Narrativa

Una di Luna

De Carlo Andrea

Descrizione: Margherita Malventi si dedica a una cucina intima e riflessiva nel suo piccolo ristorante a Venezia, nel sestiere di Castello, ed è convinta che la luna le abbia salvato la vita più di una volta. Suo padre si chiama Achille, ha ottantasette anni, è alto un metro e cinquantaquattro, ed è stato uno dei più rinomati chef della città lagunare, finché non ha perso tutto a causa delle sue manie di grandezza. È un uomo rabbioso, in guerra contro il mondo, ma l'invito a partecipare come ospite d'onore a Chef Test, popolarissimo programma televisivo di cucina, sembra offrirgli la possibilità di una rivalsa pubblica. Margherita decide di accompagnarlo a Milano, dove il programma viene registrato, con la speranza assai poco realistica che il viaggio possa dischiudere tra loro una comunicazione che non c'è mai stata.

Categoria: Narrativa

Editore: La nave di Teseo

Collana: I libri di Andrea De Carlo

Anno: 2018

ISBN: 9788893446181

Recensito da Elpis Bruno

Le Vostre recensioni

Una di Luna di Andrea De Carlo è Margherita, una donna che ha plasmato la sua vita sulla predominanza di un padre ingombrante (“Essere apprensivi per un padre che ti ha tiranneggiato tutta la vita”), non in senso fisico – è di bassa statura – ma per personalità.
Questa circostanza ha condizionato il carattere di Margherita (“Credo che sia per via del carattere di mio padre se ho sempre avuto una tendenza a evitare i conflitti, ad allarmarmi anche per una semplice discussione: immagine che sia già difficile avere un  padre aggressivo, ma averne uno aggressivo e ipersensibile è decisamente peggio”) e il suo sentire (“Ci vuole poco a farmi sentire fuori luogo, priva dei codici necessari”).

Quando, in qualità di chef-star, papà Achille Malventi viene invitato da Venezia a Milano, in una di quelle trasmissioni culinarie-televisive che vanno tanto di moda ai nostri giorni (ove i concorrenti “sembravano pescati da un catalogo online di stereotipi umani a uso televisivo”), Margherita ha forse l’occasione per regolare il proprio rapporto con il genitore, ma l’occasione fallisce di fronte alle bizze (“La vera pasta alla gricia, che non va mai chiamata amatriciana bianca!”) anche comiche del padre (“Andate a prendere questo diavolo di lardo!”). Un padre che, per certi versi, richiama un personaggio (anche lì padre) di un precedente romanzo di De Carlo (Uto), mentre per gli aspetti comici Achille ricorda il padre del protagonista di Full of life di John Fante.

Margherita non fallisce però l’occasione d’imbattersi in Jules, un uomo dotato di grande intuizione (“Siete simili in alcuni tratti e opposti in tutto il resto”) anche per il mestiere che svolge (è un illusionista!). Per la prima volta, Margherita si sente valorizzata come donna: nella sua natura lunare (“Il tuo lato d’ombra… è una parte così importante della tua natura lunare… scoprire la tua parte solare è stata una sorpresa straordinaria”), nel suo desiderio di rompere la monotonia di una vita (“È nei non-luoghi che ti accorgi meglio della vita sbagliata che ti sta succedendo”) sempre trascorsa in posizione soccombente e rinunciataria.

Andrea De Carlo – mi piace il suo stile, se non si fosse capito – è maestro di eleganza e sensibilità nel descrivere l’evoluzione dei rapporti umani sia nella complessa relazione tra sessi opposti (“Dovevo avere un precoce istinto femminile ad andare incontro al maschio sul suo terreno, cercare di condividere i suoi istinti oscuri…”) sia nell’affermarsi della passione (“Le nostre consistenze si cercavano sotto la lana morbida dei nostri cappotti… nella circolarità liquida delle nostre sensazioni…”).

Sullo sfondo del romanzo campeggia una Venezia irrituale (“è una città immaginaria… la città giusta per un illusionista”) e s’impone la consueta attenzione per l’estetica (“Mi deprimo ogni volta che divento improvvisamente consapevole delle brutture del mondo, in forma di comportamenti umani o strutture sociali o edifici o paesaggi”), l’ambiente e i suoi esseri viventi (“Lardo di maiale, ottenuto com’era dalla sofferenza di poveri animali, e riempito di chissà quali schifezze chimiche”).

Bruno Elpis

...

