Milva canta Merini
Milva canta Merini, pubblicato nel 2004, è un album di Milva, che ci ha lasciato il 23 aprile.
L’album musica alcune celebri poesie di Alda Merini su note di Giovanni Nuti. Le poesie musicate sono quasi tutte state pubblicate nel corso degli anni novanta con due eccezioni: Prima di venire è del 2003 e rappresenta un omaggio a Vincenzo Mollica, mentre Gli occhi di Milva è un componimento inedito che la poetessa ha dedicato alla cantante.
Nello stesso anno dell’uscita del cd, il 2004, Milva ha presentato il lavoro in coppia con il compositore Giovanni Nuti e Alda Merini al Piccolo teatro di Milano, nella sede del Teatro Strehler. Gli spettacoli sono stati replicati anche nel corso del 2005. Ed ecco la tracklist dell’album:
Ed ecco i testi dei componimenti di Alda Merini:
GLI OCCHI DI MILVA
(A. Merini, giugno 2003 – G. Nuti)
Non occorre che io mi sieda sul letto a rivedere i sogni perduti,
basta guardare gli occhi di Milva e vedo la mia felicità.
Coloro che pensano che la poesia sia disperazione
non sanno che la poesia è una donna superba
e ha la chioma rossa.
Io ho ammazzato (ucciso) tutti i miei amanti
perché volevano vedermi piangere
ed ero soltanto felice.
SONO NATA IL 21 A PRIMAVERA
(A. Merini – Giovanni Nuti)
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.
da Vuoto d’amore, © 1991 Giulio Einaudi Editore SpA, Torino
NELLA NOTTE CHE GEME IL TUO PATIRE
(A. Merini – Giovanni Nuti)
Nella notte che geme il tuo patire
irto di inganni e che dannata cresce
questa stanca paura di dormire
che mi abbaglia pure l’avvenire
che tarda invece.
Così su questa grazia malaccorta
di gemme che mi fa a volte paura
la tua possanza pur raccolta e pura
si gemma di prudenza.
Potessi amore mio di te far senza
mentre che mi aggroviglio alle distanze
ferma come se fossi il mio destino cieco
trovo in te che sei divino
l’ansia di questo fervido divieto,
O tu possente mia carezza e vento
dimmi che sento ancora la violenza
di un sussulto profondo e magistrale
dimmi amore che non sei il mio maestrale
ma solo vento.
da Vuoto d’amore, © 1991 Giulio Einaudi Editore SpA, Torino
GLI INGUINI
(A. Merini – Giovanni Nuti)
Gli inguini sono la forza dell’anima
tacita e oscura,
un germoglio di foglie
da cui esce il seme del vivere.
Gli inguini sono tormento,
sono poesia e paranoia,
delirio di uomini.
Perdersi nella giungla dei sensi,
asfaltare l’anima di veleno,
ma dagli inguini può germogliare Dio!
E Sant’Agostino e Abelardo,
allora il miscuglio delle voci
scenderà fino alle nostre carni
a strapparci il gemito oscuro
delle nascite ultraterrestri
da Vuoto d’amore, © 1991 Giulio Einaudi Editore SpA, Torino
LA CANZONE DELL’UOMO INFEDELE
(A. Merini – Giovanni Nuti)
Il mio uomo è uguale al Signore
Il mio uomo è uguale agli Dei
Se lui mi tocca
Io mi sento una donna
E mi sento l’acqua che scorre
Nei lecci della vita.
Il mio uomo è un puro sangue che corre
Mentre io cavallerizza da nulla
Sto immobile a terra
Il mio uomo è una chitarra felice
E io sono la sua canzone
Ma lui non mi canta mai
Perché?
Aspetto che la chitarra si rompa
Per vivere…
Il mio uomo è un uomo crudele
Il mio uomo è la mia preghiera
E’ uguale a Rilke e a Garcia
E’ uguale a Savonarola
Ma il mio uomo tocca altri inguini ed altri capelli
E’ generoso con le fanciulle dorate
E lascia me povera
Di vecchiezza e di vita a morire per lui.
