
Diario dello smarrimento
Di Consoli Andrea
Descrizione: Tamara nasce in una ricca famiglia di Varsavia – nel 1898, dicono i suoi biografi, ma le date non sono fatte per le signore: Tamara è sempre giovane e sempre moderna, sempre bella e spregiudicata. A nove anni, crea dei fiori finti che vende fuori dalla porta di casa perchè è decisa a mantenersi da sola. Il giorno dopo le nozze con un nobile playboy, si lascia corteggiare da un diplomatico siamese. Incontra Marinetti e decide di andare a bruciare il Louvre. Questi e altri brillanti episodi hanno fatto di Tamara un’icona straordinaria dei ruggenti anni Venti, armata di fascino, pennelli e sigarette: la matita e gli acquarelli di Vanna Vinci ne restituiscono perfettamente l’eleganza sfrontata, la sensualità irrequieta, il talento precoce e inesausto. Una graphic novel interamente dedicata alla romanzesca vicenda di Tamara de Lempicka, protagonista del bel mondo di San Pietroburgo, Parigi, Hollywood, New York, e pittrice talentuosa di inconfondibili figure di donne, ricche, emancipate e malinconiche come lei.
Categoria: Narrativa
Editore: 24 Ore Cultura
Collana:
Anno: 2015
ISBN: 9788866482451
Recensito da Monique Pistolato
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«Penso a tutti i libri che non sono stati scritti, alla grande storia della letteratura invisibile, rimasta ferma e muta in una morsa di stomaco, in uno struggimento che di colpo si fa paura, e poi solitudine, e poi corpi da abbracciare senza dire nemmeno niente». Un diario intimo, tanto più personale quanto condiviso e universale. Un memoriale nel quale lo scrittore lucano mette a nudo, senza veli, i suoi drammi e le sue gioie. Frammenti di una vita vissuta ad alta intensità emotiva che si ricompongono in un bilancio umano in cui la letteratura spinge il dito nella piaga dell'esistenza e diviene rivelazione del mondo.
Diario dello smarrimento
Di Consoli Andrea
Vedere la luce: Il mare della giovinezza di Platonov
Venezia, 1981. Una giovane coppia, appartata su una panchina dei giardini della Biennale, a Sant'Elena, viene aggredita. Il ragazzo resta ucciso, la ragazza precipita in un silenzio al limite della follia, che rende impossibile risalire al colpevole. Alla Polizia non rimane che archiviare il caso. Venezia, oggi. Dalle acque della laguna affiora un cadavere. Si tratta di Mirco Albrizzi, immobiliarista molto conosciuto e vittima troppo illustre per passare inosservata. Se le autorità vorrebbero archiviare la faccenda come suicidio, il commissario Nicola Aldani, incaricato delle indagini, riconosce inequivocabili i segni dell'omicidio. È un caso scomodo, e a complicarlo ci si mette anche quel commissario Zennari, da tempo in pensione, che pretende aiuto per chiudere una storia ormai dimenticata, risalente a molti anni prima, l'aggressione ai giardini della Biennale... Ma nulla avviene per caso, e ben presto le due piste si confondono, le acque si intorbidano, gli indizi si inquinano... Sullo sfondo della vicenda, vivida e inconfondibile, Venezia: l'altana sul tetto, dove Aldani ama rifugiarsi; la laguna davanti alle fondamente Nove, dove il pilota del commissario fa sfrecciare il vecchio Toni, la lancia in dotazione alla Polizia; il dialetto, che risuona nelle calli e lungo i rii; le acque e le foschie, complici di misteri e custodi di verità.
Acqua morta
Catozzi Michele
Napoli, marzo 1931, mentre un inverno particolarmente rigido tiene la città stretta in una morsa di gelo, un assassinio scuote l'opinione pubblica per la ferocia con cui il crimine è perpetrato e per la notorietà del morto. Il grande tenore Arnaldo Vezzi viene trovato cadavere nel suo camerino al Teatro San Carlo prima della rappresentazione de "I Pagliacci", la gola squarciata da un frammento acuminato dello specchio andato in pezzi. Artista di fama mondiale, amico del Duce, uomo egoista e meschino: a ricostruire la personalità della vittima e a risolvere il caso è chiamato il commissario Luigi Alfredo Ricciardi, in forza alla Squadra Mobile della Regia Questura di Napoli. Investigatore anomalo, mal sopportato dai superiori per la sua insofferenza agli ordini e temuto dai sottoposti per il suo carattere chiuso ed enigmatico, Ricciardi coltiva nel suo animo tormentato un segreto inconfessabile: fin da bambino "vede i morti" - ma solo chi muore di morte violenta - , coglie la loro immagine nell'ultimo momento di vita e ascolta le ultime parole, "il Fatto" come lo chiama lui, lo aiuta nelle indagini. Affiancato dal brigadiere Maione, il commissario interroga il personale del San Carlo, incontra l'affascinante Livia e ascolta le considerazioni di Don Pierino; comprende che molti avrebbero avuto un buon movente per uccidere Vezzi. Interprete del disagio della città, attento alle esigenze dei più deboli, Ricciardi risolve brillantemente il caso seguendo il suo senso di giustizia.
Il senso del dolore
De Giovanni Maurizio
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