
De Amicis, Edmondo – LA PICCOLA VEDETTA LOMBARDA (Cuore, 1886)
Descrizione: “Ci sono momenti nella vita…” in cui si vorrebbe scomparire, “mandare avanti veloce”, come davanti a un film dell’orrore. E questo per Consolata Bogetto, nome dovuto alla delirante fede di sua madre, è uno di quei momenti. Mentre aspetta l’autobus, sotto una pioggia scrosciante, ovviamente sprovvista di ombrello, in attesa di raggiungere l’odiato ma inevitabile pranzo domenicale dai suoi, incontra l’uomo che le ha spezzato il cuore. E ovviamente lei non è, come in tutti i sogni a occhi aperti che ha fatto nell’ultimo anno (e tre mesi e relativi giorni e ore), accompagnata da un uomo meraviglioso e adorante, fasciata in un abitino sexy, nel privé di un locale trendy. Ma è in mezzo alla strada, con i capelli incollati al volto e il trucco sciolto, mentre lui la saluta da un ombrello formato gigante accanto alla nuova impeccabile compagna e a una carrozzina rosa. Quando si dice “fortuna”. Meno male che nella sua vita ci sono alcuni punti fermi. La famiglia: una madre logorroica che per vederla sposata sarebbe pronta a uccidere e una sorella minore già sistemata da anni. Il lavoro in una libreria che le ha dato grandi soddisfazioni, come passare dal reparto “Hobby e Turismo” a “Gola e Cucina” dopo solo dieci anni. Per non parlare del suo migliore amico che, da quando ha ben pensato di innamorarsi della donna perfetta (cuore di Madre Teresa e corpo di Nicole Kidman), la trascura. Ma forse a tutto questo c’è una soluzione.
Categoria: Narrativa
Editore: Piemme
Collana:
Anno: 2011
ISBN: 9788856617894
Recensito da Laura Barbieri
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De Amicis, Edmondo – LA PICCOLA VEDETTA LOMBARDA (Cuore, 1886)
Alcuni anni prima di essere in odore di Pulitzer, Elizabeth Strout tornò in libreria con “Resta con me” dopo il fortunato esordio di “Amy e Isabelle”. In questo secondo romanzo, una nuova esplorazione nel caleidoscopio dei sentimenti, tutto prende forma intorno a Tyler Caskey, un pastore protestante, e al tempo in cui vive, la fine degli anni Cinquanta. Il contesto, chi ha imparato a conoscere la Strout lo sa bene, è quel Maine ancorato a un antico passato di emigrazione, una provincia con la P maiuscola, claustrofobica ma anche capace di squarci edenici su una natura dolce e screziata dai colori più intensi. Qui, a metà del secolo scorso, vive un reverendo insieme alla figlia, una bambina di cinque anni tanto silenziosa in casa quanto capace di improvvise e violente esplosioni di ribellione a scuola, con i compagni di classe e le insegnanti. Ma a West Annett, in questa comunità che è una bolla di vetro, nulla passa inosservato, men che meno la figlia di un pastore: un esempio di probità e purezza, o così dovrebbe essere. L’autorevolezza di cui gode Tyler Caskey viene così gradualmente erosa da giudizi superficiali, velenosi, mentre la sua personale convinzione religiosa subisce una profonda frattura: i sermoni sono adesso rarefatti discorsi indirizzati a una comunità viziata, perdono di senso di fronte allo spietato silenzio di una figlia che ha perso la madre in un’età in cui non si dovrebbe. Poi, nell’ora più buia di Tyler, una straordinaria scoperta metterà alla prova la sua religiosa umanità e la sua volontà di resistere alle sfide. Quelle stesse sfide che, presto o tardi, mettono alla prova ognuno di noi. “Resta con me” conduce il lettore nelle pieghe più oscure dei nostri rapporti affettivi, lì dove la vertigine provoca quello sbandamento disarmante e voluttuoso da cui, preso in mano il coraggio, potremmo però riemergere con una nuova consapevolezza. Si scende, per risalire più in alto: questa è Elizabeth Strout, nella sua scrittura puntuale, nei chiaroscuri
RESTA CON ME
Strout Elizabeth
Il protagonista, Haroun, è il fratello del'"arabo" ucciso da un certo Meursault, crimine raccontato nello Straniero di Albert Camus. Sessant'anni più tardi, Haroun, che ha vissuto l'infanzia nel trauma di quell'omicidio avvenuto su una spiaggia assolata, non si rassegna a che il fratello rimanga senza nome, nell'anonimato. Quindi prende la parola, avvia una controinchiesta, ricostruisce i fatti dal punto di vista dell'"arabo" suo fratello e ridà dignità alla vittima.
Il caso Meursault
Daoud Kamel
Presentazione dell'Autore È la storia di una donna che con ironia e spirito di osservazione mette in pratica gli insegnamenti di un filosofo, un maestro che le ha insegnato a rinascere. Dal rischio di sprofondare nell'anoressia si eleva, mettendo le ali, a filosofa lei stessa, e nella frenesia di aiutare gli altri si salva iniziando una nuova vita. Impara a non soccombere più alle prevaricazione e lo insegna a tutti quelli che incontra. Non mancano nel racconto episodi esilaranti al limite del paradosso e varie storie di sesso raccontate con eleganza, come quella del diritto all'orgasmo. Francesca, la protagonista, diventa il simbolo del riscatto femminile, una donna che non accetta più di auto-infliggersi punizioni, ma rivendica il suo ruolo paritario accanto all'uomo. Dietro la maschera di Francesca si nasconde una storia vera e un mondo di relazioni tra donne e uomini elaborate sulla panchina del dialogo. Un libro scritto per le donne e utile anche agli uomini. Dalla quarta di Alberoni: "un libro divertente e delizioso che vi darà di certo molti spunti per cavarvela nelle piccole e grandi difficoltà della vita". Informazioni sull'autrice: Maria Giovanna Farina, nata a Milano nel '62, si è laureata in Filosofia all'Università Statale di Milano e svolge la professione di consulente filosofico nella stessa città. Pioniera nel campo delle pratiche filosofiche, sempre a Milano fonda lo studio professionale Heuristic Institution prima e l'associazione culturale L'accento di Socrate poi. Collabora con varie riviste e ha una rubrica su www.siamodonne.it dove videointervista personaggi della cultura e dello spettacolo. Sul suo sito si trovano tutte le sue attività www.mariagiovannafarina.it
Ho messo le ali
Farina Maria Giovanna
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