Per le celebrazioni del 150° dell’Unità d’Italia, il Salone Internazionale del Libro di Torino 2011 ha provato a raccontare la nostra storia attraverso il libri.
In particolare, con la mostra 1861-2011. L’Italia dei Libri, sono stati proposti ai visitatori ben cinque percorsi di schede, volumi originali, curiosità, documenti rari e “audiopillole” ascoltabili dai vari totem disseminati nella bellissima sala Oval.
Qui vi propongo i 15 SuperLibri, quelli ritenuti un po’ i testi fondanti della nostra cultura letteraria, o in quanto capolavori della scrittura o in quanto testi particolarmente innovativi o evocativi di un’epoca.
Naturalmente, per maggiori informazioni, potete visitare il sito del Salone del Libro.
Per l’anno 1867 c’è Ippolito Nievo. Le confessioni di un ottuagenario. Grande romanzo del Risorgimento italiano che affronta in modo originale il tema della difficile costruzione dell’identità nazionale.
1880. Carlo Collodi. Le avventure di Pinocchio. “Il legno, in cui è intagliato Pinocchio, è l’umanità” Benedetto Croce.
1886. Cuore. Edmondo De Amicis. Tutti conosciamo il diario di Enrico e i racconti mensili del maestro… Qui l’austerità dell’istituzione scolastica riecheggia l’impegno del popolo per il rafforzamento della nazione.
1891. Giovanni Pascoli. Le Myricae racchiudono versi commoventi che cantano l’innocenza, lo stupore e la fatica.
1919. Allegria di naufragi. Di Giovanni Pascoli Contini dice: “Il primo poeta vero che abbia introdotto nel verso italiano autentiche innovazioni formali”.
Il 1923 saluta La coscienza di Zeno, di Italo Svevo. Lunga e dolorosa confessione di un uomo qualunque per descrivere il conformismo del mondo borghese e assolvere l’umanità.
1925. Eugenio Montale. Ossi di seppia. “La Liguria terrestre ed equorea è lo spunto da cui muove la poesia di Montale: e divien simbolo nell’attuazione della conoscenza e nella consumazione del dolore” Carlo Emilio Gadda.
1929. Gli indifferenti. Il giovane Alberto Moravia innova la prosa narrativa scegliendo un linguaggio pratico e immediato, in netta contrapposizione allo stile del tempo.
1947. Se questo è un uomo. Primo Levi. “Se il libro ha superato di gran lunga tutti gli scritti analoghi di reduci di Lager, è per la sua eccezionale qualità letteraria, che dipende soprattutto dalla lucidità della memoria, dall’acutezza della riflessione, dal suo livello morale e da un’incomparabile attitudine espressiva” Cesare Segre.
1948. Giovannino Guareschi. Don Camillo. “Pochi autori come Guareschi hanno saputo descrivere (esorcizzandolo, elidendolo, respingendolo) l’enorme trauma, lo spaesamento, il presagio di irrimediabile perdita di identità e di ordine dell’Italia travolta e stravolta in pochi anni dall’industrializzazione…”.
1957. È la volta di Italo Calvino e del suo (Il) barone rampante, la storia del dodicenne Cosimo Piovasco di Rondò, che rifiuta i modelli che lo circondano e decide di rampare di ramo in ramo…
Stesso anno, Carlo Emilio Gadda. Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. “Una comicità grottesca con punte di disperazione smaniosa (…)” Italo Calvino.
1958. Il Gattopardo, di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Controverso e seducente, vince il Premio Strega 1960.
1980. Il nome della rosa, Umberto Eco. Un romanzo che non è semplicemente un “giallo” ma sovverte ogni tipizzazione.
2006. Arriviamo ai tempi nostri con Gomorra, di Roberto Saviano. Un coraggioso libro-denuncia che invita gli italiani a lottare per la legalità.
E per voi? Quali sono i 15 “superlibri”? Siete d’accordo con questa classifica?
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