
Norwegian Wood. Tokyo blues
Murakami Haruki
Descrizione: La misoginia del clero, la fine delle vocazioni sacerdotali, la cultura del silenzio in caso di abuso sessuale, le dimissioni di papa Benedetto XVI, la guerra contro papa Francesco: lo stesso segreto collega tutte queste zone d’ombra della Chiesa. Questo segreto è stato a lungo indicibile, ma oggi finalmente ha un nome: Sodoma. La città biblica di Sodoma sarebbe stata distrutta da Dioa causa dell’omosessualità dei suoi abitanti. Eppure, il Vaticano ospita una delle più grandi comunità omosessuali al mondo. Una rete smisurata di relazioni creatasi attorno alla vita intima dei sacerdoti, capace di sfruttarne le fragilità più profonde e di influenzare l’esercizio del potere della Chiesa, non solo nei corridoi della curia romana. Per quattro anni Frédéric Martel ha vissuto immerso nelle stanze vaticane e ha condotto indagini sul campo in circa trenta paesi. Ha intervistato dozzine di cardinali eha incontrato centinaia di vescovi e sacerdoti. Questo libro rivela il volto nascosto della Chiesa: un sistema costruito, dai seminari più piccoli alla curia romana, sulla doppia vita omosessuale e sull’omofobia più radicale. Martel getta luce su una schizofrenia rimasta fino a oggi insondata: più un prelato si mostra omofobo in pubblico, più è probabile che sia omosessuale in privato. La questione gay naturalmente non spiega tutto, ma è una chiave decisiva per comprendere il Vaticano e la sua posizione nella nostra società. Se si ignora questa dimensione relativa all’omosessualità, ci si priva di un elemento essenziale per decifraregran parte dei fatti che hanno segnato la storia e la politica degli ultimi decenni. “Dietro la rigidità c’è sempre qualcosa di nascosto, in tanti casi una doppia vita.” Nel pronunciare queste parole, papa Francesco ci ha consegnato un segreto che questa inchiesta sconcertante rivela per la prima volta. C’è un segreto in Vaticano che non può essere ignorato. Perché coloro che tacevano ora hanno accettato di parlare?
Categoria: Saggi
Editore: Feltrinelli
Collana: Serie bianca
Anno: 2019
ISBN: 9788807173585
Recensito da Elpis Bruno
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Uno dei più clamorosi successi letterari giapponesi di tutti i tempi è anche il libro più intimo, introspettivo di Murakami, che qui si stacca dalle atmosfere oniriche e surreali che lo hanno reso famoso, per esplorare il mondo in ombra dei sentimenti e della solitudine. Norwegian Wood è anche un grande romanzo sull'adolescenza, sul conflitto tra il desiderio di essere integrati nel mondo degli "altri" per entrare vittoriosi nella vita adulta e il bisogno irrinunciabile di essere se stessi, costi quel costi. Come il giovane Holden, Toru è continuamente assalito dal dubbio di aver sbagliato o poter sbagliare nelle sue scelte di vita e di amore, ma è anche guidato da un ostinato e personale senso della morale e da un'istintiva avversione per tutto ciò che sa di finto e costruito. Diviso tra due ragazze, Naoko e Midori, che lo attirano entrambe con forza irresistibile, Toru non può fare altro che decidere. O aspettare che la vita (e la morte) decidano per lui.
Norwegian Wood. Tokyo blues
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Nel tepore ingannevole di un maggio malato, il raccogliticcio gruppo di investigatori comandato da Gigi Palma si trova a fronteggiare un crimine terribile: un bambino di dieci anni, nipote di un ricco imprenditore, è stato rapito. Le indagini procedono a tentoni, mentre il buio si impadronisce lentamente dei cuori e delle anime e la morsa di una crisi di cui nessuno intravede l'uscita stravolge le vite di tanti, spegnendo i sentimenti piú profondi. Anche un banale furto in un appartamento può nascondere le peggiori sorprese. I Bastardi dovranno essere piú uniti che mai, per trovare insieme la forza di sporgersi su un abisso di menzogne e rancori dove non balena alcuna luce. Intanto, nel commissariato piú chiacchierato della città, i rapporti di lavoro e quelli personali si complicano, e il vecchio Pisanelli prosegue la sua battaglia solitaria contro un serial killer alla cui esistenza nessuno vuole credere.
Buio per i bastardi di Pizzofalcone
De Giovanni Maurizio
Venezia, fine del Cinquecento. In una città tentacolare e spietata l'amore e i buoni sentimenti di Michele e Bianca - un giovane muratore e la sua sposa piena di promesse - non bastano a farli vivere sereni. Per sfuggire a un'accusa ingiusta, Michele è costretto a lasciare Venezia e a imbarcarsi su una galera. Bandito dalla Serenissima, rematore su una nave che vaga per il Mediterraneo carica di zecchini e di spezie, con molti dell'equipaggio che addirittura ignorano la sua destinazione finale, senza nessuna speranza di ritornare a breve, Michele è destinato a vivere straordinarie avventure nei porti e gli angiporti del mare nostrum. E tuttavia prove ancora più dure e incontri non meno straordinari toccheranno a Bianca che rimane a Venezia, sola, giovane e bella... La terra e il mare, Oriente e Occidente, due vite e un unico grande amore, agli albori del mondo moderno: storico tra i più autorevoli, vincitore del Premio Strega, Barbero ha scritto un romanzo che si pone al livello dei migliori bestseller d'intrattenimento degli ultimi anni.
Gli occhi di Venezia
Barbero Alessandro
James Purdy e la sua scrittura rimangono un rebus oggi come ieri. Amato da autori che non potrebbero essere più diversi - tra gli altri Jonathan Franzen, Gore Vidal e David Means che firma l'introduzione a questo libro -, non ha mai incontrato il favore del grande pubblico né lo ha mai ricercato. Forse proprio perché non l'abbiamo capito meriterebbe ancora un'altra chance per confonderci e sviarci, per mostrarci come la letteratura possa ancora essere un oggetto misterioso che prescinde da regole di scrittura fissate come fossero le tavole del tempio. La prosa di Purdy potrebbe suonare anacronistica, con le sue didascalie, il suo marchiano "tell don't show", questi personaggi che fulminano a bruciapelo gli interlocutori con domande sul senso delle cose, stridenti nella loro chiarezza e crudeli nel loro essere stralunate. I neon di un cinema notturno piuttosto equivoco squillano "uomini uomini uomini", e nella sala buia qualche marchettaro è intento a conoscere col tatto corpi e fremiti propri e altrui. Così come gli Holden efebici che perlustrano gli anfratti più bui di un parco sordido varcano quel territorio di confine che è l'omosessualità, allo stesso modo la lingua di Purdy sta e si misura fra ciò che dice e ciò che esclude dall'esser detto, ciò che rimane fuori ma soprattutto sotto l'abito di parole confezionato da questo formalissimo sarto letterario. Sotto una spessa patina di urbanità e manierismi, pulsa una voragine di desiderio e gli interpreti azzimati e ossequiosi di queste turpitudini mai esibite, ma solo ruminate e vissute, hanno un'onomastica e una "quirkin"...
Non chiamarmi col mio nome
Purdy James
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