Il mio uomo se si denuda
Ha il petto villoso come le aquile
Ma un rostro che ferisce a fondo
E punisce i pentimenti d’amore
Allora io gli mostro le mie carni ferite
E maledico la sorte,
ma se il mio uomo sorride
io torno a fiorire e divento una bianca luna
che si specchia nel mare.
da Vuoto d’amore, © 1991 Giulio Einaudi Editore SpA, Torino
I SANDALI
(A. Merini – G. Nuti/C. Valli)
Hai dimenticato i sandali amore
I tuoi sandali di desiderio
li ha trovati sotto il mio letto
il mio portiere
scopando notte tempo di notte
ha trovato i tuoi sandali;
vieni a prendere i tuoi sandali amore
I sandali di legno di sandalo
I sandali di legno biblico
I sandali di legno di sandalo
I sandali di legno biblico
Buttali in testa al signore
Che ci ha diviso il cuore
da Un’anima indocile, © 1996 Giulio Einaudi Editore SpA, Torino
PRIMA DI VENIRE
Lettera a Mollica (A. Merini – G. Nuti/C. Valli)
Prima di venire
portami tre rose rosse
prima di venire
portami un grosso ditale
perché devo ricucirmi il cuore
e portami una lunga pazienza
grande come un telo d’amore
Prima di venire
dai un calcio al muro di fronte
perché lì dentro c’è la spia
che ha guardato in faccia il mio amore
prima di venire
socchiudi piano la porta
e se io sto piangendo
chiama i violini migliori
Prima di venire
dimmi che sei già andato via
perché io mi spaventerei
e prima di andare via
smetti di salutarmi
perché a lungo non vivrei
da Clinica dell’abbandono, © 2003 Giulio Einaudi Editore SpA, Torino
JOHNNY GUITAR
(Peggy Lee – Victor Young)
Tema dal film “Johnny Guitar”,
Regia di Nicholas Ray (USA, 1954)
LA TERRA SANTA
(A. Merini – G. Nuti)
Ho conosciuto Gerico,
ho avuto anch’io la mia Palestina,
e le acque limpide del Giordano.
Le mura del manicomio
erano le mura di Gerico
e una pozza di acqua infettata
ci ha battezzati tutti.
Lì dentro eravamo ebrei
e i Farisei erano in alto
e c’era anche il Messia
confuso dentro la folla:
un pazzo che guardava i Cieli
e implorava ridendo
Noi tutti, branco d’ asceti
in un avello d’orrore
noi tutti dentro l’amore
eravamo come gli uccelli.
E ogni tanto una rete
oscura ci imprigionava
ma andavamo verso la messe,
la messe di nostro Signore
e Cristo il Redentore
confinato dietro una rete
urlava a squarciagola
tutto il suo male in Dio.
Fummo lavati e sepolti
odoravamo di incenso.
e dopo, quando amavamo,
ci facevano gli elettroshock
perché, dicevano,
un pazzo non deve amare nessuno.
Ma un giorno da dentro l’avello
qualcosa mi ha risvegliata
e anch’io come Gesù
ho avuto la mia resurrezione
sono tornata alla vita
ma non sono salita ai cieli
sono discesa all’inferno
da dove riguardo stupita
le mura di Gerico antica.
Da Vuoto d’amore, © 1991 Giulio Einaudi Editore SpA, Torino
SPAZIO
(A. Merini – G. Nuti)
Spazio spazio io voglio, tanto spazio
per dolcissima muovermi ferita
voglio spazio per cantare
crescere errare
saltare il fosso
della divina pazienza
Spazio datemi spazio
ch’io lanci un urlo inumano,
quell’urlo di silenzio negli anni
che ho toccato con mano.
Da Vuoto d’amore, © 1991 Giulio Einaudi Editore SpA, Torino
L’ALBATROS
(A. Merini – G. Nuti)
Io ero un uccello
dal bianco ventre gentile
qualcuno mi ha tagliato la gola
per riderci sopra
non so.
Io ero un albatro grande
e volteggiavo sui mari
qualcuno ha fermato il mio viaggio
senza nessuna carità di suono.
Ma anche distesa per terra
io canto ora per te
le mie canzoni d’amore.
Da Vuoto d’amore, © 1991 Giulio Einaudi Editore SpA, Torino
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