Con la penna complice e brillante di Paolo Conti riviviamo un pezzo di storia del Paese tra politica, cronaca, costume, giornalismo e satira.
Dalla prima caricatura del re Vittorio Emanuele III, disegnata a cinque anni di età, ai ritratti satirici dei governanti di oggi. Le vignette di Emilio Giannelli raccontano ogni giorno lo spirito e il costume degli italiani, della loro classe politica, il populismo, la crisi dei partiti: sempre con la chiave dell’ironia, del sarcasmo, della battuta fulminante e di quel mondo visto con l’occhio della gente comune. Questo libro raccoglie i disegni più belli e recenti, con molti inediti, di una carriera iniziata al «Travaso» prima di conoscere Forattini che lo portò a «Repubblica» e di passare poi al «Corriere della Sera», con cui collabora da oltre trent’anni. E per la prima volta il grande caricaturista, senese della Contrada del Drago, racconta anche sé stesso e come sono nate le sue vignette e i suoi personaggi, gli incontri, il carattere, i piccoli segreti, i colpi messi a segno e i tentativi di censura nell’arco di una vita, passando dal Quirinale a Palazzo Chigi, dal Parlamento ai grandi fatti di cronaca. Grazie alla penna complice e brillante di Paolo Conti, Giannelli ripercorre un pezzo di storia del Paese tra satira e cronaca, costume, giornalismo e politica. Prefazione di Luciano Fontana.
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Il disegnatore Emilio Giannelli si racconta e raccoglie le vignette più belle in un libro con Paolo Conti (Solferino, dal 18 novembre). Qui uno stralcio della prefazione del direttore del «Corriere della Sera» Luciano Fontana
La scelta della vignetta di Emilio Giannelli da pubblicare ogni giorno sulla prima pagina del «Corriere della Sera» è uno dei riti quotidiani della vita del giornale. Quando fui assunto, nel 1997, Giannelli era già lì, con le sue telefonate, le sue bozze pomeridiane inviate via fax, la sua ultima stesura pronta per la stampa. Ero uno dei caporedattori centrali del giornale, e avevo il compito di sentirlo nel primo pomeriggio per raccontargli le notizie principali della giornata, i fatti e i personaggi che stavano emergendo. Colloqui rapidi, perché Giannelli è fulminante nelle sue intuizioni, tanto veloce da dirti già al telefono quale poteva essere il disegno e quale la battuta che lo avrebbe accompagnato. Ti lasciava sempre stupito, anche se qualche volta intuivi subito che il giorno seguente avrebbe provocato la telefonata di un politico arrabbiato.
«Un’Italia da vignetta» di Emilio Giannelli, con Paolo Conti (pp. 240), sarà dal 18 novembre in libreria (euro 17,50) e in edicola (euro 14 più il prezzo del quotidiano)
Quando poco dopo arrivava la vignetta (di solito in brevissimo tempo, salvo per quelle corali con tanti personaggi o quelle composte da molte scene come un fumetto da scorrere) lo stupore diventava doppio: per i tratti irriverenti, ma soprattutto divertenti, dei personaggi, l’abilità per mezzo di un tratto di matita e di china di cogliere le posture, la camminata, il modo di gesticolare, l’atteggiamento verso gli altri. A me piaceva e piace ancora moltissimo, per esempio, il ritratto di Berlusconi con le sue scarpe rialzate, il doppiopetto d’ordinanza, il sorriso aperto da ragazzino impertinente che ne sta combinando un’altra. Tutto accompagnato quasi sempre da una battuta o una frase che vale l’editoriale del giorno.
Avere una vignetta quotidiana in prima pagina, dal 1991 a oggi, ha infatti un significato preciso. Affida a Giannelli il commento, a modo suo e con il linguaggio della satira, di quello che è il fatto del giorno. Completa gli editoriali delle firme più importanti del «Corriere». Il suo è uno sguardo ironico ma preciso, puntuale, che svela il lato nascosto di una notizia, ne esalta un’interpretazione, la offre al lettore senza tanti giri di parole, in un modo diretto: come a dire, ecco cosa c’è davvero dietro la scena, ecco cosa ti nasconde un politico o un importante leader mondiale. Scherziamoci pure su, ma non farti raggirare.
Emilio Giannelli conosce la politica e i suoi caratteri come pochi altri, ma soprattutto sa esaltare i dettagli: dei fatti, dei comportamenti, dei pregiudizi. Non è mai cattivo, ma ha il gusto toscano della battuta, che spesso lascia spaesati nei faccia a faccia privati e pubblici con tanti personaggi. Un gusto irresistibile che nessuno può frenare. Il risultato finale è qualche arrabbiatura, qualche incidente raro, come con i reali d’Inghilterra. Ma sono tantissimi quelli che lo adorano e chiamano il giornale per chiedere l’originale della vignetta per poterla incorniciare nel loro studio. Mi è capitato tante volte di ricevere la richiesta di leader, personalità istituzionali, capi d’azienda. Ricordo ancora lo sguardo divertito di papa Ratzinger quando in Vaticano gli consegnammo, con Massimo Franco, due disegni preparati per lui da Giannelli.
Ma soprattutto Giannelli è amato e guardato ogni mattina con avidità da tutti i lettori del «Corriere». Una prima pagina senza Giannelli è inconcepibile, è come se il giornale uscisse senza il titolo d’apertura. Questo rito Emilio lo ha rispettato sempre, senza saltare un giorno, organizzandosi anche nei momenti in cui sembrava per lui impossibile.
Il percorso
Dalla prima caricatura del re Vittorio Emanuele III, disegnata a 5 anni, alle vignette di oggi. Emilio Giannelli (1936) si racconta e raccoglie i lavori più belli, inclusi molti inediti, in «Un’Italia da vignetta» (Solferino). Avvocato all’ufficio legale del Monte dei Paschi di Siena, ex direttore generale della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, e disegnatore per passione, fu chiamato da Giorgio Forattini a collaborare all’inserto satirico de «la Repubblica». Nel 1991 passa al «Corriere della Sera», di cui è il vignettista di punta. Ha collaborato con periodici quali «Epoca», «L’Espresso», «Panorama».
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