Racconti

Scena padre

Magrelli Valerio, Fois Marcello, De Silva Diego...

Descrizione: Scrivere un racconto sulla paternità è come scriverne uno sulla vecchiaia: puoi immaginartela anche a vent'anni, ma non ti scricchiolano le ossa. Per questo motivo fanno parte di "Scena padre" soltanto scrittori che genitori lo sono davvero. Di fronte ai figli "di carta" non c'è bisogno di ricalibrare costantemente le proprie aspettative, o di reinventarsi ogni giorno. Nella vita invece può capitare che, superato lo stupore della prima notte passata in casa con la figlia appena nata, ci si domandi chi diventerà quel fagotto che dorme nella culla. Magari qualcuno con cui non sarà facile parlare, se non con brevi comunicazioni di servizio appiccicate sul frigorifero ("A che ora devo accompagnarti in palestra?", "Ho lasciato il pollo nel forno", "Anche oggi un'altra nota?") cercando di far passare fra le righe prima di tutto l'affetto. In quest'antologia di racconti inediti, otto scrittori affrontano la meraviglia e il divertimento nel constatare quanto un figlio possa esserti alleato e rivale in parti uguali. E mentre affini la creatività e l'ironia necessarie a parare i colpi, ti accorgi dello scarto tra la potenza del generare e l'impotenza dell'allevare, davanti a qualcuno che riesce sempre a spiazzarti. E allora diventare padri può significare anche rimettersi in discussione come figli.

Categoria: Racconti

Editore: Einaudi

Collana: Supercoralli

Anno: 2013

ISBN: 9788806217761

Recensito da Elpis Bruno

Le Vostre recensioni

19 marzo: giornata che la tradizione dedica alla festa del papà. Noi scegliamo di commentare un libro, “Scena padre” (autori vari): una raccolta di racconti che prospetta riflessioni sulla figura e sulla funzione del padre. Il titolo dell’antologia fa il verso a un’espressione in uso nel mondo teatrale, ove la “scena madre” è una delle scene portanti, a volte quella principale. Nella scelta del titolo sembra dunque annidarsi la volontà di valutare se anche il genitore maschio possa esercitare una centralità che natura (“Mater semper certa, pater numquam”), tradizione (“Qualis pater, talis filius” che corrisponde al greco “Κακοῦ κόρακος κακὸν ᾠόν”, “Da una cattiva cornacchia, un uovo cattivo”) e mentalità (“Pater familias vendax sit, non emax”, “Il capofamiglia deve pensare a guadagnare, non a spendere”) spesso riservano alla mamma.

Se è possibile trarre una sintesi delle storie contenute nel libro, in esse si profila un uomo-padre incerto, combattuto, sensibile, spesso impegnato nello sforzo d’inquadrare e interpretare adeguatamente il proprio ruolo.

Dopo il frastuono seguito in questi giorni alle diatribe sulla paternità di stilisti, rockstar e governatori, la lettura di questi racconti può essere una modalità più intima e profonda per affrontare un dibattito oggi vivacizzato dall’evoluzione di costumi sociali e pratiche di fecondazione assistita, accantonando i toni accesi dello scandalismo e del sensazionalismo.
Noi cercheremo di condensare alcuni racconti in una frase: operazione tanto suggestiva, quanto rischiosa.

Diego De Silva in “Diventare è capire di essere”: “Un giorno glielo dico (ndr: alla figlia) che quella volta l’ho seguita”.

Andrea Canobbio in “Madrepatria”: “Assistere al dolore del parto… l’importanza della presenza del padre. Ma quando mai.”

Valerio Magrelli in “Essere padre in ventuno strofe”: diventare padre “è un disastro. Il più splendido disastro che ti possa accadere”. E significa “ritrovare se stesso in un altro: tale esperienza è simile a quella provata dal personaggio mitico di Sosia”. Nel racconto si cita anche Chateaubriand: “Mia madre mi inflisse la vita”.

Sandro Bonvissuto in “Rifiuti ingombranti”: “Guardare un figlio è una visione talmente grande che non c’entra nemmeno negli occhi… Ecco perché a volte i genitori non si accorgono di certe cose dei figli, cose che vedrebbe chiunque.

Marcello Fois in “Tu, me”: “Sei mesi senza mai dormire”.

Ernesto Franco in “Diario del padre”: “Dal figlio al padre non c’è consiglio. Perché non si è mai uomini entrambi nello stesso tempo”. E ancora: “Né figlio né padre. Solo un uomo solo. Perduto nelle generazioni infinite.”

