Racconti

Un tango sulla Senna e altre piccole gioie di questo mondo

Delerm Philippe

Descrizione: Un tango sulla Senna è una raccolta di racconti folgoranti, un inno alle trascurabili (ma fondamentali) gioie della vita, quelle che ci rendono liberi anche nei momenti più tragici della nostra Storia. Piaceri come un mojito bevuto in un bistrot, la sorpresa di un temporale improvviso, l’impercettibile movimento delle labbra di un bambino che impara a leggere, un pomeriggio al mare prolungato all’infinito; piaceri grandi come la nostalgia, l’amore, la felicità. Sono tanti i buoni motivi per stare al mondo: li conosciamo e sappiamo che esistono, ma non sembrano mai tanto belli come quando ce li racconta Philippe Delerm.

Categoria: Racconti

Editore: Sperling & Kupfer

Collana: Parole

Anno: 2016

ISBN: 9788820060411

Recensito da Elpis Bruno

Le Vostre recensioni

“Un tango sulla Senna e altre piccole gioie di questo mondo: microracconti di Philippe Delerm che colgono momenti (”Sì, la vita è una commedia leggera, con le sue gag, molte beffe in società e un pizzico di solitudine”), luoghi (L’area picnic: “L’asepsi del paesaggio, il vuoto dell’istante suscitano inaspettatamente una sensazione profonda di esistere”) e stati d’animo (“Ci sentiamo talmente pervasi , abitati nell’intimo da questa realtà che credevamo di poter disprezzare”).

Parigi la fa da padrona (Buon Natale: “In questa bancarella di anticaglie all’aperto”) con i suoi angoli e particolari (I lucchetti sono d’oro: “Alcuni lucchetti sparsi sul parapetto del Pont des Arts… Sulla Senna, che scorre senza mai prosciugarsi, lontano dal pont Mirabeau, dalla malinconia di Apollinaire”) che creano atmosfere e nostalgie (“Siamo di nuovo qui, dopo tanti anni. Il sorriso che ci sale sulle labbra è quello del tempo che non esiste. Tutto il contrario della nostalgia. Siamo rimasti intatti, tondi come la pallina rossa di Natale, ugualmente abbagliati”), attitudini (“Poi in pochi anni i lucchetti hanno invaso tutto”) e prospettive (“Tutti i messaggi contigui disegnano una barriera d’oro, un arco sul fiume…”).

Luxembourg in controluce, Un tango sulla Senna, In terza balconata all’Olympia… I racconti si susseguono e, come i momenti della vita, alcuni restano, altri no…

Bruno Elpis

...

Leggi tutto

LEGGI COMMENTI ( Nessun commento )

Aggiungi un tuo commento

Scrivi la tua recensione

Devi effettuare il login per aggiungere un commento oppure registrati

Philippe

Delerm

Libri dallo stesso autore

Intervista a Delerm Philippe

In Una lama di luce avevamo lasciato Montalbano e Livia sconvolti per la fine di François, il protagonista del Ladro di merendine, il bambino che Livia avrebbe voluto adottare. Livia non si è mossa da Boccadasse e nelle lunghe telefonate con Salvo mostra tutta la sua prostrazione, ma in un’alba livida la telefonata di Fazio interrompe il sogno angoscioso di Montalbano per trascinarlo in una nuova indagine. Sono giorni di pioggia a Vigàta, quegli acquazzoni violenti e persistenti che non danno requie, fiumane d’acqua scatenata che travolgono case e terreni lasciando dietro di sé un mare di fango. È in una di queste giornate che un uomo, Giugiù Nicotra, viene trovato morto in un cantiere, mezzo nudo, colpito da un proiettile alle spalle. Aveva cercato scampo in una specie di galleria formata da grossi tubi per la costruzione di condotte d’acqua. L’indagine parte lenta e scivolosa, ma ben presto ogni indizio, ogni personaggio, conduce al mondo dei cantieri e degli appalti pubblici. Un mondo non meno viscido e fangoso della melma di cui ogni cantiere è ricoperto. Districandosi tra tutto quel fango nel quale «sguazzariano» costruttori, ditte, funzionari pubblici, una cosa Montalbano non riesce a togliersi dalla testa: che Nicotra, il morto, andando a morire dentro alla galleria, avesse voluto comunicare qualche cosa. «Lei poco fa ha detto una parola, piramide. E a me è tornato in mente… Sa che dentro alla piramide di Cheope nessuno per lungo tempo ci è potuto entrare perché non si riusciva a scoprire l’accesso? Poi qualcuno ha rotto gli indugi e ha praticato un foro nella parete, foro non autorizzato dai custodi della piramide. Ma così anche i custodi, che fino a quel momento erano stati costretti a starsene fuori, poterono penetrare all’interno».

La piramide di fango

Camilleri Andrea

Buon compleanno Barbara, dalla redazione di www.i-libri.com

Aurora nel buio

Baraldi Barbara

Milano, 2014. Valerio ha ventisette anni e una vita vuota e vive in un monolocale su cui aleggia la presenza del precedente proprietario: lo zio Willy, morto in odore di satanismo, che si dice avesse accumulato un tesoro mai ritrovato. Per guadagnare qualcosa, Valerio affitta l’appartamento per brevi periodi. Ha però un vizio: entrare in casa di nascosto dai suoi ospiti, per curiosare fra i loro oggetti e immergersi con la fantasia in esistenze diverse dalla sua. Una di loro, la bella ed enigmatica Viola, lo colpisce al cuore. I due si confidano, sembra nascere qualcosa; poi Viola scompare lasciandogli la speranza di tornare da lui, un giorno. Ma Viola è una donna sposata e in fuga dal marito, e forse il suo passaggio dalla casa di Valerio non è stato casuale. Che c’entri in qualche modo la leggenda del tesoro dello zio Willy? Ma com’è possibile? Per Valerio comincia un viaggio alla ricerca della donna, che dalle strade di Milano lo porta al Rio delle Amazzoni, un viaggio in cui fra scoperte dolorose e squarci di inattesa felicità, la sua vita precaria cambierà per sempre. Un libro dove i fondamenti della narrazione romanzesca (il denaro, l’amore, l’avventura, il mistero, la comicità) catturano il lettore e si fondono nel ritratto di un personaggio vero e tenerissimo. E di una generazione derubata del proprio futuro e costretta a inventarsi il presente ogni giorno, con rabbia ma anche con ironia.

Sempre più vicino

Montanari Raul

Salwa Bakr sulle donne e la letteratura araba