Intervista ad Alessandra Selmi, autrice del romanzo storico Le origini del potere
Oggi su www.i-libri.com vi proponiamo un’intervista ad Alessandra Selmi, professionista nel settore editoriale e autrice del romanzo storico Le origini del potere, pubblicato da Nord.
D – Grazie Alessandra per aver accettato di rispondere ad alcune domande per i nostri lettori. Com’è nata l’idea di scrivere un romanzo storico? Si tratta del tuo genere preferito anche come lettrice?
R- Il romanzo è nato da uno spunto che mi ha dato l’editor di Nord. All’inizio sapevo poco di Giulio II, poco più di quello che avevo studiato al liceo sui libri di storia e di storia dell’arte. Grazie allo stimolo del mio editor, mi sono messa a far ricerca e ho scoperto così un personaggio davvero incredibile, che ha molto di più da raccontare di quanto già non sapessi e ben oltre il luogo comune del papa guerriero. Me ne sono subito innamorata e ho deciso di accogliere la sfida dell’editore. È stata una bella opportunità per studiare il Rinascimento e i suoi protagonisti.
Nel tempo libero leggo di tutto. La mia formazione letteraria e umanistica è intrisa dei grandi romanzi storici, dai Promessi sposi in poi.
D – Veniamo al soggetto del tuo libro. Giuliano della Rovere è stato un personaggio molto importante nella storia di Roma e del Papato. Come mai hai scelto di raccontare la sua storia? Cosa ti ha colpito di più della sua vita?
R – Avrei potuto raccontare Giuliano della Rovere a partire dall’anno della sua elezione a papa, ma facendo ricerca mi sono resa conto che i trent’anni precedenti sono stati i meno indagati e, forse, i più interessanti, almeno sul piano umano. Volevo studiare e raccontare l’evoluzione del giovane Giuliano, giovane frate, ignaro delle cose del mondo che improvvisamente, per un inatteso “colpo di fortuna”, viene sbalzato ai vertici del potere, al centro di una città tentacolare, bellissima e pericolosa: la sua crescita umana e, anche, la perdita dell’innocenza che caratterizza un po’ tutti noi nel passaggio dalla gioventù alla maturità.
Indubbiamente egli ebbe un carattere straordinario, sia in senso positivo che negativo: un uomo di grandi slanci, di raffinatissimo gusto artistico, con un grande fiuto per il talento, e anche famoso per gli accessi d’ira.
Odiò ralmente tanto il suo acerrimo nemico, Rodrigo Borgia (poi papa Alessandro VI) che, quando, nel 1503, Giulio II salì al soglio pontificio decise di non abitare nelle stanze che erano state del suo inviso predecessore. E tuttavia, nonostante fosse mosso a tal punto dall’astio, non le fece distruggere o modificare: si limitò a lasciarle chiuse, inabitate, per tutto il proprio papato. Grazie a questo grande gesto di fierezza e lungimiranza, anche oggi noi le possiamo ammirare.
Credo che questo piccolo aneddoto ci dica molto su Giuliano della Rovere.
D – Qualcosa su di te. Sappiamo che sei una professionista nel settore dell’editoria e che hai avuto contatti con innumerevoli autori. Cosa ti ha spinto a passare dall’altro lato della barricata? Sei rimasta affascinata da quel mondo conosciuto per lavoro o hai seguito una tua passione e una tua esigenza?
R – Le origini del potere non è stato il mio primo libro e neanche il primo romanzo. Ho sempre sognato scrivere e, in un certo senso, sono entrata dalla porta di servizio molti anni fa. Ho fatto una lunghissima gavetta, che continua tuttora, e che mi ha migliorata anche come scrittrice. Lavorare come professionista in editoria mi ha offerto la possibilità di vedere il dietro le quinte di questo mondo, di capirne le dinamiche che spesso sono molto lontane dal luogo comune dello scrittore “romantico”.
Credo che tutti quelli che vogliono scrivere dovrebbero conoscere meglio questi aspetti, perché il luogo comune è spesso edulcorato e lontano dalla realtà – una realtà che è fatta di scadenze, impegni, numeri, rifiuti e moltissime difficoltà.
Poi c’è la passione del raccontare storie, dello scegliere con cura i vocaboli, del fare ricerca, della formazione continua, del prendere il lettore per mano e di accompagnarlo a spasso per la nostra testa. Una cosa bellissima, un privilegio, un enorme divertimento.
D – Come descriveresti la tua esperienza da autrice? Come hai vissuto la fase della scrittura e poi l’iter per la pubblicazione? Ti va di raccontarci qualche aneddoto?
R – Sono una scrittrice ansiosa, insicura, piena di paure e bisognosa di conferme. Non vivo bene la scrittura: se scrivere è un po’ come aprirsi la pancia con un coltello, attingendo alla parte più intima dei nostri pensieri, pubblicare è come mettere le nostre viscere sul banchetto del mercato e dare a tutti i lettori – professionisti e non – il diritto di guardarci dentro e giudicarci.
È un patto che si fa con se stessi e con gli altri. Se non si è disposti a farsi giudicare, si dovrebbe tenere il romanzo sempre nel cassetto. Ma nessuno di noi lo fa: scriviamo tutti per essere letti, per sentirci dire che siamo bravi.
Dunque scrivere per me è una cosa un po’ dolorosa, che mi piace e contemporaneamente che mi ferisce. Le persone che mi sono vicine quando sto scrivendo assistono alla giostra delle mie emozioni altalenanti, dall’esaltazione alla disperazione e ritorno. Gli aneddoti più divertenti potrebbero raccontarli loro…
D – Stai già lavorando a un altro romanzo? Puoi anticiparci qualcosa?
R – Sto scrivendo una cosetta piccola, che non ha ancora un contratto e che forse non lo avrà mai. Lo sto facendo per puro divertimento e senza nessuna ambizione. La parte più rilassante è proprio sapere che non sarà mai pubblicata, perché è scevra dal giudizio e quindi libera dall’ansia.
Certamente scriverò e pubblicherò altro, ma in questo momento non ne ho proprio idea. Sono anche molto presa dal mio lavoro di editor e agente e devo ammettere che ho pochissimo tempo da dedicare alla scrittura e allo studio.
D – Un’ultima domanda, questa volta sul tuo ruolo di titolare di agenzia letteraria. Come in tutti i settori economici, la pandemia ha avuto un impatto anche sul mercato editoriale. Potresti darci qualcosa al riguardo? Le case editrici pubblicano meno titoli o il mercato non è stato impattato da quel punto di vista? Faccio un esempio: ritieni che, nel contesto attuale, per un esordiente sia più difficile ottenere la lettura e la valutazione del proprio testo?
R – Tra le altre, ben più gravi conseguenze, per quanto attiene al settore editoriale la pandemia ha fatto slittare tutte le pubblicazioni di almeno tre mesi e inesorabilmente lo spazio nel catalogo degli editori si è ridotto. È una ulteriore difficoltà per chi voglia pubblicare, ma riuscire a trovare un editore valido non è impossibile. Servono sempre molta dedizione, molto lavoro, perseveranza, passione, pazienza. E magari un buon agente.
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Grazie ancora per il tempo che ci hai dedicato. Mi auguro che avremo ancora l’occasione di ospitarti sul nostro sito.
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