Narrativa

UN UOMO

Fallaci Oriana

Descrizione: Un uomo è il romanzo della vita di Alekos Panagulis, che nel 1968 è condannato a morte nella Grecia dei colonnelli per l'attentato a Georgios Papadopulos, il militare a capo del regime. Segregato per cinque anni in un carcere dove subisce le più atroci torture, restituito brevemente alla libertà, conosce l'esilio, torna in patria quando la dittatura si sgretola, è eletto deputato in Parlamento e inutilmente cerca di dimostrare che gli stessi uomini della deposta Giunta continuano a occupare posizioni di potere. Perde la vita in un misterioso incidente d'auto nel 1976. Oriana Fallaci incontra Panagulis nel 1973 quando, graziato di una grazia che non aveva chiesto ma che il mondo intero reclamava per lui, esce dal carcere. I due si innamorano di un amore profondo, complice, battagliero. Lei lo affianca e ne condivide una lotta mai paga. "Il poeta ribelle, l'eroe solitario, è un individuo senza seguaci: non trascina le masse in piazza, non provoca le rivoluzioni. Però le prepara. Anche se non combina nulla di immediato e di pratico, anche se si esprime attraverso bravate o follie, anche se viene respinto e offeso, egli muove le acque dello stagno che tace, incrina le dighe del conformismo che frena, disturba il potere che opprime."

Categoria: Narrativa

Editore: Rizzoli

Collana:

Anno: 2000

ISBN: 9788817153775

Recensito da Nicoletta Scano

Le Vostre recensioni

In questo romanzo, edito nel 1979, Oriana Fallaci racconta la vita del suo compagno, Alekos Panagulis, un rivoluzionario greco che tentò negli anni settanta di scalzare la dittatura dei Colonnelli nel suo paese.

 

La scrittrice lo incontrò per un’intervista, negli anni in cui stava girando il mondo per raccontare storie, orrori di guerra, incontrare personalità politiche e culturali. L’intervista che determinò la loro storia d’amore, del resto, si può leggere nell’altra opera della Fallaci, “Intervista con la storia”.

Il racconto non è affatto focalizzato sulle vicende personali del protagonista che, laddove narrate dall’autrice però, permettono di capire meglio l’uomo e la sua personalità, la realtà che Panagulis affrontava ogni giorno, durante la dittatura prima, quando fuggì in Italia per sfuggire alla morte, ed infine quando rientrato in Grecia tentò la strada parlamentare, inseguendo un ideale di libertà che non raggiunse mai.

 

Il racconto, molto appassionante anche perché storicamente preciso e dettagliato, inizia durante la prigionia di Panagulis, dopo il fallito attentato al dittatore Georgios Papadopoulos: l’autrice, basandosi sul racconto del compagno, descrive la vita del protagonista nel carcere di Boiati, senza tacere le torture e le malversazioni, la disperazione e la tenacia mostrata in quei momenti.

 

Proprio come un eroe nel senso classico del termine, il rivoluzionario in prigione, in attesa di venire giustiziato, si ribella moralmente alla sconfitta e, al suo processo, per estrema sfida, non si opporrà alla punizione, affermando “E anzi accetto fin d’ora questa condanna. Perché il canto del cigno di un vero combattente è il rantolo che egli emette colpito dal plotone di esecuzione di una tirannia.”

 

Ma ancora più eroica, se possibile, sarà la vita che Panagulis dovrà affrontare una volta uscito dal carcere, in seguito a una grazia concessagli probabilmente per via delle pressioni internazionali originate dalla vicenda. Infatti, caduta apparentemente la dittatura, Panagulis smessi con entusiasmo i panni del rivoluzionario, si trova impastato nella burocrazia, nella fatica di lottare per un popolo che in fondo si adatta senza voler vedere fino in fondo la propria schiavitù, e si accorge di quanto sia faticoso e stremante, deludente,  tentare di sconfiggere i vecchi giochetti della politica in cui si trova coinvolto e da cui viene moralmente schiacciato.

 

Scrive al proposito l’autrice: “Nella fiaba dell’eroe è il ritorno al villaggio che giustifica le pene sofferte e le imprese compiute nel regno dell’impossibile: senza ritorno la sua lunga assenza perderebbe ogni significato. Però il ritorno è anche l’esperienza più amara che egli deve affrontare, un dolore che lo strazia più di quanto lo straziarono le battaglie sostenute nel periodo delle grandi prove, e non solo perché fino alle porte del villaggio egli è avversato dagli dèi che non si stancano di collaudarlo, di tormentarlo, ma perché rientrando tra i comuni mortali egli deve subire la loro ingratitudine, la loro indifferenza, la loro cecità”.

 

Un’opera davvero unica, che fonde storia, giornalismo, biografia e romanzo, ci parla d’amore, di guerra, di politica e di cultura, senza dimenticare mai un respiro d’umorismo e pone ancora oggi domande che non sembrano aver trovato risposta.

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