
Il giro dell’oca
De Luca Erri
Descrizione: "Come sospettavo, non c'è nulla di prevedibile, nella vita, nell'arte e tantomeno in questi viaggi.Tutti abbiamo viaggiato per lo stesso motivo. Per cercare delle risposte al nostro esistere, ma qualcuno una volta mi disse che siamo tutti fili di un immenso quadro di un ricamo, visto da dietro". Giorgio è un ragazzo universitario sempre alla ricerca di risposte a dubbi e domande che affollano la sua giovane esistenza. Grazie all'aiuto di un cruciverba speciale Giò intraprende un viaggio interiore, fatto di sogni incrociati e condivisi con la sua amica Stefania, che lo conducono in situazioni fuori dal comune. Grazie a questo percorso Giò e Stefi saranno in grado di esplorare e di ottenere rivelazioni straordinarie.
Categoria: Narrativa
Editore: Spunto Edizioni
Collana:
Anno: 2018
ISBN: 978889858032
Recensito da Ornella Donna
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Dialogando con il figlio mai avuto, un uomo ripercorre la sua vita. Ma se a quel padre e a quel figlio dà la voce Erri De Luca, leparole nate dalla notte emanano luce. “Le parole, figlio, non inventano la realtà, che esiste comunque. Danno alla realtà la lucidità improvvisa, che le toglie la sua naturale opacità e così la rivela.” In una sera senza corrente elettrica, mentre rilegge Pinocchio, un uomo sente la presenza del figlio che non ha avuto, il figlio che la madre – la donna con cui in gioventù lo concepì – decise di abortire. Alla fiamma del camino, il figlio gli appare già adulto, e quella presenza basta “qui e stasera” a fare la sua paternità. Per tutta la notte al figlio “estratto da una cena d’inverno” lui racconta “un poco di vita scivolata”. E così ecco l’infanzia napoletana, la nostalgia della madre e del padre, il bisogno di andare via, di seguire la propria libertà – “lalibertà che ho conosciuto è stata andare e stare dove non potevo fare a meno” –, le guerre trascorse ma anche i baci che ha dato… e, a poco a poco che racconta, immagina le reazioni di questo figlio adulto, ciò che potrebbe dire, fino a che il figlio, da muto che era, prende la parola e inizia a dare voce alla propria curiosità (“a proposito di maschere, di che ti vestivi a Carnevale?”), punteggia il racconto del padre con domande e osservazioni, lo guida, aiuta a mettere i dettagli a fuoco, e si fa guidare. Il monologo iniziale diventa così un dialogo a due voci, che indaga su una vita, sugli affetti, sulle scelte fatte, sui libri letti e su quelli scritti, sull’importanza delle parole e delle storie. Un’indagine che, più che tracciare un bilancio, vuol essere scandaglio, ricerca intima – quasi una rivelazione –, che accoglie l’obiezione, è aperta all’errore, si china sull’inevitabilità di ciò che è stato e salva, tramanda le qualità emerse dai ricordi (“questa potrebbe essere una dote per me: imparare da qualunque esempio”)...
Il giro dell’oca
De Luca Erri
Versailles, 1774. Giocatore d'azzardo, spadaccino ed ex spia del Doge di Venezia, Pietro Viravolta ha abbandonato la Serenissima per entrare nel Segreto del Re, una rete d'informatori al servizio di Luigi XV. Perciò non è sorpreso quando il duca d'Aiguillon, ministro della corona, lo convoca d'urgenza a corte per far luce sul brutale omicidio di una giovane donna. Tuttavia non può immaginare ciò che l'assassino ha lasciato accanto al cadavere: un'elegante edizione delle opere di La Fontaine e una pergamena, sulla quale sono stati vergati col sangue i titoli di dieci favole e una firma, "il Favolista". Il messaggio è chiaro: qualcuno si appresta a compiere una serie di omicidi, inscenando macabre rappresentazioni delle opere del celebre autore. E c'è un altro dettaglio, ancora più sconcertante: quattro anni prima, lo stesso Viravolta aveva ucciso un agitatore politico che si faceva chiamare il Favolista... In bilico tra lo sfarzo abbagliante di Versailles e gli oscuri meandri di una nobiltà inquieta, la spia veneziana verrà risucchiata in un vortice di tradimenti, inganni e morti efferate, un vortice che potrebbe cambiare il destino del regno di Francia...
Il traditore di Versailles
Delalande Arnaud
IL COMPASSO
Forlani Francesco
Tasso è un uomo con un piolo conficcato in testa, un po' lento (direbbe sua madre), ma molto sensibile alle attenzioni della signora Pilar. Anchise è disposto a pagare di tasca propria per poter continuare a suonare ogni sabato con la sua band, e scambiare quello sguardo di profondissima intesa con Diana, la bassista, prima che lei torni dal marito. E poi c'è una Polaroid che a un certo punto comincia a catturare non solo le immagini ma anche i pensieri, e una sala d'attesa in cui perdere la cognizione del tempo mentre aspetti invano che l'Assegnatore chiami il tuo numero. Insomma, questi racconti - cosi diversi fra loro e cosi inseparabili, quasi una classe scolastica eterogenea ma affiatata - sono un tripudio di fantasia e vividezza. E soprattutto irrompono sulla scena due elementi nuovissimi nella scrittura di Ligabue: la cornice surreale e la musica. La musica in tutte le sue declinazioni. La musica che, come il sesso e l'amore, sfugge fortunatamente a ogni tentativo di imbrigliarla. Perché solo nell'abbandono, nell'accettazione del mistero, nello stupore che ci afferra ogni volta come fosse la prima, possiamo sperimentare la loro - e la nostra - quotidiana spettacolare magia.
Scusate il disordine
Ligabue, Luciano
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