
Sulle sedia sbagliata
Sara Rattaro
Descrizione: Dopo l'acclamata trilogia della frontiera, il nuovo, atteso romanzo di Cormac McCarthy ha ancora una volta come sfondo il confine fra Texas e Messico. La storia è però ambientata ai giorni nostri, in un paese che, come annuncia il titolo, ha abbandonato i vecchi valori per cadere in preda a una violenza cieca e incontrollata. Questa violenza si incarna in Anton Chigurh, un assassino psicopatico munito di un'arma micidiale e di una pericolosa filosofia della giustizia. Il suo avversario, un uomo del passato che non sa farsi una ragione della ferocia del presente, è lo sceriffo Bell. Entrambi sono alla ricerca di Llewelyn Moss, un reduce del Vietnam che mentre cacciava antilopi sul Rio Grande si è ritrovato sul luogo affollato di cadaveri di una battaglia fra narcotrafficanti, e ha colto al volo un'occasione che si è rivelata troppo grande per lui. L'inseguimento si svolge lungo e oltre il confine, in un crescendo di suspense e violenza. Il destino di Moss, erede di tutti i cowboy di McCarthy e dei loro valori di dignità e onore, dipende da quale dei due inseguitori lo troverà per primo. Scritto in uno stile veloce e asciutto, crudo e implacabile come una premonizione di tragedia, con i dialoghi incisivi, decisamente cinematografici che rendono unica la scrittura di McCarthy, Non è un paese per vecchi riporta il lettore nei paesaggi del Sudest degli Stati Uniti, popolati da anime perdute, uomini che, «se uno li ammazzasse tutti, toccherebbe costruire una dépendance dell'inferno».
Categoria: Narrativa
Editore: Einaudi
Collana: Supercoralli
Anno: 2006
ISBN: 9788806179670
Sulle sedia sbagliata
Sara Rattaro
Zorba il greco, lo straordinario romanzo di Nikos Kazantzakis, da cui è stato tratto il fortunato film con Anthony Quinn e Irene Papas, proposto per la prima volta ai lettori italiani in versione integrale, nella traduzione dal greco di Nicola Crocetti. Un romanzo formidabile. La storia di un uomo che ha vissuto ogni momento all'altezza del proprio desiderio. Un libro pieno di vita.
Zorba il greco
Kazantzakis Nikos
Nessuno aveva ricordato Olga. Nessuno aveva ricordato Luciano. Si muore in tanti modi. «Elda Lanza intrecciava trame con arguzia e una speciale, sottilissima ironia» – la Repubblica «Elda Lanza ha inaugurato un nuovo modo di interpretare il romanzo giallo attraverso personaggi indimenticabili e pagine ricche di colore atmosfera» – La Stampa Guardò attraverso il parabrezza, che il tergicristallo non riusciva a tenere asciutto, il cielo sopra di loro. Che non era azzurro come "quel giorno". Il cielo non era azzurro sopra Napoli. Aveva soltanto smesso di piovere. Amore e morte: mai, nella vita del brillante avvocato Max Gilardi, sono apparsi tanto strettamente intrecciati come questa volta, andando a toccare i suoi affetti più profondi e mettendo a rischio la sua stessa vita. E quando sembra che questa possa riprendere sui binari di una ritrovata normalità, l'assassinio di un conoscente, seguito da quello della moglie di lui e in seguito della sua giovane amante, lo riportano a fare i conti con un vecchio caso mai dimenticato. Il confronto tra le vicende trascorse, tra i diversi modi di amare e le donne che hanno contato per lui, lo porterà a una profonda maturazione e, forse, a far tacere i propri fantasmi. Tra Napoli e Parigi, quadri rassicuranti di vita domestica e sordidi ambienti malavitosi, si dipana l'avventura definitiva di Gilardi, in cui il passato finirà per dare un senso al presente, e viceversa. In quello che Elda Lanza aveva pensato come il capitolo finale della serie di romanzi dedicati a Max Gilardi, il talento della scrittrice brilla di una luce particolare, quella della nostalgia di ciò che è stato, ma anche di ciò che il futuro porta con sé.
L’amore al tempo delle more
Lanza Elda
Un libro sui giovani, perché i giovani, anche se non sempre lo sanno, stanno male. E non per le solite crisi esistenziali che costellano la giovinezza, ma perché un ospite inquietante, il nichilismo, si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive e orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui. Le famiglie si allarmano, la scuola non sa più cosa fare. Solo il mercato si interessa di loro per condurli sulle vie del divertimento e del consumo, dove ciò che si consuma è la loro stessa vita, che più non riesce a proiettarsi in un futuro capace di far intravedere una qualche promessa. Va da sé che, se il disagio non è del singolo individuo, l'origine non è psicologica ma culturale. Perciò inefficaci appaiono i rimedi elaborati dalla nostra cultura, sia in versione religiosa perché Dio è davvero morto, sia nella versione illuminista perché non sembra che la ragione sia oggi il regolatore dei rapporti tra gli uomini. Resta solo la 'ragione strumentale' che garantisce il progresso tecnico, ma non un ampliamento dell'orizzonte di senso per la latitanza del pensiero e l'aridità del sentimento. C'è una via d'uscita? Si può mettere alla porta l'ospite inquietante? Sì, se sapremo insegnare ai giovani l'arte del vivere, come dicevano i Greci, che consiste nel riconoscere le proprie capacità e nell'esplicitare e vederle fiorire secondo misura. Se proprio attraverso il nichilismo i giovani, adeguatamente sostenuti, sapessero compiere questo primo passo capace di farli incuriosire e innamorare di sé, l'ospite inquietante non sarebbe passato invano.
L’ospite inquietante
Galimberti Umberto
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