
Non chiamarmi col mio nome
Purdy James
Descrizione: Tiziano ha 45 anni, è nato a Cortona e vive a Torino. Si considera un ex scrittore perché ha pubblicato un solo libro da giovane. Ha rinunciato quando ha conosciuto una certa editoria, quella fatta di scambi di favori e di squallidi prodotti commerciali. La stessa per cui oggi lavora. Da anni infatti è un ghostwriter, pagato per rielaborare manoscritti scadenti e farne libri di successo. Una notte d'estate, però, sul terrazzino del piccolo appartamento dove vive con la gatta, Tiziano decide di tornare a scrivere. "Vicolo del Precipizio" sarà il titolo del suo nuovo libro, una raccolta di fatti ambientati a Cortona, un viaggio nella memoria: racconti toscani, amori finiti male, preti donnaioli, episodi partigiani ma anche fatti che riguardano la sua famiglia. Mentre prende corpo questo "libro nel libro", l'intera narrazione si riempie di personaggi e vicende, di episodi ora drammatici e ora grotteschi; leggende legate a Cortona e storie contadine, anche boccaccesche, che vanno a intrecciarsi ai ricordi personali di Tiziano, per confluire nel suo presente.
Categoria: Narrativa
Editore: Perdisa
Collana:
Anno: 2010
ISBN: 9788883725562
Recensito da Stefano Costa
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James Purdy e la sua scrittura rimangono un rebus oggi come ieri. Amato da autori che non potrebbero essere più diversi - tra gli altri Jonathan Franzen, Gore Vidal e David Means che firma l'introduzione a questo libro -, non ha mai incontrato il favore del grande pubblico né lo ha mai ricercato. Forse proprio perché non l'abbiamo capito meriterebbe ancora un'altra chance per confonderci e sviarci, per mostrarci come la letteratura possa ancora essere un oggetto misterioso che prescinde da regole di scrittura fissate come fossero le tavole del tempio. La prosa di Purdy potrebbe suonare anacronistica, con le sue didascalie, il suo marchiano "tell don't show", questi personaggi che fulminano a bruciapelo gli interlocutori con domande sul senso delle cose, stridenti nella loro chiarezza e crudeli nel loro essere stralunate. I neon di un cinema notturno piuttosto equivoco squillano "uomini uomini uomini", e nella sala buia qualche marchettaro è intento a conoscere col tatto corpi e fremiti propri e altrui. Così come gli Holden efebici che perlustrano gli anfratti più bui di un parco sordido varcano quel territorio di confine che è l'omosessualità, allo stesso modo la lingua di Purdy sta e si misura fra ciò che dice e ciò che esclude dall'esser detto, ciò che rimane fuori ma soprattutto sotto l'abito di parole confezionato da questo formalissimo sarto letterario. Sotto una spessa patina di urbanità e manierismi, pulsa una voragine di desiderio e gli interpreti azzimati e ossequiosi di queste turpitudini mai esibite, ma solo ruminate e vissute, hanno un'onomastica e una "quirkin"...
Non chiamarmi col mio nome
Purdy James
Perché una sacca di sangue costa 3 euro al Sant’Andrea di Vercelli e 12 al Gallicano di Cosenza? E perché la Regione Piemonte dispone di 700 dipendenti e la Sicilia di 6000? Ci sono tante cose che ci fanno arrabbiare: gli sprechi, le inefficienze e ognuna delle mille male-qualcosa che popolano le cronache quotidiane. Una volta si tratta di truffe. Un’altra volta è una partoriente che ci lascia la pelle a causa di un errore o di un disguido. Un’altra ancora sono i treni fermi in mezzo alla campagna per il sistema andato in tilt. Perché tutto questo? La risposta non viene da differenze culturali o caratteriali che, con facile qualunquismo, si potrebbero individuare. La ragione affonda le radici nella storia: proprio quella di 150 anni fa. Se oggi i cittadini si lamentano per l’eccessivo carico fiscale e per le troppe tasse che gravano sul singolo contribuente, diventa inevitabile rammentare che l’andazzo prese il via giusto un secolo e mezzo fa, quando ci si cominciò a inventare imposte con tanta fantasia e nessuna logica. Se adesso tutti parlano di federalismo (e pochi immaginano come farlo) è perché si riconosce implicitamente che sono stati commessi errori imperdonabili che adesso diventa urgente rettificare. Non un’Italia unita e nuova ma un regno sabaudo allargato, che annette, che conquista e che impone le sue regole e le sue misure. Un travisamento degli accordi e del progetto originario, che ha tradito il Nord danneggiando anche il Sud.
Polentoni
Del Boca Lorenzo
Il destino può riservare incontri che cambiano la vita. Così è stato per Caterina, una studentessa universitaria con il fiuto per il mistero e il vizio della curiosità nella sua nuova amicizia con Rose, un’anziana vestita come una bambola e che serba in sé un segreto rimasto tale troppo a lungo. In un appartamento milanese dove il tempo sembra essersi fermato, tra bicchieri di vodka, domande e riflessioni, Rose narrerà a Caterina della sua vita in Galles, dall’infanzia all’adolescenza rubata, fino all’età adulta, divisa tra l’amore per un enigmatico pittore spagnolo e l’affettuoso rapporto con un ragazzo geniale. Sul filo della rivelazione di una verità sconvolgente, Rose terrà Caterina e il lettore con il fiato sospeso in una narrazione precisa, colta, appassionante.
Mi salvarono i colli del Galles
Premoli Elena
DE PROFUNDIS – di Oscar Wilde
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