
Il museo dell’innocenza
Pamuk Orhan
Descrizione: «Ho sempre pensato che a Milano sto bene, che è un posto da combattenti, da apolidi, una legione straniera. Che non saprei dove altro vivere. Ho fatto tutto qui: università, figli, matrimonio, lavoro. Milano mi somiglia. Parla poco, non ha tempo, sembra che non si affezioni a nessuno, ma non è così. Milano è come me, va di fretta e cerca di fare tutto meglio che può, nonostante se stessa.» Mila è stata una bambina amata e luminosa, una ragazza solitaria: oggi è la moglie di Paolo e la madre di Maddi e dei gemelli, una donna che ha perso il filo del suo destino. Un giorno cede a un impulso segreto, e si ritrova in ospedale. Qui incontra Annamaria, un'insegnante laica che, come le suore, ha fatto voto di povertà, castità e obbedienza. Tramite lei Mila torna in contatto con una figura straordinaria della sua infanzia, santa Rita, la santa degli impossibili, che ha attraversato i secoli con la forza della sua testimonianza: quella di una donna che – a nome di tutte le donne – riuscì a volare oltre ogni ostacolo grazie alla potenza magica di una passione inestinguibile. Attraverso un racconto asciutto e raccolto, Daria Bignardi dà vita a un personaggio inquieto, pieno di contraddizioni, segnato da un bisogno di trascendenza inespresso eppure capace di cogliere l'amore del mondo che silenziosamente ci può salvare.
Categoria: Narrativa
Editore: Mondadori
Collana: Scrittori italiani
Anno: 2015
ISBN:
Recensito da Elpis Bruno
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Entrato in un negozio per comprare una borsa alla fidanzata, Kemal Basmaci, trentenne rampollo di una famiglia altolocata di Istanbul, si imbatte in una commessa di straordinaria bellezza: la diciottenne Füsun, sua lontana cugina. Fra i due ha ben presto inizio un rapporto anche eroticamente molto intenso. Kemal tuttavia non si decide a lasciare Sibel, la fidanzata: per quanto di mentalità aperta e moderna, in lui sono comunque radicati i valori tradizionali (e anche un certo opportunismo). Così si fidanza e perde tutto: sconvolta dal suo comportamento, Füsun scompare, mentre Kemal, preda di una passione che non gli dà tregua, trascura gli affari e alla fine scioglie il fidanzamento. Quando, dopo atroci patimenti, i due amanti si ritrovano, nella vita di Füsun tutto è cambiato. Kemal però non si dà per vinto. In assoluta castità, continua a frequentarla per otto lunghi anni, durante i quali via via raccoglie un'infinità di oggetti che la riguardano: cagnolini di porcellana, apriscatole, righelli, orecchini... Poterli guardare, assaggiare, toccare è spesso la sua unica fonte di conforto. E quando la sua esistenza subisce una nuova dolorosa svolta, quegli stessi oggetti confluiranno nel Museo dell'innocenza, destinato a rendere testimonianza del suo amore per Füsun nei secoli futuri. La storia di un'incontenibile passione, ma allo stesso tempo uno sguardo ora severo, ora ironico, ma certamente non privo di profondo affetto sulla Istanbul di quegli anni e sulla sua contraddittoria borghesia.
Il museo dell’innocenza
Pamuk Orhan
Cosa turba la serenita di Yayoi? Diciannove anni, Yayoi vive una vita apparentemente idilliaca in seno a una "famiglia felice della classe media che sembra uscita da un film di Spielberg", il giardino e ben curato, gli abiti perfettamente stirati, i fiori sempre freschi sul tavolo. Che cosa la inquieta? E' la sua sensibilita paranormale che le fa percepire presenze invisibili? E' l'incapacita a ricordare gli anni dell'infanzia, stranamente cancellati dalla sua memoria? O forse e il suo trasporto per Tetsuo che valica i limiti dell'affetto fraterno? Un presagio triste si insinua nell'armonia della vita di Yayoi. Un presagio che potrebbe trovare risposta in una casa molto diversa dalla sua, buia, dove il giardino e in perenne disordine e nessuno risponde quando squilla il telefono. In questa casa vive la zia di Yayoi, una donna sola sui trent'anni, insegnante di musica, bella ma trascurata e avvolta da un'ombra di malinconia. Yayoi intuisce che la zia e depositaria di un segreto, forse la chiave per illuminare i misteri della propria infanzia. Ma la zia sparisce senza lasciare tracce, e Yayoi parte alla sua ricerca. Una Banana Yoshimoto in stato di grazia. In puro stile "Kitchen".
PRESAGIO TRISTE
Yoshimoto Banana
La promessa di un viaggio è sempre la speranza di una rinascita. Non serve andare troppo lontano. Per riscoprirsi a volte basta solo staccarsi un po' da sé stessi. Due donne e un uomo, estranei l'uno all'altro eppure indissolubilmente legati, incroceranno i loro destini sulle orme di un padre fantastico da chi odiato, da chi sognato, da chi semplicemente amato come Natura vuole che il figlio ami il padre in giro fra la vecchia Europa e i sogni che non hanno confini. Solo così rinasceranno una seconda volta. Solo così saranno liberi.
IL VIAGGIO DI JOËLLE
Sacco Vanessa
IL CICLISTA IMPENITENTE – di Giancarlo Pauletto
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