
Il sentiero dei folli
Rosaci Domenico
Descrizione: Tre donne regnano sovrane sul palazzo popolare di via Damasco, a Bologna. Sono soprannominate le sultane e hanno dai settant’anni in su. C’è Wilma, che nomina incessantemente il suo morto: è piccola e astuta, un’abile mercante che venderebbe l’acqua santa al diavolo. C’è Mafalda, la donna più tirchia sulla faccia della Terra. E infine Nunzia, bigotta fuori e golosa dentro, incapace di contenersi. Le loro imperfezioni sono state marchiate a fuoco da una vita poco gentile: Wilma non sa fare i conti col suo lutto e litiga in continuazione con la figlia Melania, una disgraziata adescata da una setta satanica che bussa alla porta solo quando necessita di un piatto caldo. Mafalda è costretta ad accudire il marito malato di Alzheimer. Nunzia, in delirio tra i suoi crocifissi, trova sempre il tempo per estorcere pettegolezzi e per concedersi i peccati che riesce ad arraffare. I loro desideri sono palliativi al grande sconforto dell’indifferenza che suscitano. Sono ignorate da un mondo a misura di giovinezza, un mondo incarnato dalla frastornante vicina del secondo piano, Carmela, cui Wilma prova a chiedere maggiore educazione e rispetto delle regole. Ma niente, quella continua a riderle in faccia. Le vecchie sono abituate a non ricevere considerazione, ragion per cui, quando improvvisamente l’esistenza le costringe a una svolta forzata, osano quello che non hanno mai osato fare e rompono tutti i tabù. Così, come tre parche potenti che inseguono disperate lo scoccare del loro tempo, nell’ombra filano i destini di chi ha tentato di metter loro i bastoni tra le ruote...
Categoria: Narrativa
Editore: Elliot
Collana: Scatti
Anno: 2014
ISBN: 9788861925571
All'alba del XIII secolo, Guglielmo, un cavaliere normanno percorre a cavallo la lunga strada che dall'Alsazia lo porterà in Sicilia. Raggiunta Palermo, inizierà una vita intensa e avventurosa, dando origine alla famiglia Falconari. Il suo destino s'intreccerà con quello dell'imperatore Federico II, lo "stupor mundi", che lo nominerà custode di uno straordinario segreto, direttamente collegato alla vita e alle opere di Gesù Cristo. Due secoli dopo, un suo pronipote, il barone Orazio Falconari, detto The Fool, fonda una confraternita segreta con l'ambizioso obiettivo di perseguire uno scopo impossibile: sradicare l'insensatezza dal genere umano. Oggi, il barone Vincenzo Falconari, ultimo discendente della famiglia, decide di realizzare l'ennesimo gesto folle della sua vita. Solo in pochi sanno che il barone ha destinato la sua esistenza a combattere una spietata organizzazione, che opera azioni criminali in nome della Fede religiosa. È davvero la Fede un pericolo e un danno per l'uomo, e può la Scienza essere la fiaccola che illumina il sentiero verso la verità?
Il sentiero dei folli
Rosaci Domenico
Desirée si reca regolarmente alla tomba del marito, che ha avuto il cattivo gusto di morire troppo giovane. Bibliotecaria e cittadina, vive in un appartamento tutto bianco, con mobili di design, pieno di libri. Al cimitero incontra spesso un tipo che si prende cura della tomba accanto, realizzata con cattivo gusto, piena di angeli e decorazioni in marmo e circondata da una vegetazione strabordante. Il tipo si chiama Benny, il quale, dopo la morte della madre, vive solo nella fattoria di famiglia con ventiquattro mucche da latte e cerca di cavarsela come può, aiutato dal buonsenso paesano e da una gran dose di autoironia. Ogni volta che la incontra, è esasperato dalla vicina di cimitero, con quel berretto di feltro in testa e il piccolo taccuino di poesie sempre dietro. Un giorno però, un sorriso appare contemporaneamente sulle loro labbra, lasciandoli piuttosto turbati. È solo l’inizio di una passione bizzarra e sfrenata… Con romanticismo e humour, questo romanzo d’amore affronta una questione molto seria: cosa succede quando due culture completamente diverse si incontrano?
IL TIZIO DELLA TOMBA ACCANTO
Mazetti Katarina
In mezzo alle montagne c'è il lago d'Orta. In mezzo al lago c'è l'isola di San Giulio. Sull'isola c'è la villa del barone Lamberto, un signore molto vecchio, molto ricco, sempre malato. Le sue malattie sono ventiquattro, e solo il fedele maggiordomo Anselmo è in grado di ricordarsele tutte... Ma ecco che intanto piombano sull'isola il perfido nipote Ottavio, che mira ad impadronirsi dell'eredità, e una gang di banditi decisi a rapire il barone e a chiedere un riscatto enorme. Le storie di Rodari offrono divertimento e una girandola di situazioni e personaggi esilaranti: un modo di comprendere questo nostro mondo. Età di lettura: da 11 anni.
C’era due volte il barone Lamberto
Rodari Gianni
Presentati per la prima volta sotto lo pseudonimo di Damiano Malabaila, questi quindici "divertimenti" di Primo Levi ci invitano a trasferirci in un futuro sempre più sospinto dalla molla frenetica del progresso tecnologico, e quindi teatro di esperimenti inquietanti o utopistici, in cui agiscono macchine straordinarie e imprevedibili. Eppure non è sufficiente classificare queste pagine sotto l'etichetta della fantascienza. Vi si possono trovare satira e poesia, nostalgia del passato e anticipazione dell'avvenire, epica e realtà quotidiana, impostazione scientifica e attrazione dell'assurdo, amore dell'ordine naturale e gusto di sovvertirlo con giochi combinatori, umanesimo ed educata malvagità. Ci pare tuttavia che il miglior modo di presentarle sia riportare uno stralcio di una lettera dell'autore: "Parlare dei miei racconti mi mette in un certo imbarazzo; ma forse la stessa descrizione ed analisi di questo imbarazzo potrà servire a rispondere alle sue domande. Ho scritto una ventina di racconti e non so se ne scriverò altri. Li ho scritti per lo più di getto, cercando di dare forma narrativa ad una intuizione puntiforme, cercando di raccontare in altri termini (se sono simbolici lo sono inconsapevolmente) una intuizione oggi non rara: la percezione di una smagliatura nel mondo in cui viviamo, di una falla piccola o grossa, di un "vizio di forma" che vanifica uno od un altro aspetto della nostra civiltà o del nostro universo morale. Certo, nell'atto in cui li scrivo provo un vago senso di colpevolezza, come di chi commette consapevolmente una piccola trasgressione. Quale trasgressione? Vediamo. Forse è questa: chi ha coscienza di un "vizio", di qualcosa che non va, dovrebbe approfondirne l'esame e lo studio, dedicarcisi, magari con sofferenza e con errori, e non liberarsene scrivendo un racconto. O forse ancora: io sono entrato (inopinatamente) nel mondo dello scrivere con due libri sui campi di concentramento; non sta a me giudicarne il valore, ma erano [...]
Storie naturali
Levi Primo
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