Abbiamo esordito la nostra celebrazione con aforismi latini e scelto citazioni tratte dall’opera segnalata. Per connessione d’argomento, concludiamo questa rassegna con il pre-romanticismo di Friedrich Schiller (“Non è la carne e il sangue, ma il cuore che ci rende padri e figli”), con l’ironia di Mark Twain (“Quando avevo 14 anni, mio padre era tanto ignorante che mi dava fastidio averlo attorno. Ma quando ebbi 21 anni, mi sorprese vedere quanto lui aveva imparato”) e con l’elementare saggezza popolare di un anonimo: “Ogni uomo può essere padre. Ci vuole una persona speciale per essere un papà”.

Bruno Elpis

...

Leggi tutto

LEGGI COMMENTI ( Nessun commento )

Aggiungi un tuo commento

Scrivi la tua recensione

Devi effettuare il login per aggiungere un commento oppure registrati

Fois

Valerio,

Magrelli

Libri dallo stesso autore

Intervista a Magrelli Valerio, Fois Marcello, De Silva Diego...

Antonio Ligabue, Poe e i delitti della Rue Morgue

Sara abita a Roma, è una studentessa universitaria e coltiva il sogno di un amore con la A maiuscola. Immersa nello studio e nei suoi film preferiti, cammina fra le vie della Capitale perdendosi ogni giorno in nuove storie e nuove emozioni. Meta sicura delle sue passeggiate è il grande orologio ad acqua di Villa Borghese a cui affida i suoi pensieri, come a un porto sicuro, un luogo a cui tornare perché gli si appartiene. Condivide la casa con Vale, che diventerà per lei come una sorella, e ha un'amica un po' troppo fuori dagli schemi. E sarà proprio grazie a lei, Maria Chiara, che Sara farà la conoscenza di Edo in una notte qualunque nella Roma della vita notturna. Un incontro, il loro, destinato a segnare le esistenze di entrambi nel bene e nel male.

Il profilo del tempo

Stravato Rosa Elenia

Da ventisette anni il sacerdote Niccolò Moretti varca le porte della Basilica di San Pietro, si genuflette di fronte alla Confessione e sale sull'impalcatura che avvolge il baldacchino del Bernini. Sta per iniziare il restauro in vista della Quaresima quando nota qualcosa disteso a terra e, mentre scende a vedere, si accorge che non è un uccello con un'ala rotta o una sciarpa dimenticata da qualche turista, come aveva pensato. È il cadavere di una donna. Pochi minuti dopo il Vaticano ha già contattato una persona fidata capace di sbrogliare quel mistero rapidamente e senza destare scalpore: Gabriel Allon, restauratore e imprendibile spia del nucleo più segreto dei servizi israeliani. Scampato per miracolo all'ultima missione, Allon si trova già a Roma per presenziare ai lavori di restauro della Deposizione di Cristo di Caravaggio e non ci mette molto ad accorrere nel luogo dell'incidente. Secondo gli inquirenti, la vittima, Claudia Andreatti, si sarebbe suicidata buttandosi di sotto dall'impalcatura del baldacchino, ma a Gabriel i conti non tornano: perché una studiosa giovane e affermata che ogni giorno lui incontrava sorridente avrebbe dovuto togliersi la vita? E, inoltre, perché l'avrebbe fatto nell'unico momento in cui le telecamere di sicurezza erano spente? Seguendo il misterioso invito di monsignor Luigi Donati, l'enigmatico segretario privato di papa Paolo VII, la spia israeliana accetta di non collaborare con la polizia ma inizia un'indagine solitaria.

L’angelo caduto

Silva Daniel

Vent'anni fa, un'estate in Riviera, una di quelle estati che segnano la vita per sempre. Elio ha diciassette anni, e per lui sono appena iniziate le vacanze nella splendida villa di famiglia nel Ponente ligure. Figlio di un professore universitario, musicista sensibile, decisamente colto per la sua età, il ragazzo aspetta come ogni anno "l'ospite dell'estate, l'ennesima scocciatura": uno studente in arrivo da New York per lavorare alla sua tesi di post dottorato. Ma Oliver, il giovane americano, conquista tutti con la sua bellezza e i modi disinvolti. Anche Elio ne è irretito. I due condividono, oltre alle origini ebraiche, molte passioni: discutono di film, libri, fanno passeggiate e corse in bici. E tra loro nasce un desiderio inesorabile quanto inatteso, vissuto fino in fondo, dalla sofferenza all'estasi. "Chiamami col tuo nome" è la storia di un paradiso scoperto e già perduto, una meditazione proustiana sul tempo e sul desiderio, una domanda che resta aperta finché Elio e Oliver si ritroveranno un giorno a confessare a se stessi che "questa cosa che quasi non fu mai ancora ci tenta".

Chiamami col tuo nome

Aciman André