Giallo - thriller - noir

Solitude Creek

Deaver Jeffery

Descrizione: Una tragedia si consuma al Solitude Creek, un piccolo disco-pub nella penisola di Monterrey. Qualcuno grida “al fuoco!” e gli avventori, in preda al panico, si precipitano alle uscite, trovandole sbarrate. Il bilancio è di sei morti e di diversi feriti gravi. Tuttavia, a causare il disastro è stata la calca, non un incendio. Kathryn Dance, ottimo agente dell’FBI, capisce che la disgrazia è stata provocata di proposito e che il colpevole, un uomo intenzionato a servirsi delle paure delle persone per seminare il panico, è pronto a sferrare altri attacchi. L’agente Dance e il suo team devono intraprendere una pericolosa corsa contro il tempo prima che altri innocenti ne paghino le conseguenze.

Categoria: Giallo - thriller - noir

Editore: Rizzoli

Collana: Rizzoli narrativa

Anno: 2015

ISBN: 9788817083232

Recensito da Elpis Bruno

Le Vostre recensioni

Il Solitude Creek di Jeffery Deaver è un locale affollato ove si esibisce una rock band. Durante il concerto, l’odore di fumo, presagio d’incendio, diffonde il panico tra i presenti. La calca si trasforma in tragedia. Gli inquirenti ben presto ravvisano indizi che dimostrano l’origine dolosa della strage. Difficile comprendere quali possano essere le motivazioni di chi l’ha causata.

Si occupa del caso Kathryn Dance, “esperta di cinesica (linguaggio del corpo)”. Ma se ne occupa con una penalizzazione (“Quindi sono sospesa. Dalla Criminal Division”), in quanto ha fallito e compromesso la cattura di un malavitoso. Per questo viene privata dell’arma di ordinanza e retrocessa in un pool non armato (“Civ-Div: sì, il riferimento era sprezzante quanto sembrava”).

Il folle che semina il panico prima al Solitude Creek, poi durante il reading di uno scrittore, nel Parco Global Adventure World e nell’ascensore di un ospedale, sembra attratto dall’idea di innescare i meccanismi irrazionali (“Preferisce che si uccidano da sole”) che portano alla strage  (“Insieme, tutte quelle persone erano diventate qualcos’altro”).

Per quali motivazioni agisce (“La progenie di Antioch March”)?
Turbe psicologiche (“Una sottocategoria della paura delle mutilazioni… Le altre quattro paure fondamentali erano: paura della morte fisica, paura della morte dell’io, imbarazzo e vergogna, paura della separazione… e paura di perdere l’autonomia, si spaziava dalla claustrofobia… E adesso stava per verificarne tre. Paura della morte fisica, paura della mutilazione, paura della perdita di autonomia, tutte insieme”)?
Motivazioni di ordine economico?

Dell’odioso misfatto vengono sospettati in molti: il marito di una vittima, un politico di origine giapponese, l’espropriato Otto Grant…

Intanto la mente va ai disastri umani che nella realtà degli stadi così come dei ritrovi religiosi (“La Mecca. Mai andare alla Mecca”) hanno scritto tristi pagine sui quotidiani.

Come sempre accade nei romanzi di Jeffery Deaver, la trama principale s’interseca con un’indagine collaterale, qui quella su un’organizzazione criminale, con le vicende familiari – dei figli Maggie (impegnata in esibizioni canore) e Wes, pericolosamente coinvolto in amicizie con bulli e vandali – e amorose della bella Kathryn, che in questo romanzo riceverà ben due proposte di matrimonio…

A parer mio azionismo, sensazionalismo e passione per il colpo di scena non assolvono Jeffery Deaver da un pericolo insidioso: quello di contribuire a mistificare eroi negativi che, nel nostro mondo malato, hanno già sin troppa risonanza.

Bruno Elpis

Qui il sito personale dell’autore del romanzo!

...

Leggi tutto

LEGGI COMMENTI ( Nessun commento )

Aggiungi un tuo commento

Scrivi la tua recensione

Devi effettuare il login per aggiungere un commento oppure registrati

Jeffery

Deaver

Libri dallo stesso autore

Intervista a Deaver Jeffery

Da quando il padre di Merlin, Jeremy, se n'è andato, subito dopo la diagnosi di autismo, Lucy ha fatto del figlio il centro del suo mondo. Alle prese con le gioie e le difficoltà di crescere un bambino eccentricamente adorabile, ma impegnativo (se soltanto Merlin fosse arrivato con un manuale di istruzioni!), Lucy non ha tempo per altri uomini nella propria vita, perciò perché darsi la pena di cercarne uno? Quando Merlin compie dieci anni, Lucy comincia seriamente a preoccuparsi che il Papa possa contattarla per chiederle suggerimenti in materia di castità, perciò decide di rimettere piede (per quanto il pedicure lasci a desiderare) nel mondo degli uomini. Ma a causa della bizzarria di Merlin, le cose non vanno come aveva immaginato. Tuttavia, proprio quando Lucy sta per rassegnarsi a una vita da single, ecco che Archie - il più perfetto, per lei e per suo figlio, degli uomini imperfetti - bussa alla sua porta. E lo stesso fa Jeremy, pronto a implorare perdono e una seconda possibilità... Di cosa ha bisogno Lucy? Di un vero padre per Merlin o di un compagno affidabile per se stessa?

Il bambino che cadde sulla terra

Lette Kathy

Pierluigi Cappello

È un Pasolini che si abbandona a momenti di vera e propria gioia quello che tra il giugno e l’agosto del 1959, al volante di una Fiat 1100, percorre la «lunga strada di sabbia», da Ventimiglia a Palmi e poi, spinto da una specie di «ossessione deliziosa», fino al comune siciliano più meridionale, per risalire infine la costa orientale e arrivare a Trieste. A La Spezia, da dove parte per San Terenzo e Lerici, sente che sta per avere inizio una fra le domeniche più belle della sua vita; a Livorno, non lascerebbe mai «l’enorme lungomare, pieno di ragazzi e marinai, liberi e felici»; e, finalmente, al Circeo: «Il cuore mi batte di gioia, di impazienza, di orgasmo. Solo, con la mia millecento e tutto il Sud davanti a me. L’avventura comincia». A commissionargli il viaggio è stata la rivista «Successo», che pubblicherà il reportage in tre puntate fra luglio e settembre, e Pasolini, spiaggia dopo spiaggia, incontra amici intellettuali e personaggi noti, si lascia incantare dalla gente semplice dei paeselli più remoti (a Portopalo «la gente è tutta fuori, ed è la più bella gente d’Italia, razza purissima, elegante, forte e dolce») e, portandosi in giro il suo entusiasmo per la scoperta, il suo sguardo emozionato e insieme acuto di futuro regista, annota scorci e impressioni tanto potenti da restituirci un quadro dell’Italia di allora: un’Italia in cui il boom economico, solo presagito, non riesce ancora ad avere la meglio sulla felicità del sogno pasoliniano d’innocenza.

La lunga strada di sabbia

Pasolini Pier Paolo

Il primo scrittore egiziano nominato per il Premio Nobel per la letteratura