Un’Aurora di poesia alle Parole di Lilly – Ospite di questa settimana alla rubrica letteraria Aurora Marella: donna, insegnante e poetessa. È stato un primo momento di conoscenza personale e poetica di questa autrice, intensa e immaginativa, che continuerà la narrazione della sua opera anche la prossima settimana. Aurora è molto espressiva anche a parole e ha raccontato di sé: formazione, inclinazioni e referenze, creatività, scrittura.
I libri sono stati il mio rifugio fin da piccola. La lettura come compagna di vita, una compagna piacevole e costruttiva. La forma della parola narrativa mi affascinava, mi faceva compagnia.
È la parola narrativa che quasi la insegue, a lei piega la sua volontà compositiva. Quando vedo qualcosa di bello, ma anche di doloroso, mi metto a pensare e questo pensare si traduce in parole. Questo accade quando sono in auto. In auto è il mio tempo, dedicato al rilassamento e al pensiero. Penso e ripenso e sorgono le parole, la poesia, non so nemmeno come mi accada. Per Aurora la poesia si rivela come necessità di tradurre la realtà in poesia, i termini sgorgano spontanei, istintivi, genuini.
Semmai la difficoltà sta nel trattenere i versi che si affollano nella sua mente. Fatico a ricordare le poesie, ho una pessima memoria. Allora devo ripetere tante volte le parole nella mente mentre sono al volante, prima di poterle scrivere. Quando sono tante e rischio di perderle le registro, al primo semaforo rosso accendo il telefonino, anche se forse non si dovrebbe fare in auto!
La scoperta vera e propria della poesia arriva con gli studi di letteratura alle scuole superiori. Anche se, come spesso accade, a scuola in parte si è distratti dalla necessità di imparare ai fini dei voti, e il vero apprezzamento poetico è libero di esprimersi negli anni successivi con una maturità diversa. Ho conservato i libri di letteratura delle superiori, non avrei potuto separarmene. E li riprendo quando ne sento il desiderio. Tra i molti autori di poesia due in particolare mi hanno colpito, mi hanno in qualche modo parlato.
Guido Gozzano, nella sua Signorina Felicita,Vincenzo Cardarelli, altro poeta di cui ho memoria antica, mi rimase dentro dalla prima volta che lo incontrai, nonostante sia un poeta meno praticato di altri a scuola.
Aurora Marella ha letto in radio la poesia che ama di più di questo poeta, Gabbiani. Mi sono sempre rispecchiata in questa poesia, nei gabbiani che cercano senza trovare pace, mi rappresentano molto.
Giungendo finalmente alla poesia della Marella, cominciamo a indagare da cosa nasce e che cosa persegue. La poetessa ha proposto una sua lirica che troviamo nelle primissime pagine della raccolta Cosa sei.
L’amore non si trucca gli occhi.
L’amore fa mille domande
incomprensibili.
L’amore deve convivere
con tutto il resto.
E ha
un ottimo senso
dell’orientamento.
Quando ho composto questa poesia mi trovavo in un momento della vita in cui si sono manifestati amori diversi, non solo per il compagno, ma per i familiari, per la casa, per il lavoro, e così via. In tutti questi amori c’era sempre un punto in comune: il farsi le domande incomprensibili. A cui non puoi dare risposte definitive. L’amore deve confrontarsi con le convenzioni (il trucco degli occhi), le tempistiche, le burocrazie, gli ostacoli della quotidianità. Ma nonostante tutto vince lui, se lo lasci esprimere (ha un ottimo senso dell’orientamento).
Con le sue parole poetiche Aurora riesce a non fermarsi alla superficie delle cose, ma scava nel profondo alla ricerca dell’anima della vita. Una responsabilità di poeta, che investiga per dare un senso pieno all’esistenza, per sé stessa e per gli altri, a cominciare dai suoi affetti personali.
Le parole hanno un’energia incredibile, una forza unica.
Aurora Marella ha svelato un piccolo segreto legato a questa sua poesia Cosa sei. Posso rivelarlo, perché comunque d’estate si svela. Questa poesia è tatuata sulla mia schiena. In alto a sinistra, sul lato del cuore. La leggono gli altri, ma io so che c’è. Mi scalda. Toglie gli strati esterni. Nessuna corazza è più forte della sensibilità.
Aurora parla spesso di occhi nelle sue composizioni, segno che lo sguardo è l’elemento che la indirizza nel suo discorso poetico. Le mie riflessioni partono sempre dagli occhi, i miei occhi, si tratta del mio sguardo. Anche interno. Per questo il titolo del libro contiene il concetto di arbitrarietà, non si parla di verità oggettive e immutabili, bensì personali e dinamiche.
Aurora Marella tornerà alle Parole di Lilly la prossima settimana, con la lettura esplorativa del suo libro Conoscenze arbitrarie, Caosfera Edizioni.
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