
Giulia, una donna fra due Papi
Lorusso Del Linz Silvia
Descrizione: Cosa fare per trasformare le cose che non ci piacciono? Come cambiare per essere felici? Non esiste una risposta giusta o una sbagliata. Esiste solo la domanda giusta. Questo libro ha il potere di rivelarci che cosa è meglio per noi. Nella coppia, in famiglia, nel lavoro, nelle relazioni interpersonali. Una serie di domande-chiave che dissipando le insicurezze e sbloccando schemi mentali di cui non siamo consapevoli, stimolano la conoscenza di noi stessi e mettono a fuoco i nostri reali desideri, fino a farci scoprire quali scelte ci porteranno alla felicità.
Categoria: Saggi
Editore: Sperling&kupfer
Collana:
Anno: 2014
ISBN: 978882005687215114
Recensito da Valeria Martino
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Finalmente dietro la storia e la leggenda della Sponsa Christi, appare la donna: Giulia Farnese. Un ritratto inedito e profondo di una figura femminile al centro di intrighi e trame di potere, che non si è sottratta al proprio destino, ma l'ha voluto vivere da protagonista e non da vittima. Bella, elegante, raffinata, questo ritratto le restituisce quella intensa umanità, che nessuno degli uomini che la possedevano, per folle desiderio, diritto familiare e amore coniugale (il cardinale e poi papa Rodrigo Borgia, l'ambizioso fratello Alessandro, il marito per procura Orsini) le poteva togliere.
Giulia, una donna fra due Papi
Lorusso Del Linz Silvia
Esiste il delitto perfetto? Gastmann, “demonio in forma umana”, ne è convinto, e per dimostrarlo al commissario Barlach – e vincere la scommessa fatta in una bettola sul Bosforo – getta un uomo dal ponte di Galata. Per oltre quarant’anni il commissario seguirà le orme di quella belva feroce, finché un giorno, nella tetra quiete del lago di Biel, in Svizzera, l’assassinio dell’ispettore Schmied lo metterà nuovamente di fronte all’inquietante spettro del suo nemico e degli audaci, efferati delitti da lui commessi. A Barlach non resta molto da vivere: giusto il tempo di regolare i conti.
Il giudice e il suo boia
Durrenmatt Friedrich
Ci vediamo lunedì
È domenica pomeriggio 22 marzo 1981 e al Bar Marco tra i tavoli da carte e il rumore dei flipper riecheggiano le partite di calcio. Tutti seguono la radiocronaca e controllano la schedina. A Sanremo, a pochi passi dai lustrini luccicanti del Casinò, dall'aristocratica clientela degli hotel dell'Imperatrice e dagli splendori delle ville liberty, il Bar illumina un quartiere sorto rapidamente, senza anima apparente ma stracolmo di umanità parallele. Qui sui tavoli del biliardo si sfiorano senza incontrarsi, destini impegnati a sopravvivere alla vita e vite impegnate a sopravvivere ad un destino. Vite in movimento apparente, vacuamente oscillanti al caso come la pallina della roulette, e destini sfilacciati, duri da mordere, incatenati ad un filo di necessità. Destini appesi al bancone del Bar Marco, fra un bicchiere di troppo e una sigaretta mai spenta, in attesa del tredici che ne cambierà per sempre segno e direzione. Una vincita milionaria, il furto della schedina, un mistero da risolvere in un intreccio di emozioni e traiettorie. Un ingorgo di miserie, furbizie, espedienti e sudore che trova la sua perfezione provvisoria nella geometria euclidea del biliardo, nella esatta corrispondenza della sponda, nella fredda pazienza del ragno che tesse l'ineludibile disegno della tela. Una melodia distillata in infinite modulazioni fra tonalità maggiori e minori, scale ascendenti e discendenti, alla ricerca di una cifra armonica che riempia e sazi gli spazi dell'anima ruota intorno a Mario, il barista-investigatore dalla debordante umanità.
Un pastis al bar Marco
Fellegara Morena
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