Leggi tutto

LEGGI COMMENTI ( Nessun commento )

Aggiungi un tuo commento

Scrivi la tua recensione

Devi effettuare il login per aggiungere un commento oppure registrati

Andrea

Carlo

De

Libri dallo stesso autore

Intervista a De Carlo Andrea

Il ragazzo e il mare: si può racchiudere cosi l'avventura di un'estate per un adolescente degli anni cinquanta. Il lento addestramento alla pesca, le conversazioni sulla guerra con il pescatore che è stato soldato sul fronte orientale, l'isola del sud: tutto questo fa da sfondo all'incontro del protagonista con una ragazza più grande venuta da un colleggio svizzero a far vacanza al mare.

Tu, mio

De Luca Erri

Scritto nel 1795 con il titolo di Elinor and Marianne, "Ragione e sentimento" viene pubblicato nel 1811. Come gli altri maggiori romanzi della Austen, descrive le vicende di un'anima ingenuamente romantica che, attraverso l'esperienza, giunge a comprendere infine la realtà dell'esistenza. Protagoniste sono le giovani sorelle Dashwood, Elinor e Marianne, che, alla morte del padre, sono costrette a fare i conti con le ristrettezze economiche nella loro nuova e modesta casa nel Devonshire. Qui conosceranno le pene e le gioie dell'amore e, imparando a conciliare la ragione con il sentimento, diventeranno donne. Attorno a questo processo di maturazione la Austen tesse una trama piena di grazia e ironia, in cui con la sua elegantissima prosa riesce ad analizzare e descrivere con straordinaria sottigliezza il contrasto e il dissidio tra istanze psicologiche e morali.

Ragione e sentimento

Austen Jane

Intensa, chiara e potente, cosí si presenta questa che è l'opera prima dello scrittore sudafricano vincitore, per ben due volte, del Booker Prize. Nelle due novelle di Terre al crepuscolo sono già evidenti tutte le qualità di Coetzee, confermate nei suoi successivi lavori. Il protagonista del primo racconto, Progetto Vietnam, è un ricercatore che studia i risultati del condizionamento ideologico dell'informazione negli anni del conflitto vietnamita. La storia di Jacobus Coetzee, invece, ricrea l'ambiente boero del Settecento, ripercorrendo la vicenda biografica di un uomo di frontiera che giura vendetta ai nativi ottentotti, rei di non avergli portato il rispetto dovuto a un bianco. Legati dal comune tema della riflessione sul potere, i due testi procedono nel solco della tradizione di Cuore di tenebra di Conrad ed esplorano il concetto di ossessione sottolineandone lo stretto legame con la colonizzazione, sia essa del 1760 o del 1970.

TERRE AL CREPUSCOLO

Coetzee John Maxwell

Più ispirato che mai, Fabio Genovesi torna a farci sognare con la sua scrittura unica, che ci travolge e ci emoziona come un'onda impetuosa, ci fa commuovere, sorridere e poi ridere fino alle lacrime. E ci racconta cosa vuol dire credere in qualcosa. Hai presente quando la radio passa la canzone che ascoltavi sempre alle superiori, e ti immaginavi nel futuro, libero e felice di fare quel che volevi... be', se a sentirla il cuore ti si stringe e alla fine devi cambiare stazione, vuol dire che in quel futuro qualcosa non è andato come sognavi. Così è per Fabio, che ha ventiquattro anni e studia giurisprudenza. La materia non lo entusiasma per niente, ma una serie di circostanze lo ha condotto lì, e lui non ha avuto la forza di opporsi. Perciò procede stancamente, fin quando – siamo nel 1998 – per evitare il servizio militare obbligatorio viene spedito in un ospizio per preti in cima ai monti. Qua il direttore è un ex missionario ottantenne ruvido e lunatico, che non esce dalla sua stanza perché non gli interessa più nulla, e tratta male tutti tranne Gina, una ragazza che si crede una gallina. Diversi come sono, qualcosa in comune Fabio e Don Basagni ce l'hanno: la passione per il ciclismo. Così iniziano a guardare insieme il Giro d'Italia, e trovano in Marco Pantani l'incarnazione di un sogno. Un uomo coraggioso, tormentato e solo, che si confronta con campioni colossali che hanno il loro punto di forza nella prudenza e nel controllo della corsa. Pantani invece non fa tanti calcoli, lui dà retta all'istinto e compie sforzi immani che gli permettono di spostare il confine, "il terribile confine tra il possibile e l'impossibile, tra quel che vorremmo fare e quel che si può". Grazie a questa meravigliosa follia, Fabio e Don Basagni troveranno in sé un'audacia sepolta, e metteranno in discussione l'esistenza solida e affidabile che ormai erano abituati a sopportare. Più ispirato che mai, Fabio Genovesi torna a farci sognare con la sua scrittura unica, che ci travolge...

Cadrò, sognando di volare

Genovesi Fabio