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Scrittori

Intervista a Stefano Ceccarelli, autore di “Camilla portafortuna”

a cura di Marika Piscitelli

Caro Stefano, grazie per aver concesso questa intervista ai lettori de i-libri.com… ma soprattutto per averci regalato “Camilla Portafortuna”!

É un romanzo che sa commuovere e divertire e che consiglio vivamente.

Ti va di parlarcene?

Non so se mia madre vuole, aspetta che glielo chiedo.

(pausa)

Sì, ha detto che va bene ma poche domande che poi mi emoziono.

Avevi già in mente il finale quando hai cominciato a raccontare la storia di Camilla o lo hai costruito strada facendo?

Camilla Portafortuna nasce come soggetto televisivo e in televisione una commedia deve avere delle caratteristiche precise e inoppugnabili (la storia d’amore, il lieto fine, l’antagonista, ecc.). Scrivendo il libro, però, mi sono chiesto, e ho trovato in questo un appoggio robustissimo e un valido consigliere in Costantino Margiotta (il mio editore), se un finale non convenzionale, quindi meno “fictioniano” potesse avere il passaporto per la pubblicazione. E così è stato. Onestamente, la maggior parte della gente che ha letto il libro, dopo la sorpresa, condivide questo tipo di finale. E io sono felice per averlo scelto.

La dedica è a Sylvie Vartan… “Ma non so perché”, hai scritto. Non ci crediamo…

In realtà lo so benissimo perché. È stata tra i miei miti infantili e Irresistibilmente è uno dei pezzi più ascoltati nel mio i-pod insieme a Tripoli ’69 e all’Avventura, della Bottega dell’Arte, altro vero capolavoro degli anni ’70.

Hai realizzato sceneggiature di successo per il cinema e la televisione… Chi sa scrivere può adattare la propria arte ai più svariati contesti, ma qual è quello  in cui ti senti più a tuo agio? Dov’è che ritieni di esprimerti al massimo?

Nella sceneggiatura ho trovato la mia dimensione migliore. Lo sceneggiatore lavora ovviamente prima che la produzione prenda il largo e, soprattutto, a casa sua,  e  trattandosi solo di scrivere e immaginare, ha a disposizione un budget illimitato di fantasia che non costa molto. La commedia sentimentale, quella  dove  si  riesce  a  far  ridere nei momenti in cui si dovrebbero avere i lucciconi agli occhi, e a far piangere subito dopo una battuta divertente, è quella che preferisco ma a  breve, spero, mi cimenterò anche con un horror. Così, tanto per variare.

Hai già in cantiere un altro libro?

Ho in mente due o tre idee, e soprattutto dei titoli, anche se non so di cosa possano parlare. Però Camilla Portafortuna è il mio secondo romanzo. Il primo, inedito, mi piacerebbe venisse pubblicato. È una specie di Codice da Vinci comico e “gaio”.

Grazie per la tua disponibilità e a presto!

Prego, sono trecento euro.

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