Lorenzo Marone alla Feltrinelli Duomo di Milano
4 giugno 2019: c’è pubblico numeroso alla Feltrinelli Duomo di Milano: Lorenzo Marone presenta il suo ultimo romanzo, Tutto sarà perfetto, edizioni Feltrinelli.
Mentre i caldi raggi del sole serale spiovono sulla piazza affollata a illuminare le guglie fiammeggianti e la splendida facciata del Duomo, nella zona del megastore adibita alla presentazione lo scrittore napoletano accoglie il suo pubblico dialogando con lo scrittore e giornalista Giacomo Papi.
Nel corso del dialogo Papi avrà modo di definire l’opera un romanzo di formazione e di accostare il libro di Lorenzo alla Gita al faro di Virginia Woolf e, naturalmente, all’Isola di Arturo di Elsa Morante, perché Tutto sarà perfetto è ambientato nella splendida Procida.
La discussione si sofferma sulla caratterizzazione dei personaggi (il comandante Libero, lo scapestrato Andrea, la barcollante Delphine) e sui tratti distintivi della scrittura di Marone (“Una scrittura visiva e luminosa, sostenuta dalla bellezza dei luoghi descritti”): una narrazione che privilegia il valore dei ricordi (“Quando si scrive, si ricorda con il corpo: spesso l’estate, preferibilmente l’estate nella quale siamo diventati grandi…”) e l’analisi del passato.
“Non è un giallo, ma è ricco di colpi di scena”: i due dialoganti si destreggiano nel difficile tentativo di non rivelare troppo, mentre lo spoiler è in agguato…
“L’attitudine al controllo si traduce nella perdita del controllo”, “La felicità bisogna lasciarla andare, non è da trattenere, la sua bellezza svanirebbe…”, “Impara a lasciar sparire presto la terra e l’orizzonte”: sono temi affascinanti, che nel romanzo trovano il loro sviluppo tra le fotografie e le immagini che costellano l’opera (come il geco fermo sul muro, un animale magico).
“Non vi sono personaggi cattivi, non c’è un antagonista”, osserva Papi.
“Il vero antagonista siamo noi stessi”, risponde Marone, così allenato – ammette lui – a vestire i panni degli altri per comprenderli.
Lorenzo Marone legge alcune righe del romanzo: la scelta ricade su passaggi toccanti ed emozionanti. Il pubblico applaude. “Ma anche l’ironia è un registro della scrittura”: il conduttore Papi sceglie un dialogo per dimostrarlo.
“È un romanzo sulla bellezza, con il tema della casa, la famiglia è un concetto complicato…”, poi è tempo delle domande del pubblico e non mancano le battute scherzose, di simpatia.
La domanda più immediata: “Perché il titolo Tutto sarà perfetto?”
La più simpatica: “Nel gioco di quale animale sei, a chi ti paragoni?”
Risponde Lorenzo: “Mia mamma una lumachina, mia sorella un’ape. Io vorrei esser un insetto gioioso con un guscio…”
Rimanete sintonizzati su queste pagine web per leggere, prossimamente, il nostro commento a Tutto sarà perfetto.
Leggi il nostro commento a Un ragazzo normale cliccando sul titolo del romanzo.
Leggi la nostra intervista a Lorenzo Marone a questo link.
Sinossi di Tutto sarà perfetto - La vita di Andrea Scotto è tutto fuorché perfetta, specie quando c’è di mezzo la famiglia. Fotografo quarantenne, single e ostinatamente immaturo, Andrea ha sempre preferito tenersi alla larga dai parenti: dal padre Libero, comandante di navi a riposo, procidano, trasferitosi a Napoli con i figli dopo la morte della moglie, e dalla sorella Marina, sposata, con due bambine e un evidente problema di ansia da controllo. Quando però Marina è costretta a partire e a lasciare il padre gravemente malato, tocca ad Andrea prendere il timone. È l’inizio di un fine settimana rocambolesco, in cui il divieto di mangiare dolci e fritti imposto da Marina è solo uno dei molti che vengono infranti. Tallonato da Cane pazzo Tannen, un bassotto terribile che ringhia anche quando dorme, costretto a stare dietro a un padre che si rifiuta di farsi trattare da infermo e che continua a sorprenderlo con richieste imprevedibili, Andrea sbarca a Procida e ritorna dopo anni tra le persone e i luoghi dell’infanzia, sulla spiaggia nera che ha fatto da sfondo alle sue prime gioie e delusioni d’amore e tra le case colorate della Corricella scrostate dalla salsedine. E proprio in mezzo a quei contrasti, in quell’imperfetta perfezione che riporta a galla ferite non rimarginate ma anche ricordi di infinita dolcezza, cullato dalla brezza che profuma di limoni, capperi e ginestre e dal brontolio familiare della vecchia Dyane della madre, Andrea trova finalmente il suo equilibrio. Sullo sfondo di un’isola dal fortissimo immaginario letterario, Lorenzo Marone racconta una storia di grande potenza narrativa, intima e al tempo stesso universale. “Eravamo io e lui ai piedi del Tirreno, con tutta l’isola, la nostra isola, e con il nostro passato, alle spalle.” “Marone va per la sua strada, buttando giù pregiudizi a colpi di delicatezza, come nella lezione dell’amato Troisi.” Robinson – la Repubblica
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