Letteratura russa

Vedere la luce: Il mare della giovinezza di Platonov

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Dopo aver letto Каменная баба di Il’ia Boiashov (nella traduzione inglese, Stone Woman), ho deciso di tornare ai classici moderni con Andrei Platonov… è sembrato finalmente il tempo di leggere Ювенильное море (Il mare della giovinezza, pubblicato in Italia da E/O). Che meraviglioso e disorientante piacere è stato leggere Platonov: sarebbe valsa la pena leggerlo solo per i suoi ricoveri a forma di grande zucca.


Dove altro può un lettore trovare una storia di produzione – gli obiettivi includono incrementare la produzione del bestiame e trovare fonti alternative di produzione – scritta con un linguaggio variegato che intreccia  poesia con linguaggio sovietico e trasposizioni dal realismo socialista? Credo che la maggiore difficoltà nel leggere Platonov risieda nelle inusuali combinazioni di parole che impressionano a tal punto da dover leggere ogni riga due volte per comprenderne il significato letterale, quello figurativo, e quindi quello della storia nel suo complesso. Spesso due volte non è abbastanza: la scrittura di Platonov è così densa di

странение (che rendono strano) che quasi ogni cosa sembra un po’ fuori, inusuale o grottesca, rendendo la lettura un’esperienza piena. Anche la prefazione ad uno dei miei libri di Platonov inizia così “Кажется, мы уже никогда не узнаем, как читать Андрея Платонова.” – “Sembra che non saremo mai in grado di scoprire come leggere Andrei Platonov.” La chiave di lettura è andata persa nelle pieghe del tempo, spiega Valentin Kurbatov… una frase particolarmente azzeccata per Il mare della giovinezza.

 

 

Senza dubbio preferisco vie alternative e scorciatoie per trovare la chiave persa di lettura, perché non credo vi sia un modo univoco e corretto di leggere un libro di un determinato scrittore. Tutte quelle stratificazioni di parole e significati criptici sono il motivo per cui i lettori ostinati come me amano Platonov. Piuttosto che scrivere della trama, che potrebbe richiedere un mese o due, preferisco menzionare alcune delle stranezze e degli accadimenti che mi hanno coinvolto già dalle prime pagine, per poi elencare alcuni dei temi che sollevano.

Il mare della giovinezza inizia con un ingegnere ed elettricista, Nikolai Vermo, che attraversa a piedi la steppa nelle regioni a sud-est dell’Unione Sovietica, passando le proprie giornate uccidendo la noia nel pensare a se stesso come un macchinista, un pilota o un geologo. Si trova quindi alla casa di Adrian Umrishchev, direttore di una fattoria di stato per la produzione di carne; Vermo presenta dei documenti nei quali gli veniva ordinato di recarsi alla fattoria. Umrishchev sta leggendo un libro antico su Ivan il Terribile. A pagina tre del libro, Umrishchev riferisce di aver risolto una crisi di abitazioni mediante i sopraccitati ricoveri a forma di zucca. Parla poi di come fosse stato messo in una situazione inspiegabile dopo la smobilitazione dell’apparato sovietico. Vermo e Umrishchev parlano fino a notte.
Questa è la frase che indica l’arrivo del mattino: “
Ночь, теряя свой смысл, заканчивалась” – “La notte, perdendo il suo significato/scopo, stava finendo.”

Luce e oscurità. Sono appassita leggendo quella frase sulla notte, ed ho continuato a tornarci leggendo il libro: il sole come fonte di potere è un elemento chiave della storia, così come la lucentezza e l’elettricità sono tipici temi della propaganda sovietica e del realismo socialista, insieme ad altri significati metaforici della luce, così come l’illuminazione.

Il lato oscuro del Sotsrealism. Una terribile tristezza – che inizia con тоска (la chiamerei melanconia) nel cuore di Vermo nella seconda frase – traspira dal libro… insieme all’ottimismo dei personaggi di Platonov. Certamente c’è un gran numero di entusiasti lavoratori nel realismo socialista, ma non hanno in se questo tipo di toska. Vi sono così tanti ratti: i ratti passano sopra uno dei personaggi mentre dorme, anche se non se ne accorge. Si tratta di una stridente combinazione che rende la scrittura di Platonov così meravigliosamente contorta e stranamente reale.

La grande zucca. Le promesse di un brillante futuro tipiche dell’epoca sovietica, il comunismo e anche la incredibile produzione di carne stavano per materializzarsi nella Grande Zucca. La convinzione è alla base della mia attrazione verso le grandi zucche del libro: il mio primo pensiero è stato quello di chiedermi se queste zucche fossero veramente possibili. Mi sono poi ricordata che la vera realtà non è importante, perché stavo leggendo un’opera che corrompeva il realismo socialista, una saga e il suo linguaggio.

 

 

 

Articolo tradotto dall’inglese da Diego Manzetti, in collaborazione con il blog Lizok’s Bookshelf: originale disponibile al link: http://lizoksbooks.blogspot.co.uk/2011/06/seeing-light-platonovs-juvenile-sea.html

 

 

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1984

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In "Storie della preistoria", Moravia narra le avventure e disavventure di una grande folla di animali umanizzati. O meglio: di uomini che si nascondono dietro una maschera animalesca. Ma le sue storie, libere da schematismi e da certezze usurate dal tempo, si propongono piane, efficaci, più spesso esilaranti, per una lettura accattivante e per un'interpretazione autonoma e personalissima.

Storie della preistoria

Moravia Alberto