Fumetti

Pasolini

Toffolo Davide

Descrizione: “Pasolini” è un colloquio immaginario tra due artisti che parte da un assunto fantastico: Pasolini è vivo, e ha delle cose da dire. Molte. Essenziali. Ma è davvero lui? O un fantasma, un attore, un mitomane? Quel che è certo è che la sua conversazione con Davide Toffolo vibra di quel senso, di quell’acutezza che ne hanno reso immortale lo spirito. Toffolo cerca Pasolini tra le pagine dei suoi libri, nei ritagli di stampa, nelle interviste e ne cattura perfettamente l’essenza: la rabbia, l’inalienabile solitudine, la feroce irriducibilità del poeta sono tutte tra le pagine di quest’intenso ritratto della grazia pasoliniana a opera di uno dei più anticonformisti artisti del paese.

Categoria: Fumetti

Editore: Rizzoli

Collana: Varia

Anno: 2015

ISBN: 9788817083249

Recensito da Elpis Bruno

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Nella graphic novel intitolata “Pasolini”, Davide Toffolo immagina di incontrare il poeta (o un suo alter ego) nel 2002 per realizzare un’intervista (“Io sono uno di quelli che non amano, anzi detestano essere intervistati. Non mi rifiuto di concedere interviste per pura debolezza…”).

La metafisica intervista avviene in tre tappe: Versuta, Bologna e Ostia.
Poi Davide ripara sull’Etna e infine al Prado di Madrid.

Durante la tappa friulana, si delinea la poetica anti-borghese dello scrittore (“La mia produzione è segnata da un istintivo e profondo odio contro lo stato in cui vivo… Naturalmente con l’odio non si fa nulla… Ho rapporti o con il popolo o con gli intellettuali perché la cultura media è orribile e omologata”).

Nell’intervista bolognese, si profilano l’ispirazione cinematografica del regista (“Il mio gusto visivo non è di origine cinematografica, ma figurativa. Quello che io ho in testa, come visione, sono gli affreschi di Masaccio, di Giotto, che sono i pittori che amo di più, assieme a certi manieristi”) e la concezione estetica  (“E non riesco a immaginare… al di fuori di questa mia iniziale passione pittorica che ha l’uomo come centro di ogni prospettiva… il mio ideale estetico è diretto, massiccio e statico”).

A Ostia, è inevitabile rivivere l’assassinio dell’artista, del quale Davide Toffolo fornisce un’interpretazione narrativa e visiva molto personale.

L’intervistatore vaga sull’Etna, raggiunge Lignano (“Ho sotterrato i nastri della sua intervista sotto la sabbia della laguna di Grado”) e finalmente al Prado di Madrid (“C’è una poesia, Patmos, dove Pasolini racconta di essere dentro a un quadro di Velasquez – ndr: La fucina di Vulcano”) trova un proprio modo per re-incontrare PPP (“Forse l’ho trovato, di sicuro lui ha trovato me”).

Nella sezione finale vengono illustrati alcuni aforismi (“La stampa ha fatto di me un controtipo morale”) divenuti molto celebri  (“La mia indipendenza, che è la mia forza, implica la mia solitudine, che è la mia debolezza”).

Bruno Elpis

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