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Saltatempo

Benni Stefano

Descrizione: La storia di un ragazzino che cresce in un piccolo paese del Centro Italia. Dalla guerra partigiana al Sessantotto.

Categoria: Recensioni

Editore: Feltrinelli

Collana: Universale Economica

Anno: 2003

ISBN: 9788807817489

Recensito da Serena Vissani

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Quella di Lupetto è una vicenda un po’ atipica: il suo soprannome, Saltatempo, è dovuto a un orobilogio, ossia a un orologio interiore che gli permette di avanzare nel tempo. Chi è abituato a romanzi realistici di sicuro si troverà spaesato alla prima comparsa di un dio dei boschi o a quella di uno gnomo che ama fare scherzi di ogni tipo. Sono personaggi che fanno sorridere per il modo a volte scurrile che hanno di esprimersi, o semplicemente per i gesti che compiono e nei quali vengono puntualmente ritratti. Eppure tutti questi esseri misteriosi che saltuariamente fanno la loro apparizione sono le incarnazioni di valori e principi che proprio agli inizi degli anni ‘50 iniziavano a essere minacciati.

La vicenda, infatti, assomiglia molto ad una fiaba ambientata nel XX secolo. Tuttavia un campanello d’allarme è costituito dalla precisa determinazione temporale che il narratore si preoccupa di riportare sempre all’attenzione del lettore. Il tempo viene scandito con chiarezza e determinazione tali da diventare uno degli elementi a cui il lettore si appella maggiormente per seguire l’evolversi della vicenda. Infatti chi legge viene disorientato anche dalle scarse indicazioni geografiche che non permettono di individuare il paese, o quanto meno, la zona in cui la storia si svolge. Il paese di Saltatempo non ha nome, è un borgo come un altro della Pianura Padana e  quindi può essere qualsiasi paese, quello di qualsiasi lettore.

Durante l’ infanzia e l’adolescenza, il protagonista vedrà l’avvicendarsi di molti cambiamenti: dalla costruzione dell’autostrada al disboscamento delle montagne. I numerosi personaggi che compaiono sulla scena a loro modo rappresentano da un lato la tradizione locale e dall’altro l’innovazione tecnologica.

Si tratta di un romanzo che si legge con piacere, dove la gravità della denuncia morale e ambientale si alterna a momenti comici e ilari, dove la battuta oscena spezza la solennità di una sequenza: insomma un’esperienza di lettura capace di unire l’utile al dilettevole, che sa lasciare l’amaro in bocca dopo numerosi sorrisi.

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