudibile nel frastuono di quegli anni. Nella Novella degli scacchi lo stato d'animo di abbandono, di infinita stanchezza, di rinuncia alla lotta, che portò l'autore al suicidio, è prefigurato nella sconfitta di colui che rappresenta la sensibilità, l'intelligenza, la cultura per opera di un semianalfabeta, ottuso uomo-robot. E, a rendere ancora più crudele la disfatta dello spirito, Zweig scelse come terreno dello scontro una scacchiera. Dallo sfacelo della sua «geistigen Heimat Europa», della sua patria spirituale, l'Europa, Zweig non vuole salvare nemmeno il gioco degli scacchi, ormai appannaggio non più di uomini dotati di talento, estro, passione, ma di «campioni» come Czentovic, un rozzo quanto prodigioso accumulo di facoltà puramente meccaniche.
Categoria: Classici
Editore: Garzanti
Collana: Gli Elefanti Narrativa
Anno: 2004
ISBN: 9788811682028
PRIMA EDIZIONE
LA NOVELLA DEGLI SCACCHI
Editore:
Anno: 1941
Info:
Recensito da Michele Nenna
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Allan Karlsson compie cento anni e per l'occasione la casa di riposo dove vive intende festeggiare l'evento: Allan, però, è di un'altra idea e decide di punto in bianco di scappare. Con le pantofole ai piedi scavalca la finestra e si dirige alla stazione degli autobus. Lì ruba la valigia a un giovane biondo dall'aria feroce, sale sul primo autobus che gli capita e inizia così, sbarcando in uno sperduto villaggio svedese sconosciuto, una serie esilarante di equivoci e di incontri, anzitutto con Julius Jonsson - un settantenne ladro e truffatore. I due dovranno sfuggire al biondo che li insegue, e finiranno col farlo fuori dandogli una botta in testa con un asse. Poi, aprendo la valigia rubata, scopriranno che è piena di 52 milioni di corone svedesi, e inizieranno quindi la loro fuga dalla polizia e da una gang criminale che vuole recuperare il denaro, in un viaggio rocambolesco tra Mercedes, camion e donne fatali. Finiranno nell'esotica Bali, dove Allan troverà l'amore: l'ottantenne Amanda.
Il centenario che saltò dalla finistra e scomparve
Jonasson Jonas
1 – Introduzione alla sezione giallo – thriller – noir
È un Pasolini che si abbandona a momenti di vera e propria gioia quello che tra il giugno e l’agosto del 1959, al volante di una Fiat 1100, percorre la «lunga strada di sabbia», da Ventimiglia a Palmi e poi, spinto da una specie di «ossessione deliziosa», fino al comune siciliano più meridionale, per risalire infine la costa orientale e arrivare a Trieste. A La Spezia, da dove parte per San Terenzo e Lerici, sente che sta per avere inizio una fra le domeniche più belle della sua vita; a Livorno, non lascerebbe mai «l’enorme lungomare, pieno di ragazzi e marinai, liberi e felici»; e, finalmente, al Circeo: «Il cuore mi batte di gioia, di impazienza, di orgasmo. Solo, con la mia millecento e tutto il Sud davanti a me. L’avventura comincia». A commissionargli il viaggio è stata la rivista «Successo», che pubblicherà il reportage in tre puntate fra luglio e settembre, e Pasolini, spiaggia dopo spiaggia, incontra amici intellettuali e personaggi noti, si lascia incantare dalla gente semplice dei paeselli più remoti (a Portopalo «la gente è tutta fuori, ed è la più bella gente d’Italia, razza purissima, elegante, forte e dolce») e, portandosi in giro il suo entusiasmo per la scoperta, il suo sguardo emozionato e insieme acuto di futuro regista, annota scorci e impressioni tanto potenti da restituirci un quadro dell’Italia di allora: un’Italia in cui il boom economico, solo presagito, non riesce ancora ad avere la meglio sulla felicità del sogno pasoliniano d’innocenza.
La lunga strada di sabbia
Pasolini Pier Paolo
Un vecchio pescatore cubano lotta contro un gigantesco pescespada, simbolo della fierezza e della libertà della natura.
Il vecchio e il mare
Hemingway Ernest
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