Raccolte

RACCONTI DEL GIORNO E DELLA NOTTE

Bonura Giuseppe

Descrizione: "Giuseppe Bonura è stato un grande autore di racconti. Per vocazione e per necessità, com'è giusto che sia, perché il Novecento - il secolo al quale Bonura ha voluto conservarsi fedele con furiosa ostinazione - ha metodicamente costretto gli scrittori a misurarsi con i rigori della ferialità e addirittura con le spietatezze del mercato. Altra definizione discutibile, quest'ultima, che tuttavia trova una giustificazione almeno parziale nell'insistenza con cui, negli ultimi anni della sua vita, Bonura ha denunciato lo strapotere del "capitalismo energumeno", in un crescendo di invettive che costituiva in effetti una continua variazione del tema che, fin dall'esordio, gli era parso decisivo: il feroce dissidio che, nell'era industriale e post-industriale, oppone l'individuo alla massa. Era la sua cifra nel tappeto, la sua successione di Fibonacci". Dalla prefazione di Alessandro Zaccuri.

Categoria: Raccolte

Editore: Hacca

Collana:

Anno: 2012

ISBN: 9788889920770

Recensito da Lucilla Parisi

Le Vostre recensioni

Siamo usciti tutti insieme dalle tane e siamo corsi verso la collina, tirandoci dietro borse sacconi e stracci. Nessuno gridava o piangeva, neanche i bambini. Non c’era uno sfilaccio di nuvola e anche il mare, visto a distanza, sembrava una sterminata prateria asfaltata. Ci siamo seduti sull’erba scarmigliati e ansanti, lo sguardo fisso alla spiaggia. Non avevamo voglia di parlare, non avevamo voglia di commentare, non avevamo voglia di niente”.

I racconti dello scrittore Giuseppe Bonura, siano essi del giorno o della notte, ti lasciano in attesa del “colpo di grazia”. Non si sa a cosa siano destinati i personaggi o l’autore o il lettore stesso. Rimane una storia raccontata e nessuno sa da che parte andare. Succede esattamente come nei sogni, dove ogni cosa occupa il posto sbagliato e, anche se la mente sa di essere il regista di quella messa in scena, non può fare nulla per dare un verso diverso a ciò che accade. Spettatori del surreale.

I racconti del giorno e della notte – che poi sono anche quelli del pomeriggio e della sera (frammenti di tempo e di vita) – sono abitati da spettri: ma non quelli che ci si aspetta. Sono quelli che affollano i pensieri degli uomini e delle donne di queste pagine, individui che non possono fare a meno di raccontare o di essere raccontati. Sono immersi nella loro quotidiana normalità di mariti, industriali, preti e studiosi, ma ingabbiati in paure ed ossessioni, che ne influenzano inevitabilmente l’agire rendendoli grotteschi, tormentati, schizofrenici e inadeguati. I personaggi non riescono a trovare la sponda di realtà a cui aggrapparsi ed il lettore finisce risucchiato – con loro – da una follia ordinata ed insuperabile. Non vi è scampo alla solitudine e alla frustrazione delle loro esistenze a cui ognuno di loro finirà, a proprio modo, con l’adattarsi.

Si tratta di storie che inducono ad una riflessione necessaria su se stessi e sul perenne senso di insoddisfazione che questa società – spietata nelle sue trasformazioni – genera in ognuno di noi, rendendoci schiavi e ricercatori disperati e nevrotici della felicità, senza sapere tuttavia che cosa sia veramente.    

Questi racconti, brevi ma intensi, sono stati pubblicati a circa tre anni di distanza dalla scomparsa del suo autore, da sempre affezionato a questo tipo di narrazione capace di lasciare il lettore, per scelta o per distrazione, sospeso e confuso.

Il mondo va avanti, mi ripetevo, ma andando avanti non gli capita mai di fermarsi per considerare con meraviglia e con angoscia ciò che ha combinato. Come mai? Pervenni ad una conclusione sorprendente. Il mondo non ha curiosità, questa è la sua vera natura. Un uomo che inciampi in una merda di cane, scusate l’espressione, ritorna sui suoi passi e osserva il maleodorante involtino. Il mondo no, prosegue imperterrito”.

 

...

Leggi tutto

LEGGI COMMENTI ( Nessun commento )

Aggiungi un tuo commento

Scrivi la tua recensione

Devi effettuare il login per aggiungere un commento oppure registrati

Giuseppe

Bonura

Libri dallo stesso autore

Intervista a Bonura Giuseppe

La guerra del cinema

Puttnam David

A quindici anni, Mariam non è mai stata a Herat. Dalla sua "kolba" di legno in cima alla collina, osserva i minareti in lontananza e attende con ansia l'arrivo del giovedì, il giorno in cui il padre le fa visita e le parla di poeti e giardini meravigliosi, di razzi che atterrano sulla luna e dei film che proietta nel suo cinema. Mariam vorrebbe avere le ali per raggiungere la casa del padre, dove lui non la porterà mai perché Mariam è una "harami", una bastarda, e sarebbe un'umiliazione per le sue tre mogli e i dieci figli legittimi ospitarla sotto lo stesso tetto. Vorrebbe anche andare a scuola, ma sarebbe inutile, le dice sua madre, come lucidare una sputacchiera. L'unica cosa che deve imparare è la sopportazione. Laila è nata a Kabul la notte della rivoluzione, nell'aprile del 1978. Aveva solo due anni quando i suoi fratelli si sono arruolati nella jihad. Per questo, il giorno del loro funerale, le è difficile piangere. Per Laila, il vero fratello è Tariq, il bambino dei vicini, che ha perso una gamba su una mina antiuomo ma sa difenderla dai dispetti dei coetanei; il compagno di giochi che le insegna le parolacce in pashtu e ogni sera le dà la buonanotte con segnali luminosi dalla finestra. Mariam e Laila non potrebbero essere più diverse, ma la guerra le farà incontrare in modo imprevedibile. Dall'intreccio di due destini, una storia che ripercorre la storia di un paese in cerca di pace, dove l'amicizia e l'amore sembrano ancora l'unica salvezza.

MILLE SPLENDIDI SOLI

Hosseini Khaled

"Nonostante qualche critica iniziale e un certo scetticismo, alimentato dalla stessa autrice in lettere private, La virtù di Checchina è uno dei testi più riusciti di Matilde Serao, un racconto borghese gradevole e coinvolgente, in cui l'innata simpatia della sua protagonista, i suoi ostentati timori, i vorrei ma non posso che ne animano di continuo le azioni e le esitazioni, riescono a creare una naturale empatia con il lettore che pur lasciandosi scappare magari più d'un sorriso dinanzi all'esibita ingenuità della donna, non può che divertirsi a sospirare e cospirare con lei, nella ricercata realizzazione di desideri tanto comuni quanto umani." (dalla prefazione di Aldo Putignano).

La virtù di Checchina

Serao Matilde

Una città labirintica e misteriosa dove si ordiscono complotti e strategie, dove le biciclette giacciono arrugginite in cimiteri nascosti, dove i canali disegnano una ragnatela che intrappola i pensieri! Un eccentrico scrittore, un editore collerico, un'irriverente giovane donna e il suo cane breton l'attraversano in bicicletta, la guardano dall'alto dei suoi tetti e si perdono nel suo ventre sotterraneo a caccia di segreti che devono rimanere tali... perché Amsterdam è una farfalla.

Amsterdam è una farfalla

Magliani Marino