
In nome della madre
De Luca Erri
Descrizione: I clienti di Fabio Paleari, controverso antieroe, sono usurai, protettori, spacciatori, mariti e padri brutali. Rintracciare persone scomparse la sua specialità. È pagato per rovistare nel fango, per ficcare il naso nel culo sporco della città. Non gli piace, ma non conosce modo migliore per tirare avanti. Così, ricondotta una prostituta armena in fuga dal suo protettore, è pronto ad accettare un nuovo incarico: qualcuno ha rapito la figlia di un noto criminale, che lo assume per ritrovarla ed evitare di pagare il riscatto. Le indagini rivelano che la ragazzina era solita sfogare il suo istinto autolesionista in un locale per amanti delle pratiche sadomaso. Mentre ne segue le tracce, una tragica scoperta porta l'investigatore a riavvicinarsi a quei valori morali che credeva di aver per sempre cancellato, provocando in lui un rigurgito di coscienza che chiede vendetta: la prostituta armena riconsegnata al protettore, violentata, torturata e picchiata, giace in coma all'ospedale. Paleari si ritrova così, suo malgrado, coinvolto in due indagini parallele, che lo porteranno l'una verso dolorose verità nascoste, l'altra verso la riscoperta di una parte di se stesso, che credeva irrimediabilmente danneggiata.
Categoria: Giallo - thriller - noir
Editore: Edizioni Clandestine
Collana:
Anno: 2015
ISBN: 9788865965658
Il piccolo libri del Natale; dal nascere al mondo e alla vita; l'enorme mistero della maternità. Una lettura della storia di Maria che restituisce alla madre di Gesù la meravigliosa semplicità di una femminilità coraggiosa, la grazia umana di un destino che la comprende e la supera.
In nome della madre
De Luca Erri
All'inizio della storia Penelope, a Roma nel novembre del 1978, ha diciassette anni, figlia unica di una famiglia borghese. Tre traumi in lancinante sequenza squassano la sua vita. Per sopravvivere, per proteggersi dal male, Penelope deve autoescludersi dal mondo. Molti anni dopo, quando la sua esistenza sembra finalmente aprirsi grazie all'amore e alla dedizione di Edoardo, Penelope torna al più misterioso tra gli eventi drammatici che hanno segnato la sua adolescenza, l'unico che sia ancora possibile affrontare: la scomparsa di Margherita, la sua amica del cuore, inghiottita nel gorgo della lotta armata dopo aver chiesto un aiuto che Penelope ha rifiutato di darle. Ma nessuno sa più nulla di lei. Il solo che potrebbe riportare Penelope sulle sue tracce è Riccardo Serventi, terrorista che sta scontando vent'anni nel carcere di Rebibbia. Il suo fratello gemello Emanuele era stato fidanzato con Margherita, ma anche lui pare essersi inabissato nel nulla, da quando si è pentito e ha cambiato identità. Sembra già una vicenda intricata e viscerale per tutti gli elementi emotivi che mette in gioco, ma il romanzo è appena cominciato e l'avventura di Penelope, il suo percorso attraverso il passato e il presente, la fedeltà e il tradimento, il delitto e il castigo, il bene e il male è ancora lungo e aperto a ogni colpo di scena, fino all'ultima pagina. È veramente difficile non riconoscersi in questa Penelope che è piuttosto un Ulisse al femminile, un'eroina al contrario che sembra sbagliarle tutte, come una farfalla irresistibilmente attratta dalla luce che le brucerà le ali, eppure riesce a non perdere mai di vista l'approdo salvifico dopo tanto strazio. È difficile non emozionarsi leggendo queste pagine, che danno vita a tanti personaggi memorabili e riaccendono l'immaginario del nostro passato recente, con i suoi sogni cattivi e le sue mitologie - come una motocicletta Norton Commando lanciata nel vuoto…
IL SOGNO CATTIVO
D’Aloja Francesca
Ho scritto questo libro perché non volevo andasse perduto quanto vissuto durante undici lunghi anni alla cassa di un supermercato. Soprattutto non volevo andasse perduta la memoria, seppur minima, di alcune delle persone con cui sono venuta in contatto. Un contatto vero, umano, che è andato oltre i gesti e le parole che il mio angusto ruolo richiedevano. Poi c'erano i foglietti di carta che affollavano le tasche del mio camice e la penna sempre a portata di mano per rispondere alla mia vocazione alla poesia. Ho cercato di andare oltre, di oltrepassare l'arida meccanicità che il mio lavoro in sé richiedeva, ho alzato lo sguardo dai numeri del display per incontrare gli occhi di chi mi stava davanti. Ho cercato di vedere le persone così come sono, con le loro debolezze e le loro grandezze e di affidarmi al fatto che non sapevo altro di chi mi stava di fronte se non che era il mio prossimo, nel senso più ampio e lato del termine. Un essere umano con la sua storia invisibile, una persona cui dovevo rispetto, attenzione e gentilezza cosi che quei pochi istanti in cui eravamo in relazione si aprissero a un tempo altro. Ho cercato di 'scoprire tra la polvere quotidiana il granello di purezza che c'è', è ancora Simone Weil, anche se non sempre ho trovato la purezza, forse perché si esprime solo a sprazzi, in attimi che pure esistono e quando arrivano illuminano il tempo, ne levigano il senso.
Le stanze inquiete
Argentino Lucianna
Questo romanzo di Sibilla Aleramo è del 1906. La sua immediata fortuna in Italia e nei paesi in cui fu tradotto segnalò una nuova scrittrice, che in seguito avrebbe fornito altre prove di valore, segnatamente nella poesia. Ma soprattutto esso richiamò l'attenzione per il suo tema: si tratta infatti di uno dei primi libri 'femmisti' apparsi da noi.
Una donna
Aleramo Sibilla
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